Vittorio Feltri non è certo nuovo all’eleganza nel vestire, ma la sua ricomparsa in tv dopo la tornata elettorale ci è piaciuta particolarmente, tra papillon bicolore, voluminosa pochette, gemelli in bella vista e capello ben pettinato, con tanto di scenografico pianoforte sullo sfondo. Eletto (suo malgrado?) consigliere, dopo aver scontato la messa al bando causa par condicio (“è una parolaccia”?), il fondatore di Libero è tornato, stavolta di persona (ed elegantissimo), a Fuori dal coro, trasmissione di Mario Giordano su Rete 4 in cui prima del baillame elettorare figurava come ospite fisso. Feltri ha parlato del suo prossimo ingresso nel civico consesso milanese, dopo essere risultato il candidato più votato di Fratelli d’Italia e aver ricevuto una pioggia di preferenze, 2.268. Come ha fatto? “Semplice, non ho fatto la campagna elettorale”.
Ma perché ha accettato la candidatura? Aveva parlato di un momento di debolezza. “Sì, mentale. Però io ho molta simpatia per Giorgia Meloni, ma da molti anni, non è una cosa fresca. Per cui quando mi ha chiesto di candidarmi ho avuto questo cedimento psicologico e ho detto di sì. Subito dopo me ne sono pentito, ma ormai non potevo tornare indietro”.
E adesso che fa, va davvero in Consiglio comunale a discutere di Prg, tombini e buche, ad alzare la mano per votare? “Non mi ci vedo neanch’io. Credo che non proverò un grande interesse per le attività del Consiglio comunale, però voglio entrare e vedere le facce di quelli che ci sono. Voglio vedere un po’ come si muovono, cosa fanno, quel poco che fanno o quel nulla che fanno. In questo senso mi sono già impegnato ad andare in Consiglio comunale almeno tre volte”. E dopo la terza? “Poi vediamo”.
Ma non è che poi si candida alle poltiche? “Mah, le politiche io credo che non si faranno più in Italia, per cui non si pone il problema”. Perché il centrodestra ha perso? L’aveva definita “una coalizione del cazzo”. “Eh sì, purtroppo sì. Perché il centrodestra è partito in ritardo e non aveva candidati all’altezza. Io poi non lo dico volentieri perché sono amico di Luca Bernardo, ottimo medico. Però se uno suona bene il violino non è detto che poi suoni bene il pianoforte. Lui, privo di esperienza, non poteva fare grandi cose”.
Feltri si dice convinto che la bufera mediatica su Fidanza (e quindi su Fratelli d’Italia) e su Morisi (e quindi sulla Lega) non abbia influito in maniera determinante sull’esito del voto, anche se nel primo caso sottolinea che ci sarebbero da vedere tutte le 100 ore del girato e non solo i 10 minuti e si chiede come si possa definire qualcuno nostalgico di una cosa che non ha mai visto come il fascismo, mentre nel caso di Morisi attacca: “La sinistra si è sempre battuta in favore degli omosessuali, per la legge Zan, poi quando invece l’omosessuale è uno della Lega allora no, bisogna picchiarlo. E non «sanno» che l’uso della droga, che a me fa schifo, non è illegale. E per la cessione ci deve essere il pagamento”.