Occupare le famose strisce gialle, riservate alle persone con disabilità, è prassi comune in ogni città, e Roma non fa di certo eccezione. Ma la già triste dinamica diventa ancora più discutibile se a perpetuarla è perfino un'automobile di un corpo diplomatico, che rappresenta un'istituzione, e dovrebbe quindi essere simbolo di diligenza e autorità.
A denunciare l'ennesimo caso di inciviltà, in arrivo dalla Capitale, è stato Gianluca Nicoletti, giornalista de La Stampa e Radio24, in auto col figlio autistico Tommy. Il filmato di qualche giorno fa, diventato in breve tempo virale, mostra il posto auto, con tanto di concessione riservata, occupato da una BMW di colore blu con la targa del corpo diplomatico, con riferimento all'Ambasciata del Brasile a Roma.
Il giornalista, che ha denunciato l'accaduto, ha sottolineato come l'arrivo delle forze dell'ordine, prontamente allertate, non abbia cambiato di molto la situazione. I caschi bianchi, infatti, hanno lasciato sul tergicristallo dell'automobile solamente una sanzione amministrativa, poiché essendo una macchina di un corpo diplomatico non poteva essere rimossa, spostata o portata via da un carro attrezzi. Di fatto l'immagine irrispettosa non smette di far discutere, finendo anche sulle pagine del Corriere, in un botta e risposta tra Aldo Cazzullo e un lettore.
"Leggo sgomento di un ennesimo sopruso nei confronti di un bambino disabile e il suo parcheggio riservato. Mi riferisco all’episodio di Gianluca Nicoletti. Seppur consapevole che l’automobilista non poteva sapere che ci fosse un bambino di mezzo, dico che nel nostro Paese vincono sempre (o quasi) i furbi. Anche io sono titolare di uno stallo per disabili - fa sapere il lettore al Corriere, "dialogando" con Cazzullo - Purtroppo mi capita spesso di trovare auto senza contrassegno o con pass scaduti o, ancor peggio, fotocopiati sul mio posto riservato davanti alla mia abitazione, senza la possibilità di intervenire. Di fatto quando sono presenti auto con contrassegni disabili (ahimè spesso anche fasulli) o targhe CC o diplomatiche, i vigili mi riferiscono che il codice della strada non ne permette la rimozione lasciando il disabile abbandonato a se stesso. Identico problema nei numerosissimi parcheggi di centri commerciali: essendo considerati «privati» le forze dell’ordine non possono intervenire".
"Grazie per la sua testimonianza. Anch’io sono stato colpito dal racconto di Gianluca Nicoletti sulla Stampa - replica proprio quest'oggi il giornalista - All’esecrazione per chi manca di rispetto ai disabili e alle loro famiglie, aggiungerei un dettaglio. Roma è l’unica città al mondo che ospita tre ambasciate per ogni Paese straniero: presso lo Stato italiano, presso la Santa Sede, presso la Fao. Di conseguenza è piena di auto targate CD, corpo diplomatico. Molti conducenti si comportano con totale disprezzo per le regole e per le persone che circolano per Roma. Ad esempio percorrono a tutta velocità le corsie riservate ai mezzi pubblici: non ne hanno diritto, ma sanno che non possono essere sanzionati. Nelle altre capitali non accade, non perché le regole siano diverse, ma perché sono considerate importanti, e perché esiste un tono medio di rispetto reciproco che all’evidenza a Roma non c’è".
Senza tanti giri di parole, Cazzullo ammette, dunque, che il problema delle auto diplomatiche a Roma esiste e resiste eccome.