Un vero e proprio “sistema Salerno”. È quanto parrebbe emergere dall’inchiesta della Procura salernitana sui presunti appalti truccati per la manutenzione del patrimonio comunale in cambio di voti. Ai ventinove indagati, tra cui il suo braccio destro, nonché sindaco di Salerno, Enzo Napoli, si aggiunge il nome di Vincenzo De Luca: concorso in corruzione, è questa l’ipotesi di reato contenuta nell’avviso di proroga indagini notificatogli. Riflettori dunque puntati sui rapporti tra cooperative e politica locale. Finiscono agli arresti tre “personaggi chiave”: Nino Savastano, consigliere regionale e fedelissimo del governatore (attualmente non indagato), Fiorenzo Zoccola (detto Vittorio), imprenditore legato alle cooperative sociali, e Luca Caselli, dirigente del settore Ambiente del Comune di Salerno (sulla via del pensionamento). Disposto altresì il divieto di dimora all'interno del territorio comunale per altre sei persone. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti, induzione indebita, associazione per delinquere e un caso di corruzione elettorale. Nelle carte compare anche la cena delle cooperative con il governatore.
È il 16 febbraio 2020. Qualche giorno prima viene pubblicato il bando di gara per l’affidamento biennale dei servizi di manutenzione ordinaria e conservativa del patrimonio cittadino. Servito come companatico, nello stesso piatto, la campagna elettorale per le vicine regionali. Due mesi dopo la vittoria di De Luca e l'elezione di Savastano, Zoccola chiama Giuseppe Polverino, autista e collaboratore del presidente della regione, chiedendo conferma del contatto tra Savastano e De Luca, per i fatti riguardanti le cooperative.
Stando agli sviluppi dell’inchiesta, sarà pur vero che “il sole splende a Salerno”, come commentava ironicamente De Luca alla luce dei primi arresti, ma il terremoto politico che ha coinvolto la città, sua roccaforte da oltre un ventennio, spinge nuvole scure fino al palazzo della Regione. Delle indagini in corso parliamo con il giornalista e deputato Luigi Casciello e con il giornalista Andrea Pellegrino, coautore nel 2016 con Marta Naddei dell’e-book "Il sistema Salerno", tra i primi a denunciare un sistema che va avanti da più di vent'anni.
I rapporti tra Savastano e Zoccola risalgono addirittura agli anni ’90. Parliamo di un sistema ben radicato.
Non mi entusiasmo per le disgrazie degli altri – dice Casciello – ma prendo atto di un’inchiesta della magistratura. Di fondo c’è qualcosa di ben più grave degli appalti truccati, ossia una nube tossica che incombe su Salerno dal ’96. Non si può raccontare la vicenda deluchiana se non partendo da quando è nata e come si è consolidata e poi sedimentata. De Luca nasce da oscuro funzionario del PD. In seguito il comune viene commissariato. Nel ’93 riesce ad avere la meglio alle elezioni, e da subito adopera una rimozione del passato, al punto da interrompere anche il rapporto con il vice sindaco Stanzione. Questo per dire che sin dal principio De Luca aveva in mente di gestire in maniera autarchica la città, solo con un gruppo di fedelissimi. Nel ’96 il centro destra stravince le elezioni politiche. Nonostante ciò, nel ’97 non trova nessuno disposto a candidarsi come sindaco di Salerno.
Nessuno voleva candidarsi contro De Luca?
Sì, nel ’97 andò proprio così. La borghesia salernitana si era già sottomessa alla sua corte. Questo consegnarsi a lui fece sì che mi schierassi personalmente, ai tempi unica vera opposizione nelle vesti di giornalista, dalle pagine del quotidiano della città. Ottenni il miglior risultato di sempre del centro destra contro De Luca. In quegli anni le società si ritrovavano sotto il comune e la prefettura. Per trovare la pace sociale si pensò alle società partecipanti, che divennero strumento di consenso nelle sue mani. Di fatto i salernitani non hanno mai capito la gravità dei fatti, di un politico che governa la città da oltre vent’anni. Basti ricordare che il ventennio di Mussolini è durato meno.
Andrea Pellegrino, è stato tra i primi a denunciare gli intrecci tra imprenditoria e politica locale, come coautore dell’e-book “Il sistema Salerno”, datato 2017. Parliamo di vent'anni di attività illecita.
Le prime intercettazioni che riguardano De Luca – dice Pellegrino – furono distrutte. Riuscimmo tuttavia a mettere mano sul fascicolo dei lavori di piazza della Libertà, con un De Luca allegorico “capocantiere” dalla sua stanza al Comune (era ancora sindaco della città). Dalle carte si ricostruisce una vera e propria mappa, con interessi e ramificazioni chiarissime tra politica e imprenditoria. Un esempio, le primarie del Partito democratico, con la scelta dei candidati al Parlamento, che portarono alla vittoria di Fulvio Bonavitacola, all'epoca eletto deputato, oggi in Regione come suo vice. Le cooperative sono solo una parte di un sistema ideato a Salerno, in cui la gestione del servizio pubblico passa attraverso delle mega società. Com'è possibile che sia andato avanti per oltre vent'anni? Sicuramente l’opposizione sul territorio è stata molto blanda, nonostante la mozione di vari consiglieri, come Celano e Cammarota.
Questa è un’inchiesta partita due anni fa. Sarebbe lecito chiedersi perché la Procura ha atteso l'esito delle elezioni amministrative.
Le cooperative erano già attenzionate da anni – prosegue Pellegrino – immagino si sia atteso l'esito delle elezioni per non condizionare il voto popolare, al di là dell'aspetto giudiziario. L’accelerata alle indagini è arrivata proprio durante il voto delle amministrative, con la diffusione di due audio di contenuto intimidatorio.
Suona strano – aggiunge da parte sua Casciello (alludendo all’inchiesta Lobby Nera) – anche perché non è stato così con tutti. La notizia vera è che finalmente la Procura di Salerno indaghi sul Comune di Salerno.
“Mi sono scervellato sezione per sezione, so dove votate, quindi io personalmente me li vado a controllare. Io mi aspetto i voti che mi sono contato”. È solo una parte del messaggio che Gianluca Izzo (leader coop) invia insieme al collega Umberto Coscia (ambedue agli arresti per corruzione elettorale) su una chat dedicata ai dipendenti, alla vigilia delle recenti amministrative. Altresì la moglie di Izzo, Alessandra Francese, era candidata al consiglio comunale e risultata prima tra i non eletti nella lista Progressisti per Salerno. Onorevole, al posto del sindaco Napoli si sarebbe dimesso?
Sì, mi sarei dimesso, non per l’avviso di garanzia, ma per quello che sta emergendo dalle intercettazioni, del sistema che sta venendo fuori e che conosciamo tutti. Nel 2006 De Luca era indagato direttamente, salvato da noi, da una forza politica garantista non solo per i nostri (leggi Lucano, sottintende). Il centrodestra ora non dovrà rifare lo stesso errore di quegli anni, consentendo di nuovo a De Luca di spadroneggiare nonostante il momento di evidente difficoltà.
Vincenzo De Luca al momento non è indagato. Tuttavia il suo nome a quanto risulta ritorna più volte nell’ordinanza di custodia cautelare. Nelle carte compare anche la cena delle cooperative con il presidente della regione.
La figura di De Luca – sostiene Pellegrino – è predominante. Lo stesso governatore, durante il comizio di chiusura di Vincenzo Napoli, affermava: “Salerno sono io, piaccia o non piaccia”. Ogni scelta in città è condizionata dal suo volere e con lui concordata, tutto ruota attorno a lui.
Mi attengo ai fatti – le parole su questo punto di Casciello – Come già ricordato, De Luca ha chiuso la campagna elettorale a favore di Enzo Napoli dicendo: “Salerno sono io”, è lui che si è intestato tutto ciò che accade in città.
Pellegrino, quando denunciavate il Sistema qualche anno fa, siete stati ostacolati dai vostri stessi colleghi. Oggi ci sono stati i primi capi cosparsi di cenere?
Ai tempi De Luca era all’apice, ci muovevamo in una fetta di antagonismo non da poco, compresa la stampa. Poi sono arrivati diversi “avevi ragione”, anche prima di queste indagini. Le cosiddette “luci d’artista” hanno abbagliato un po’ tutti, mettendo la polvere sotto il tappeto. C’era anche molta paura di parlare.
Questa potrebbe essere la prima vera crepa?
Dopo vent’anni e più di governo c'è stanchezza. Sono anche cambiati gli elettori, con una porzione di nuovi votanti che non conosce le gesta di Vincenzo De Luca e guarda oltre, abbandonando lo schema radicato nel tempo.
Non ci giriamo intorno. Il sistema vacilla ma non chi l’ha creato?
Non proprio – commenta sempre Pellegrino – De Luca sa bene che le nubi sono dense su Salerno ma anche sulla sua testa. L’ipotesi di cambiare lo statuto regionale e ipotizzare un suo terzo mandato diventa un’idea poco realizzabile.
De Luca e il sistema – conclude senza mezzi termini Casciello – sono una sola cosa. Da lunedì scorso è cambiato il corso della storia.