È a tratti incontenibile l’avvocato Ivano Chiesa, il giorno dopo l’intervista che MOW ha dedicato a Martina e Ylenia, le sue assistite, due delle presunte vittime di violenza sessuale ad opera di Alberto Genovese. Nessuna illazione, nessuna allusione rispetto alla veridicità delle loro accuse sarà più tollerata: d’ora in avanti, chiunque sostenga che il loro sia soltanto un tentativo di speculazione dovrà vedersela con lui in Tribunale.
Illazioni che, come (purtroppo) ampiamente prevedibile, hanno ripreso vigore dopo la pubblicazione del servizio che le vede protagoniste e dopo la loro partecipazione, finalmente a volto scoperto, a Non è l’Arena, la trasmissione di Massimo Giletti. Perché si fanno vedere in volto? Non si vergognano? Stanno cercando visibilità? Sono queste le domande che in molti hanno continuato a farsi, nonostante un’evidenza fondamentale: Ylenia e Martina sono le (presunte) vittime, non sono loro a doversi vergognare.
Avvocato, ci tocca spiegarlo ancora una volta: perché Ylenia e Martina hanno deciso di metterci la faccia, come abbiamo scritto, e perché lei è d’accordo con questa scelta?
Ylenia e Martina hanno dovuto farlo! In queste settimane sono state oggetto di commenti più o meno pesanti, da parte di personaggi come Daniele Leali o di certi opinionisti moraleggianti. Tutti hanno insinuato che le ragazze, da una parte stiano raccontando delle baggianate, o che comunque abbiano sottaciuto aspetti riguardanti la natura dei loro rapporti con Genovese, e dall’altra che siano alla ricerca di notorietà. Entrambe le cose sono offensive ed è per questo che, per tutelare la loro stessa immagine, hanno deciso, d’accordo con me, di parlare in prima persona e di mostrare chi sono. Non sono delle escort, come è stato insinuato, non sono delle zoccole (lo scriva!), ma delle persone normali! Sono due ragazze giovanissime che hanno sicuramente sbagliato a fare uso di stupefacenti, ma che, con questo, non hanno autorizzato nessuno né a far loro del male, né a parlar male di loro.
Hanno fatto bene a mostrarsi, quindi.
Hanno fatto molto bene, perché è anche con questi gesti che si combatte la mentalità penosa, maschilista, vergognosa, che c'è in questo Paese retrogrado, per cui se sei stata violentata, comunque, qualche colpa ce l'hai e quindi, tutto sommato, è meglio se ti nascondi. Solo in Italia se ti mostri, tu, che sei la vittima, tutti cominciano a pensare “perché questa lo fa? Dove vuole arrivare?”. Ma Ylenia e Martina sono giovani, non hanno niente da nascondere, non hanno niente di cui vergognarsi! Nelle settimane che hanno preceduto la vostra intervista e gli interventi a Non è l’Arena mi hanno chiesto: "Lei cosa ne pensa?”. E io ho detto loro: "ragazze, andate, siete giovani, belle, sane, date un messaggio alle altre ragazze dicendo: ‘come vedete non siamo due escort, siamo due ragazze normali: è successo a noi, può succedere a chiunque, non abbiate paura di dire la verità’”.
Peraltro, Avvocato, come ha avuto modo di sottolineare in trasmissione e come ha evidenziato anche la Dottoressa Andreoli, la giurisprudenza è molto chiara: il consenso può essere ritirato in qualsiasi momento, anche dopo che, in un primo momento, era stato espresso.
Assolutamente! Ma questo è un concetto che, ovviamente, i grezzi ignoranti non conoscono e quindi poi parlano senza sapere quello che dicono. L'ho detto nel corso della trasmissione di Giletti: può essere oggetto di violenza sessuale anche una prostituta e tutti mi hanno guardato come a dire "ma che stai dicendo?”. Certo che può essere oggetto di violenza sessuale anche la prostituta! Come la moglie, la fidanzata! Perché ci vuole il consenso e il consenso, anche se l’hai pagato, è valido fino a dove lo hai comprato. Non è che siccome ti ho pagato, posso fare di te quello che voglio. E come se non bastasse dev’essere valido per tutto l'atto sessuale! Se a un certo punto uno dei due partner cambia idea, l’altro ha l’obbligo di interrompersi. Gli uomini lo devono capire! Dovete smettere, perché se siete uomini dovete rispettare le vostre donne. Rispettate le vostre donne, qualunque donna. Gli uomini veri non alzano neanche la voce, figuriamoci se alzano le mani con una che pesa la metà di loro.
Perché le femministe italiane non sono in prima linea in questo caso?
Perché evidentemente non sono poi tanto femministe, ma pensano solo di esserlo. Senza contare un altro aspetto: nel caso di reati a sfondo sessuale, il pensiero di fondo secondo cui, in qualche maniera, chi ne è vittima se lo sia meritato, la riserva mentale secondo cui, tu che hai subito violenza, comunque, sei andata ad una festa e non ci dovevi andare, e in ogni caso sei una ragazza facile, non si è ancora eradicato dalla testa della gente. Siamo nel 2021 e sarebbe ora di piantarla! Una ragazza fa e ha il diritto di fare quello che cavolo le pare, e ha il diritto di essere rispettata indipendentemente da quello che fa. Questo è il mio pensiero! Lo era quando avevo 19 anni e lo è adesso che ne ho 62. Io dovrei essere più all'antica di quelli che ne hanno 30 e invece mi accorgo talvolta di essere più moderno.
Quando Asia Argento rivelò di aver subito violenze da parte di Harvey Weinstein, in Italia, sull’onda del movimento Metoo, venne creato l’hashtag #quellavoltache, per raccogliere le testimonianze di tutte le donne oggetto di molestie. Per Ylenia e Martina nessuno si è mobilitato.
Perché Ylenia e Martina sono viste come due zoccoline, due che si meritavano quello che gli è successo. Ed è questo mi ha fatto arrabbiare più di tutto! Io di solito non mi occupo di reati a sfondo sessuale, ma ho deciso di difendere queste due figliole perché ho parlato con loro e sono rimasto così disarmato da capire che non potevo fare a meno di aiutarle.
Lei faceva riferimento ad altri commentatori oltre a Leali che hanno espresso pareri non condivisibili…
Hanno detto cose tipo: “Ma come mai le ragazze hanno deciso di denunciare solo ora?”. Queste persone non hanno capito niente! Abbiamo spiegato e rispiegato che le ragazze hanno avuto gravi difficoltà nel ricordare l’accaduto, perché evidentemente sono state indotte ad utilizzare sostanze stupefacenti che le hanno stordite, come hanno spiegato. Poi, dopo aver letto sui giornali del racconto della prima ragazza, quella violentata per venti ore, quella che si vede nel filmato, hanno cominciato a sentirsi via via più sicure, hanno compreso che ci sarebbe stato un pubblico ministero ad ascoltarle, che probabilmente questo stesso pm avrebbe avuto già dei riscontri su quello che avrebbero raccontato. Si sono sentite più tutelate. Ma, in ogni caso, una ragazza che ha subito una violenza ha il diritto di riflettere tutto il tempo che desidera se voglia sporgere denuncia o meno! I tempi che la legge le riconosce per decidere se depositare una querela sono lunghissimi proprio per questo motivo. Perché il legislatore sa che queste persone devono poter compiere un lungo percorso, dal punto di vista psicologico, che gli studiosi (e non quelli che non hanno studiato, che dovrebbero solamente starsene zitti) conoscono molto bene. C'è la vergogna, c’è la paura, la paura di essere giudicate male dai familiari, ci sono un sacco di potenziali problemi da affrontare. Quando una è riuscita a risolverli tutti, allora si decide ad andare a sporgere denuncia. A rendere tutto più complicato, in questo caso, c’era poi il timore di non essere credute, perché l’accusato è un imprenditore di successo, un uomo molto ricco, molto in vista. Quindi ci sono tantissimi aspetti. Una volta rotto il fronte, con l’incredibile vicenda che riguarda la prima ragazza, con il suo filmato, hanno avuto il coraggio di farlo. Tra l’altro, a quanto pare, ci sarebbero dei filmati anche su di loro.
Ha intenzione di querelare Leali o qualcuno dei commentatori a cui faceva riferimento?
Guardi, finora ce ne siamo stati zitti e buoni, ma se continuano un certo tipo di insinuazioni, non esiterò più un attimo. La cosa che il signor Leali e che queste persone non capiscono è che se tu insinui che io stia raccontando delle balle, mi stai accusando di aver commesso un reato. Perché accusare falsamente qualcuno è un reato, si chiama calunnia ed è un reato molto grave. Tanto che quando le ragazze sono venute da me io ho spiegato loro questa cosa, ho spiegato loro che dire una bugia a un pm è un reato. Siccome loro sono due ragazzine, non lo sapevano e, anzi, sono state molto attente nel distinguere ciò che ricordavano lucidamente da ciò che poteva essere un falso ricordo. Siamo arrivati al paradosso che avevano paura di raccontare al pubblico ministero ciò che sembrava loro di ricordare. Io le ho rassicurate e ho detto loro: “raccontate al pm le cose come le avete dette a me, lui poi farà il suo mestiere e metterà ordine fra tutti gli elementi in suo possesso”. Detto questo, ripeto, siccome l’insinuazione costante è che si siano inventate queste violenze, io, d’ora in avanti, comincerò a querelare tutti.
Per quanto detto finora state valutando azioni?
No, non importa, sono un uomo molto pragmatico e sono uno a cui non piace fare cause inutili. Ho detto che la devono piantare perché le mie figliole (le chiamo figliole perché io le vedo con gli occhi di un nonno, mio figlio ha 36 anni), le mie figliole, dicevo, hanno pianto troppo. Se le vedo un'altra volta piangere per i commenti mi girano le scatole e querelo tutti.
Nell’intervista a firma di Moreno Pisto è emerso un un dettaglio molto interessante e che potrebbe aprire, a sua volta, un filone d’inchiesta. Mi riferisco al fatto che Martina abbia assunto della cocaina, per la prima volta in vita sua, a seguito della cessione dello stesso stupefacente ad opera di un suo professore universitario…
Non so se sia oggetto di indagini. In ogni caso, è ovvio che la cessione di stupefacenti non vada mai bene. È un’altra delle cose che la gente non capisce: la cessione di stupefacenti è un reato anche quando è gratuita! Quando parli di spaccio la gente pensa a uno che ti vende una bustina e che ti chiede i soldi, ma la sola cessione è punita con la reclusione da 6 a 20 anni! Non dimentichiamoci che anche su Genovese pende l’accusa di spaccio di stupefacenti, oltre a quella di violenza sessuale.
Anche Leali potrebbe essere accusato di spaccio?
Questo lo sta dicendo lei, ma sono certo che la Procura della Repubblica non tarderà a sviscerare anche questo aspetto.