Chiara Ferragni è di nuovo incinta. Lo annuncia sui social, che si dividono subito tra giubilo e odio. E naturalmente è questa la fortuna dei Ferragnez. Che quindi hanno un solo problema, ed è narrativo. Sono sceneggiatori, registi, e attori del film della loro vita. E non possono permettersi di annoiare il pubblico.
Chiara Ferragni ha prima e meglio di tutti utilizzato i social per sovrapporre la persona al personaggio. Adesso ognuno di noi è allo stesso tempo voyeur ed esibizionista. Tutti proviamo a trasformare la nostra quotidianità in piano editoriale ma nel migliore dei casi ne viene fuori un giornaletto parrocchiale. Il prodotto di Chiara Ferragni è Chiara Ferragni e Chiara Ferragni è un prodotto di enorme successo. Una ragazza normale, ma un po’ di più… Una bellezza raggiungibile, apparentemente nessun talento la rende aliena. Abbastanza vicina da consentire l’identificazione, abbastanza lontana da indurre un sospiro: lei ce l’ha fatta. Chiara Ferragni è la dimostrazione vivente e calcolata che il successo è possibile. Efficace e poliedrica imprenditrice, il suo core business resta il racconto di se stessa. Un racconto avvincente ha bisogno di cose che succedono. Di eventi, di punti di svolta, di sorprese ben preparate.
Le favole finiscono con “e vissero per sempre felici e contenti” perché, ucciso l’orco e conquistato il reame, a nessuno interesserebbe il ménage familiare di principessa e principe alle prese con esorbitanti bollette del gas per riscaldare il castello. La felicità non si racconta. Perché annoia. La felicità può produrre suspense, tensione narrativa, solo inducendo uno stato di perenne sovraeccitazione. Bisogna rilanciare. Bisogna essere sempre-più-felici. Così la felicità presente fa apparire la felicità passata simile all’infelicità: in questo modo c’è uno sviluppo, l’impressione di un potenziale mai esaurito, una costante differenza tra potenza e atto. C’è storia.
Ora, per portare avanti la trama, perché gli spettatori della sua vita non sbadiglino, lascino la sala o fuggano nel bar per ingozzarsi di popcorn e caramelle gommose, Chiara Ferragni dovrebbe partorire ogni due anni. Oppure inserire un po’ di dramma in una commedia romantica che alla lunga risulterebbe strascicata, il così detto brodo allungato. La storia, per avvincere, avrà bisogno di una separazione, di uno scandalo, di un colpo di scena, di un cattivo.