È stato condannato a otto anni e quattro mesi Alberto Genovese, ex imprenditore del web imputato con l'accusa di aver violentato, dopo averle rese incoscienti con mix di cocaina e ketamina, due modelle: una di 18 anni, durante una festa il 10 ottobre 2020 nel suo attico Terrazza Sentimento, l'altra di 23 anni ospite in una villa di lusso a Ibiza nel luglio precedente. Lo ha deciso il gup di Milano, Chiara Valori, nel processo abbreviato. È stata condannata a 2 anni e cinque mesi anche l'ex fidanzata Sarah Borruso, che era imputata per il caso di Ibiza. Il Gup ha dunque riconosciuto tutte le imputazioni contestate dai pm.
Una vicenda che aveva indignato l'opinione pubblica e che, dalle indagini, aveva fatto emergere come la condotta dell'imprenditore fosse tutt'altro che specchiata, in particolare nel rapporto con alcune giovani ospiti ai suoi party. Diverse chiamate alla polizia, infatti, erano arrivate anche da parte del ballerino Roberto Bolle, residente al piano inferiore. E un’amica della vittima delle violenze sarebbe stata coinvolta nei fatti di ‘Villa Inferno’ a Bologna, in un inquietante intreccio di casi di abuso
Visite ricorrenti, ben 13 in meno di 5 anni presso le lussuose abitazioni milanesi di Alberto Genovese, in stato d’arresto con l’accusa di aver stuprato una 18enne nel corso di una festa. Festa che era di sicuro un’abitudine in casa del fondatore di Facile.it, ma che lo scorso 10 ottobre – stando alle accuse – avrebbe costituito lo scenario della violenza sessuale ai danni della giovane modella.
E ancora, almeno tre le denunce di schiamazzi quella stessa sera, stando alle ricostruzioni fornite dagli inquirenti e riprese dal Corriere della Sera, nell’articolo a firma Giuseppe Guastella e Gianni Santucci. Una di quelle è ad opera del celebre ballerino Roberto Bolle, residente proprio al piano inferiore rispetto all’abitazione di Genovese. Non era il suo primo contatto alle forze dell’ordine per quello stesso problema: a luglio del 2019 si era persino recato di persona al commissariato per riferire di una situazione che si verificava di continuo.
Ma non sono gli unici elementi da evidenziare in relazione alle indagini. Sembra infatti emerso un elemento che collega le violenze di casa Genovese ai fatti di ‘Villa Inferno’ a Pianoro, Bologna, che coinvolgono per ora 8 uomini accusati di aver messo in piedi un giro di prostituzione minorile, spaccio e pornografia minorile. Ebbene, una delle giovani che era con la vittima la notte del 10 ottobre sarebbe proprio la ragazza che, allora minorenne, aveva denunciato la vicenda ai Carabinieri dando il via agli arresti. Quest’ultima avrebbe cercato in tutti i modi di rintracciare l’amica nel corso della festa, ma sarebbe stata più volte bloccata dal cosiddetto ‘domestico’ di Genovese, complice di quest’ultimo nel far sì che potesse appartarsi indisturbato.
Un collegamento che potrebbe essere del tutto casuale, ma che di certo in maniera un po’ inquietante intreccia quelli che sembrano due tra i peggiori casi di abuso nella cronaca italiana degli ultimi mesi.
Alberto Genovese – fondatore negli anni di realtà come Brumbrum.it, Facile.it, Prima Assicurazione – aveva risposto agli inquirenti chiarendo di aver agito in uno stato di alterazione da ricondurre all’utilizzo di droghe, che avrebbe più volte fatto consumare anche alla sua vittima e che comprenderebbero sostanze del calibro di cocaina, anfetamina e chetamina.
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