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Il caso della polizia
a casa di Fabrizio Corona (tutto sui social).
L’avvocato Chiesa: «Non siamo in dittatura. Ora denunciamo»

  • di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

21 giugno 2021

Il caso della polizia a casa di Fabrizio Corona (tutto sui social). L’avvocato Chiesa: «Non siamo in dittatura. Ora denunciamo»
Dopo il controllo dei poliziotti a casa dell’ex re dei paparazzi, in cui si è creata tensione per una serie di episodi quantomeno equivoci, l’avvocato Ivano Chiesa – raggiunto telefonicamente da MOW – annuncia che Fabrizio Corona è pronto a denunciare gli agenti. Ma non solo, perché oltre alla contestazione della violazione di domicilio, il legale sottolinea tutta una serie di episodi che lo riportano a periodi della storia in cui ai cittadini erano private le libertà: «La gente lo dice a gran voce che verso Fabrizio Corona è in atto una autentica persecuzione. Ma non siamo nel Cile di Pinochet»

di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

Nuovo scontro tra Fabrizio Corona e le forze dell’ordine, quando la scorsa notte un gruppo di agenti della polizia si è presentato a casa sua a Milano dopo la segnalazione di presunti schiamazzi arrivata da chi abita in zona. L’intervento dei nove agenti è stato documentato con video e foto condivisi su Instagram, in cui sono mostrati i momenti di tensione seguiti all'arrivo dei poliziotti. La verifica sulla segnalazione per schiamazzi ha avuto esito negativo, ma è quel che è accaduto durante il controllo che ha fatto andare su tutte le furie Corona e in seguito il suo avvocato.

L’ex re dei paparazzi, infatti, ha prima lamentato che gli agenti sarebbero entrati in casa sua – dove sta scontando il residuo di pena agli arresti domiciliari - senza suonare il campanello e privi di un mandato di perquisizione. La sua reazione non si è fatta attendere. Li ha affrontati con il codice penale in pugno e in seguito si è lasciato andare a minacce di autolesionismo: «Venite pure a prendermi e rinchiudetemi di nuovo. A ‘sto giro mi taglio la gola. L'indirizzo lo conoscete, è sempre lo stesso. E lo conoscete anche bene a quanto pare» ha scritto in una storia Instagram, aggiungendo: «Sono stanco, non ce la faccio più, ve lo chiedo per favore, lo chiedo al Presidente della Repubblica. Lasciatemi vivere in pace la mia vita legale con i miei immensi problemi».

Una vicenda giudiziaria che si confonde con il dramma personale, sul quale abbiamo interpellato il suo avvocato, Ivano Chiesa, che si è detto esterefatto per il comportamento dei poliziotti, ma ha anche segnalato alcuni aspetti inquietanti di questa vicenda. Primo fra tutti, la sparizione dei video che Corona aveva pubblicato, come se non fossimo in democrazia ma in un regime dittatoriale.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Fabrizio Corona (@fabriziocoronareal)

Avvocato, i poliziotti avevano il diritto di entrare a casa di Fabrizio di Corona senza suonare il campanello e senza un mandato di perquisizione?

No, le forze dell’ordine non possono entrare in una proprietà privata se non è in corso un reato. Se sono un poliziotto e in una casa sento “aiuto, mi ammazzano” allora entro, anche buttando giù la porta. Ma per le attività di controllo, prima di tutto devono essere motivate. A quanto pare erano lì per controllare se Fabrizio in casa o per i presunti schiamazzi, ma devono suonare il campanello e attendere che qualcuno gli apra. Non possiamo ritrovarceli nelle nostre abitazioni quando siamo a letto con nostra moglie o nudi sotto la doccia. Questa è violazione di domicilio.

Avete anche segnalato che nove agenti per un controllo è un numero sproporzionato.

Così tanti agenti intervengono se è in corso una operazione di polizia importante. Uno spaccio, una rapina, una estorsione, un omicidio. Sennò la pattuglia è composta da due persone. Per schiamazzi notturni, come succede spesso in estate avendo tutti le finestre aperte, devono suonare e attendere che qualcuno gli apra. È questione di rispetto delle libertà dei cittadini.

Quindi siete pronti a sporgere denuncia verso la polizia? 

Assolutamente sì. Tutti hanno stigmatizzato l’atteggiamento di Corona quando sfondò il vetro dell’ambulanza, però nessuno ha sottolineato il perché lo ha fatto. Perché gli stavano portando via il cellulare senza mandato, ecco perché. Non si può, non siamo nella Stroscia di Gaza o nel Cile di Pinochet. Meno male che c’ero io, che ho chiesto spiegazioni agli agenti. Mi hanno risposto: «Facciamo il sequestro adesso», ma non era possibile, non è previsto dal codice. Allora glielo hanno ridato. In quel momento non abbiamo voluto alzare i toni, ma adesso è troppo. Quel giorno loro hanno denunciato Fabrizio per resistenza a pubblico ufficiale, un uomo che poi è stato ricoverato in un ospedale psichiatrico. Quando ce l’hanno notificata mi sono messo a ridere, perché era un paradosso. Ma ora basta, lo Stato che mostra i muscoli mi ricorda qualcosa di molto preoccupante, per cui con loro ci si vedrà in tribunale.

Un altro aspetto strano è quello della sparizione dei filmati dai social. Com’è stato possibile?

Me l’ha fatto notare Fabrizio, poi li ha ripubblicati. È un aspetto molto grave, da paesi dittatoriali. Io ho 63 anni, ho studiato questa materia tutta la vita da quando ne avevo 19. Sono figlio di una famiglia che mi ha insegnato dei valori di libertà e democrazia sui quali non si può transigere. La Costituzione è frutto di un lungo lavoro che è costato migliaia di vite umane. Tutto quello che mi riporta a periodi oscuri precedenti mi fa venire l’orticaria. Questo paese, come lo sto vivendo da qualche anno, non è più l’Italia democratica che conoscevamo. Non si può censurare, non è permesso. Né preventivamente né successivamente. La libertà di stampa va tutelata e difesa. Denunceremo anche questa violazione. Ma vuole sapere cosa mi dispiace in generale?

Cosa?

Che noto con stupore che le nuove generazioni questo anelito che ho io non ce l’hanno. Forse la storia segue questi percorsi e un giorno, quando avranno perso tutte le libertà, torneranno a fare le rivoluzioni. Non è normale che nove poliziotti si presentino da un cittadino senza motivo, che gli entrino in casa senza avvisare, che censurino i video pubblicati. Così non va bene, lo dico da cittadino, ancora prima che da avvocato. E poi certi simboli…

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Il logo segnalato sui social di Fabrizio Corona

Si riferisce al logo del teschio che aveva sulla divisa uno dei poliziotti?

Mi hanno detto che è un simbolo della Marvel, ma forse per chi è più giovane. Per me e quelli della mia generazione è il simbolo delle SS naziste. Non volevamo andare allo scontro frontale, ma visti questi continui atteggiamenti e segnali preoccupanti li quereliamo per tutto. Io e Fabrizio Corona non siamo persone che chinano la testa davanti all'arroganza del potere.

Fabrizio Corona è tornano a minacciare gesti di autolesionismo. Come sta il suo assistito?

Tutti questi episodi vengono vissuti come una autentica persecuzione, lo dicono gli stessi cittadini che ogni giorno commentano sui social. Invece di andare in nove da Corona perché non vanno da un vero criminale? È la gente, prima di tutto, a chiederselo vedendo quelle immagini. E anche lui la vive così, per cui chiede semplicemente di essere lasciato in pace. Ma non è la prima volta, va avanti da anni, e quindi ci siamo stancati.

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