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Ehi Mario Draghi,
ma il Ministero dello Sport?

15 febbraio 2021

Lo sport è identificativo della tradizione del Paese, ha una funzione sociale rilevante e conta un indotto significativo, eppure il nuovo Governo ha stabilito che si potrà fare a meno di un Ministero dello Sport. Una dimenticanza o un nefasto presagio?

Piscine chiuse, palestre chiuse, attività ridotte, associazioni sul lastrico, impianti sciistici chiusi una manciata di ore prima d’essere riaperti, Cortina 2021 in corso, olimpiadi di Tokyo alle porte, tradizione sportiva identificativa di una nazione e nessun Ministero dello Sport. Il neo presidente del consiglio, Mario Draghi, ha annunciato un paio di sere fa i ministri che comporranno il suo governo e nella sorpresa generale s’è scoperto che un ministro dello sport non ci sarà. Perché un Ministero dello Sport non è stato previsto.

C’è chi ha ironizzato sul fatto che il precedente ministro dello sport è stato talmente marginale e fuori dalle scene da far sì che Mario Draghi si dimenticasse persino di sostituirlo o rimpiazzarlo. Ma, al di là delle battute, è stata una scelta opportuna? Nella storia della Repubblica non è la prima volta e, verosimilmente, ad occuparsi di sport sarà qualche sottosegretario che prenderà in mano le deleghe. Ma da un punto di vista simbolico e di rappresentatività sono in molti quelli che considerano nefasta la decisione. Certo, il momento è quello che è ed i problemi con cui fare i conti tutti i giorni sono pressanti, ma la mancata conferma di un Ministero dello Sport stride violentemente con la tradizione di una nazione che allo sport ha legato la sua stessa storia, esprimendo personaggi che hanno portato il Tricolore sulla vetta del mondo. Noi siamo malati di motori e quindi non andiamo neanche a scomodare il calcio o altri sport super blasonati, ma ci basta citare la Ferrari o la Ducati, o Giacomo Agostini e lo stesso Valentino Rossi per affermare che probabilmente il nuovo Governo ha già fatto un primo grosso errore. Anche perché, appunto, il momento è quello che è.

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Sen. Claudio Barbaro

L’assenza di un Ministero dello Sport è stata notata da tutti, ma al momento nessuno parla, pur lasciando trapelare in ogni ambiente  un certo imbarazzo. A destra come a sinistra, tra quelli di estrazione liberale come tra quelli di estrazione statalista. Ad alzare la voce, e non poteva essere altrimenti visto il ruolo che hanno deciso di ritagliarsi, sono stati quelli di Fratelli d’Italia, rimasti per loro stessa volontà fuori dal Governo. Così, l’unica voce al momento esplicita sull’assenza di un Ministero dello Sport è arrivata proprio da un esponente del partito di Giorgia Meloni.

“Siamo di fronte a un’ennesima mortificazione per il mondo dello sport –ha affermato in una nota a sua firma il senatore Claudio Barbaro, che è anche presidente dell’ASI -  Un settore devastato dalla pandemia con un miliardo al mese in fumo, secondo la stima del Global Wellness Institute, un milione di posti di lavoro in pericolo, tanti cittadini che rischiano di non tornare a fare attività fisica nelle 100mila strutture sportive del nostro Paese, migliaia di associazioni sportive vicine alla chiusura: questo il quadro emergenziale che stiamo vivendo.  E il nuovo esecutivo come risponde? Cancellando il Ministero dello Sport. Con un passo indietro repentino senza precedenti. Un comparto in piena crisi rischia di essere lasciato a sé stesso.  In barba alla funzione sociale dello sport che, peraltro, genera il 4% del PIL.  E’ lasciato nello sconforto più totale un mondo già duramente colpito e messo in ginocchio dalla pandemia. L’ennesima conferma che per questa nazione lo sport è di sola facciata”.

Mario Draghi bn getty

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