Massimo Cacciari non è solo un uomo, non è solo un professore. È un marchio di fabbrica. Uno stile di vita. Uno stile di vita quasi sempre incazzato che può rivelarsi pericoloso soprattutto per gli intervistatori. Il Cacciari che abbiamo avuto modo di conoscere dalle sue molte apparizioni televisive e pubbliche è infatti una combinazione potenzialmente letale di sapere, autorevolezza e furia pronta a scatenarsi contro l’onorato ma malcapitato interlocutore. Per questo approcciandosi a lui viene naturale usare una certa prudenza. Una precauzione eccessiva? Non proprio. Il filosofo ed ex sindaco di Venezia è garbato e disponibile, ma si percepisce la sua potenza pronta a divampare alla prima occasione utile.
Professore, sono passati 20 anni del G8. Si può dire che i “no global” abbiano perso?
“Non è che abbiano perso. È cambiata la situazione. I problemi che si citavano rimangono quelli. Non è che siano stati risolti. È che c’è una condizione politica completamente diversa. L’ecologismo si è fatto fattore integrante della globalizzazione, e sempre meno potrà caratterizzare una parte politica”.
Sempre in ottica di quelli che all’epoca si chiamavano antagonisti, l’ha stupita la disciplina avuta dagli italiani durante le dure imposizioni del lockdown? Si aspettava qualche protesta?
“E perché mai, che protesta si sarebbe potuta fare? Ci raccontano che c’è un’epidemia, che se ci tocchiamo moriamo, cosa vuole che faccia la gente se non obbedire? Siamo andati avanti per due anni, speriamo di esserne usciti”.
Su questo punto, Letta ha detto che non gli sembra una cosa sbagliata l’obbligo vaccinale. Che ne pensa, anche dal punto di vista filosofico?
“Sono contrario nel modo più assoluto. Sarebbe una cosa che lede diritti fondamentali, completamente anticostituzionale. Non esiste”.
A proposito di diritti, che effetto le hanno fatto le immagini e i racconti di quello che è avvenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere?
“Sono immagini tremende. Ma quella di molte carceri è una situazione notissima, non la si scopre adesso”.
C’è qualche possibile rimedio?
“Ovviamente una riforma carceraria, cambiare completamente le regole di come si sconta la pena, ammesso che la pena abbia un senso e un significato. Vanno cambiate completamente le condizioni in cui viene erogata. Ma sono discorsi vecchi come Matusalemme, nel nostro Paese”.
Secondo i sondaggi Renzi praticamente non ha più voti, ma in un modo o nell’altro, vedi caduta del governo Conte prima e ddl Zan ora, riesce sempre a presentarsi come decisivo.
“Ma decisivo de che, poverino. Decisivo su una cosa che non interessa a mezzo italiano come la legge Zan? Ma per carità. Non mi pare che sia in alcun modo decisivo sulle scelte fondamentali che il Governo si accinge a fare o che ha fatto. Quanto al Governo Conte, non stava più in piedi, evidentissimamente, e non sarebbe stato assolutamente in grado di gestire il recovery plan. Renzi gli ha dato una spintina con un ditino, ma se fossero stati coesi tra di loro non sarebbero bastati centomila Renzi per farli cadere”.
Nel futuro di Renzi cosa vede? Lo abbiamo visto anche stringere rapporti con gli sceicchi.
“Gli sceicchi, ma cosa andate dietro a ’ste farse, per carità di Dio. Renzi cerca di farsi vedere, ovviamente, come tutti. Uno per un verso, uno per l’altro, tutti cercano di dire la loro, ma sulle questioni fondamentali lavorano Draghi e il suo staff e decidono tutto loro”.
Come si è arrivati ad avere tutti questi teorici acerrimi nemici – Pd, Lega e 5 Stelle (oltre a Forza Italia) – assieme al Governo?
“Per forza si sono messi tutti assieme. Mattarella li ha presi e ha detto «bambini, ci sono i soldi europei, bisogna saperli spendere, essere autorevoli in Europa, e quindi vi beccate Draghi e la fate finita di rompere le palle». Fine. Sono discorsi che ho fatto cento volte”.
Sulla presidenza della Repubblica? Ha visto che c’è la candidatura di Berlusconi?
“La candidatura di Berlusconi è ridicola”.
A chi toccherà allora? A Draghi?
“È un problema. Perché se sarà Draghi poi chi mettono al posto di Draghi al governo? Mi auguro che continui Draghi e che trovino un’altra soluzione per la presidenza della Repubblica, ma la vedo molto difficile, a meno che Mattarella non accolga l’invito che gli viene da parte di molti di fare il bis”.
A proposito di candidature un po’ stravaganti, ha sentito di Vittorio Feltri capolista di Fratelli d’Italia a Milano? Come ha accolto questa notizia?
“Francamente – conclude Cacciari con la più feltriana delle risposte – non me ne importa niente”.
Alla fine si può dire che Cacciari non si sia arrabbiato più di tanto. Non con chi scrive, perlomeno. Ma forse è solo perché l’intervista è stata relativamente breve. In ogni caso, avanti tutta, professore.