Spunti, riflessioni e novità per il mondo dell’automotive sono emerse ieri sera nell’intervista a Piazza Pulita su La7 al ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. Interrogato su varie questioni che riguardano la bozza italiana per il Recovery Fund che prevede lo stanziamento di quasi 200 miliardi su vari progetti per rilanciare il Paese, il fisico, ricercatore, ex responsabile dell'innovazione tecnologica di Leonardo e direttore scientifico dell'Istituto italiano di tecnologia (IIT) di Genova, ha delineato alcuni scenari futuri particolarmente interessanti.
Sulle emissioni di CO2, per esempio, ha chiarito: “Bisogna far capire alla gente che ogni azione ha una conseguenza. I social non sono gratis, siamo noi il prodotto. E infatti anche i social producono il 4% dell’anidride carbonica immessa in atmosfera. Io uso la posta elettronica, i cui costi-benefici possono giustificarla. Qualunque tecnologia inquina, perché ha bisogno di elettricità. Se li usiamo in modo ragionato i costi sono inferiori dei benefici, se riteniamo che tutto sia gratis e li usiamo in modo smodato ecco che la tecnologia viene vanificata dallo stupido uso della tecnologia”.
E ancora, sulle emissioni, ha aggiunto: “Il Pianeta è un po’ un’automobile sotto il sole, per spiegarlo in maniera molto semplice, che più passa il tempo e più si surriscalda. La temperatura negli ultimi decenni è aumentata di 1,1 – 1,2 gradi. Sembra un piccolo numero, ma se arrivassimo a un innalzamento a 2 gradi si desertificherebbero alcune zone e si scioglierebbero i ghiacciai che produrrebbero l’innalzeranno degli oceani con notevoli conseguenze. E queste cose succederanno in questo secolo, per cui i bambini di 6-10 anni toccheranno con mano queste conseguenze”.
È poi stato il momento di capire in che direzione stanno andando le auto elettriche. “Sulle auto totalmente elettriche, posso dire di essere favorevole all’abbattimento delle emissioni per il trasporto privato, ma vorrei far notare che il concetto di auto elettrica va studiato e spiegato in maniera accurata. Se esco dal concessionario e guido per 100mila chilometri produco pochissima CO2, ma se tengo conto del litio estratto, della produzione delle batterie e del cambiamento nel processo di manifattura sono un po’ meno verdi di quello che sembra. Si chiama Life Cycle assessment, cioè bisogna tenere conto dell’intero ciclo di vita”.
Così Corrado Formigli, il conduttore, lo ha incalzato: lei è d’accordo che i diesel più aggiornati non dovrebbero essere messi da parte? “Se me lo paragona a un Euro 0 sì. Se riuscisse a farmi pagare un’auto di segmento B circa 15mila euro anche se fosse elettrica, ben venga”. Mentre sul fronte colonnine, ha chiarito che il processo sarà complicato: “Le colonnine? Bisogna costruire una infrastruttura estremamente complessa, che deve funzionare prevalentemente su energia rinnovabile, ma ricordando che l’energia rinnovabile non è continua. Per cui predisporre una rete intelligente, che sia smart e capace di gestire flussi di corrente in base alle situazioni. In seguito, aumentare i punti ricarica e fare in modo che l’auto elettrica non costi un salasso”.
E alla fine il conduttore gli domanda: quando potrò acquistare un’auto elettrica e rifornirla in viaggio così come sotto casa, pagarla il giusto e che sia insomma una scelta conveniente? “Se valutiamo l’auto totalmente elettrica – ha concluso Cingolani - a livelli del 30% del mercato richiederà un decennio. Per i costi delle auto e per le infrastrutture. Le auto oggi sono troppo costose”.