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Abbiamo raccontato a un
esorcista che su Twitch si
può bestemmiare (e lo fanno tutti)

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

17 settembre 2020

Abbiamo raccontato a un esorcista che su Twitch si può bestemmiare (e lo fanno tutti)
La bestemmia è l'ultimo tabù della comunicazione ma esiste un luogo virtuale in cui è non soltanto permessa, ma pure abusata. Ecco come reagisce un esorcista alla notizia che online esiste una piattaforma di streaming in cui è permesso bestemmiare liberamente

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Ne hanno parlato anche Fedez e Cruciani, nell'ultima puntata di Muschio Selvaggio: la bestemmia è l'ultimo grande tabù della comunicazione ed esiste un solo "luogo" in cui è, non soltanto permessa, ma completamente abusata: Twitch, il sito (community? social network?) dedicato allo streaming di contenuti in diretta, particolarmente frequentato da videogamer e da giovanissimi utenti.

Su Twitch si bestemmia. Tanto, tantissimo, e senza problemi. Dalla piattaforma online non vengono eliminati i contenuti dei creator blasfermi, non li bannano e non li buttano fuori dalla casa, come al Grande Fratello. La fascia d’età è bassissima e i gamer - presi dall’enfasi del gioco - certo non si risparmiano. D’altronde perché contenersi nei modi? Su Twitch tutto è permesso.

In televisione ogni volta che qualcuno bestemmia si grida allo scandalo, con i concorrenti dei reality che vengono spediti a casa a calci nel sedere, e sui social di vecchia data la legge del taglione non risparmia nessuno. Ma lo streaming online è la nuova frontiera di tutto - dall’intrattenimento al marketing - e in questo calderone in cui ognuno può permettersi di essere presentatore, commentatore ed esperto, anche la blasfemia fa parte dei giochi.

“Chissà cosa direbbe un esorcista se vedesse i video con le compilation di bestemmie che girano online” ci siamo chiesti, qui a MOW, durante una riunione di redazione. Ma gli esorcisti mica lo sanno che su Twitch si bestemmia, anzi, gli esorcisti mica lo sanno che cos’è Twitch. E allora ne abbiamo chiamato uno.

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Ogni diocesi ha i suoi esorcisti (e no, non salvano bambine a cui si gira il collo di 360 gradi come quello di Regan MacNeil nel film) e c’è pure un centralino per fissare un appuntamento. “L’esorcista ti aiuta quando sei tormentato dal male” mi spiega per fare conversazione quella che credo sia la centralinista e quando dico di essere una giornalista mi rimprovera: “sì ma prima di tutto sei una persona, e sicuramente qualche peccato ce l’hai anche tu”. Vabbè come darle torto. Comunque fortunatamente un esorcista torna disponibile per gli appuntamenti telefonici e mi rendo conto di non aver mai pensato di poter dire “fortunatamente è arrivato l’esorcista”.

È un signore gentile, un Don che preferisce non avere il proprio nome sui giornali, ma quando si inizia a parlare di blasfemia si scalda: “i giovani di oggi sono persi, forse addirittura non recuperabili - è questa la sua sentenza iniziale, ancora prima di aver capito bene che cosa sia “questo Twitch” e che cosa si possa trovare online - e sinceramente non mi sorprende per niente quello che mi stai dicendo. D’altronde su internet è già sdoganata la violenza, la pornografia e la pedofilia. Mancava solo un luogo pubblico in cui poter bestemmiare senza problemi”.

Il permissivismo secondo il nostro esorcista quindi non è da condannare solo con Twitch ma da andare a cercare in un tipo di cultura “demoniaca” arrivata a noi grazie alla televisione: “La gente quando parli del demonio alza gli occhi come se fossi pazzo. Ma il male c’è in tutta questa comunicazione che ci viene buttata addosso: i film in cui è divertente guardare la gente che muore e aiutare i poliziotti a scoprire i criminali, la pornografia facile da trovare anche per ragazzini minorenni e la musica piena di odio e di violenza". 

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Per lui la soluzione sarebbe, semplicemente, eliminare tutto: “non dico che sia meglio limitare la libertà delle persone ma è anche vero che, quando avevamo meno, eravamo tutti un po’ più buoni”. E quando provo a sollevare delle perplessità su questa bontà del passato lui mi ferma subito “certo anche in passato si facevano errori ma la chiesa univa, aiutava e dava delle dritte. Ora i ragazzi sono in una giungla e quello a cui si affidano è tutto vuoto. Magari a loro sembra anche di divertirsi, di essere liberi e forti con i loro giochi e le loro bestemmie su internet. Ma in realtà sono soli e quando si è soli per il diavolo è più facile attaccare”.

“Ma chiudere tutti i social sarebbe davvero la soluzione?” Gli chiedo dopo il suo attacco alla libera comunicazione del XXI secolo: “Bisognerebbe partire da questo Twitch, che a quanto mi dici è quello più soggetto agli effetti del male, e poi continuare con tutto ciò che riguarda internet, la televisione, la musica. Insomma più controlli per dare ai ragazzi la possibilità di crescere accompagnati e non lasciati soli”. 

“Altrimenti che cosa succederà?" 

A lui viene da ridere: “Secondo te cosa può succedere a un popolo dominato dal demonio?”

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