Un anno fa, a inizio pandemia, pesavo 92 chili. Facevo il cameriere full time, stappavo dalle 2 alle 4 birre da 66cl a sera. Il giorno libero dal servizio in sala lo santificavo a colpi di carbonara, lasagna, risotti iperburrosi. Innaffiavo il tutto con litri di lambrusco.
Poi il fu Prez Conte ha annunciato il lockdown. Lucchettati in casa. Niente soldi (avevo un contratto a chiamata da pezzente!), niente idee. Dopo i primi giorni di domiciliari da alcolizzato, morso dalla noia e dal degrado mentale, ho deciso di farmi una sessione di allenamento di boxe random. Ho recuperato una vecchia corda, le fasce della Leone, e sono andato ad allenarmi sul terrazzo condominiale, facendo il buffone che salta la corda e dà cazzotti all’aria, il cosiddetto “shadow boxing”, “vuoto” in italiano. Il problema era che non praticavo pugilato da anni e non ricordavo nulla dei movimenti sulle punte, della catena cinetica. Quando mi allenavo avevo la grazia di un cassonetto dell’immondizia semovente.
Girovagando su YouTube, mi sono imbattuto in una serie di video di due personaggi: Cicalone Simone e Franchino Er Criminale. Franchino spiegava la tecnica, gli spostamenti, come eseguire i colpi, ti dava indicazioni su come allestirti qualche gadget da pugile con pochi soldi. Cicalone era tutta motivazione, analisi dei match e dei pugili vecchi. Cicalone diceva di mollare il cibo spazzatura e di mangiare sano, di seguire una dieta. Mi dicevano cose serie e utili, ma con ironia e stile. Niente pipponi da dinosauri, per intenderci.
Qualcosa è scattato nel mio cervelletto e ho iniziato ad allenarmi 2 ore al giorno, 6 giorni a settimana, pugilato e corpo libero. Controllavo quello che mangiavo.
Oggi peso 82 chili. 12% di massa grassa. Non sembro più un cassonetto, le combo base jab-jab-gancio le porto decentemente. Se sono migliorato, lo devo anche a Franchino e a Cicalone. Intervistarli è un atto di ringraziamento privato. E poi, sono tra i massimi esponenti italiani dei social media, in termini di contenuti a sfondo pugilistico e sport da combattimento.
Inoltre i loro video hanno sempre un secondo fine, quasi educativo mi verrebbe da dire. Cicalone e Franchino li farei guardare obbligatoriamente a mio fratello coi neuroni sbomballati da Fortnite, magari si ripiglia un po’.
Ci incontriamo in una palestra dove lavora Franchino, in zona Basilica San Paolo a Roma. È una palestra popolare all’interno del vecchio Cinodromo.
“Daje ragà,” fa Franchino a me e al fotografo “Vi faccio vedere un po’ chi siamo”.
Entriamo nella palestra, che è di quelle vecchia maniera: travi d’acciaio coi sacchi appesi, un grande specchio a parete per osservarsi durante il vuoto, sbarre per trazioni, il ring che troneggia sul fondo della struttura.
“Io ‘sto posto l’ho occupato da pischello. Mo’ faccio il maestro, anche se di ‘sti tempi gestiamo solo gli agonisti… però lo sport popolare meriterebbe più dignità, ché stiamo portando un sacco di pugili alla ribalta, penso a Mastromarino che combatterà per il titolo italiano, lui s’allena alla Revolution che è sempre una palestra popolare eh!”.
Cicalone arriva con qualche minuto di ritardo.
“Ahò ormai Cicalone senza mascherina in giro nei quartieri criminali!” fa Franchino, riferendosi alla serie di video che Cicalone sta pompando ultimamente, una denuncia sociale sulle condizioni spesso tragiche in cui versano le borgate di Roma.
“No ma io ce l’avevo, ma che fai vai a Torbella nella piazza de spaccio e te metti a dì a chi gestisce lo smercio “oh scusa metti la mascherina che sennò mi rompono le palle nei commenti sul video?!”, nse po fa’”.
Lo guardo e scoppio a ridere. Penso alle sue uscite stratosferiche contro noi utenti ciccioni e pigri, come il classico “sembrate dei bustoni che se so’ magnati un buondì ca’a merda!”. Cicalone blasta tutti, altro che Mentana.
Ci sediamo a bordo ring, io in mezzo ai due compagni di merende.
Partiamo dallo zero. Chi siete, che cosa fate?
Cicalone: “Io ho il mio canale, Simone Cicalone, e ho 250mila iscritti. Al momento, i miei video sono dedicati a svariate tematiche, ma il focus resta il mondo degli sport da combattimento. Ho iniziato nel 2007. Il primo video lo feci perché comprai un sacco da muro e lo montai in casa. Era una sorta di recensione. Poi sono passato da subito a dei video ironici e sarcastici su argomenti che avevo a cuore. Prendevo in giro la difesa personale, poi i buttafuori. Ma non per partito preso, ma perché davvero c’era il problema dei buttafuori maneschi o degli istruttori fake di arti marziali”.
Franchino: “Anzitutto specifico ‘na cosa: io so’ Alessandro e il personaggio che interpreto è Franchino”.
Cicalone ride e fa “sì calcola che ormai lo chiamano Franco, come se fosse il nome suo”.
Franchino continua: “La figura di Franchino nasce come supporto di Cicalone per un video, Franchino era un personaggio dell’adolescenza di Cicalone e io l’ho interpretato. Questo video poi è andato così bene che ne sono seguiti altri, e alla fine ho creato il mio canale che ad oggi ha 60mila iscritti. Faccio principalmente video sulle tecniche basilari di pugilato, su come realizzarsi una home gym co’ du spicci, ma faccio come mi pare perché in alcuni video ci butto dentro la mia personalità e le mie passioni, dalla buona cucina all’enologia di qualità, come nei video con Lucci il cantante dei BrokenSpeakers”.
I vostri video spesso hanno dei toni spinti, d’impatto. Non avete mai avuto paura del politicamente corretto, della censura?
F: “A me nme frega nulla. Io dico quello che penso. Non ci magno da YouTube, quindi almeno dico quello che mi pare”.
C: “Per creare contenuti virali, hai due scelte: o ti approcci con aggressività o a presa per il culo, con ironia”
F: “Oppure fai un video dove scavalchi ed entri nella villa di uno famoso, gli caghi in giardino e fai tre milioni di views”.
Voi, oltre a essere due comunicatori, siete istruttori tesserati alla FPI, la Federazione Pugilistica Italiana. Qual è la situazione del pugilato oggi in Italia?
F: “Allora… faccio una premessa: ho vissuto in Islanda, Olanda, Svezia sei anni, centro e sud America… scappavo dall’Italia perché mi faceva schifo la società italiana, ok? Ricordo il momento che decisi di andare via: stavo a fa colazione al bar e lessi su un giornale che…”
“Ma Lessi che… il cane? E poi che c’entra col pugilato?” s’intromette Cicalone.
“Eddai che sto a dì ‘na cosa seria. Lessi che Buttiglione voleva per forza il gelato alla buvette di Montecitorio. Diceva che era uno scandalo, che era un’offesa verso il duro lavoro dei senatori. Lì capii che dovevo andarmene. Questa mentalità oggi la ritrovo nel pugilato italiano. Come in ogni ambito, le cose vengono affidate ai soliti raccomandati anche nel pugilato. Per creare risonanza e seguito ci vogliono opere di coinvolgimento della massa fatte bene, progettate, e mandate avanti con una determinata costanza e un saper fare, cosa che non c’è. La FPI a Cicalone dovrebbe fargli un busto di marmo, perché Cicalone ha portato più gente a seguire il pugilato da solo che tutto il comitato pugilistico e i vari addetti ai lavori in decenni”.
Nei vostri video spesso c’è una narrazione, buoni e cattivi, come fosse una fiaba. Ad esempio, i cattivi per eccellenza, i krav maghi: chi sono?
C: “Il krav mago è il cazzaro. È il raccomandato, quello che si inventa le cose. Il krav mago esiste in tutte le sfere della vita. Il peggior krav mago è quello che guadagna sulle tue deficienze, mancanze. Il krav mago degli sport da combattimento è colui il quale si inventa un metodo di difesa, ti vende dei pacchetti incredibili come “DIECI LEZIONI E DIVENTI UN’ARMA LETALE DA STRADA” e poi ti fanno pure il supplemento di due lezioni per spiegarti a livello giuridico come difenderti dagli eccessi di legittima difesa. Cazzari così vanno sputtanati, stop, senza vie di mezzo”
F: “Vabbò ha già detto tutto lui che cazzo te devo dì io?”.
I vostri video sono anche educativi, vi rivolgete ad un ampio target e cercate di lasciare un messaggio, che sia alimentazione salutista o educazione nella vita quotidiana. Vi capita mai di ricevere richieste di aiuto dai ragazzini, che vanno oltre il semplice aiuto tecnico sul pugilato?
F: “Riceviamo messaggi di tutti i tipi. Dal ciccione che vuole dimagrire di 30kg in due giorni con una scheda miracolosa al bambino undicenne che vuole diventare campione dell’universo e vuole sapere come deve fare”
C: “Le classiche sono le domande mediche. Tipo ‘ma se mi manca la cartilagine alla spalla destra posso fare pugilato?’. E che cazzo ne so io? Vai dal medico! Oppure il classico ‘c’è uno che mi ha preso a male parole a scuola, secondo te devo pistarlo?’. Ma che ne so io!?”
E perché questo accade secondo voi?
C: “Perché manca l’empatia tra genitori e figli, e perché anche gli ultimi baluardi che dovrebbero insegnarti un po’ come si vive, ossia gli insegnanti, spesso sono figure inutili. I professori certe volte sono degli scazzati enormi. I ragazzini nelle scuole non hanno supporto per interpretare la realtà. Perché mo’ vanno tanto le live su Twitch? Perché i ragazzini chiedono, vogliono risposte dai loro ‘idoli’, risposte che non trovano in famiglia o a scuola”.
F: “Si può riassumere il tutto in questo: i ragazzini non hanno dialogo e risposte alle loro domande. E poi i ragazzini di oggi non leggono, sono analfabeti funzionali pure loro”.
Cicalò, questa è per te: tu spesso promuovi uno stile di vita sano, senza vizi, con alimentazione controllata, e praticamente in ogni video dici “A CICCIONI!”. Mai accusato di Body Shaming?
C: “Sì ma non faccio body shaming, dico solo che se sei ciccione non devi morire ciccione. Non è che schernisci una persona se la chiami cicciona eh. È una patologia e la gente non vuole capirlo. Quando mi dicono che faccio body shaming io rispondo eh sì e voi siete dei coglioni. Il body shaming in questo senso non esiste, non è una malformazione congenita, non è un handicap di nascita. Se tu sei grasso rischi di morire prima, stop”.
Come vorreste essere ricordati quando smetterete di fare i video?
F: “Ricordato? Addirittura? Ammazza! Vabbè, non sono Pippo Baudo che è stato sulla scena televisiva per 50 anni, sono solo uno YouTuber. Mi basta essere ricordato con affetto”.
C: “Io spero di essere ricordato per aver lasciato qualcosa di costruttivo. Spero che dalle mie storie, dai miei pipponi sul mangiare bene e sull’allenarsi, qualcuno possa trarne ispirazione per cambiare stile di vita. E magari mi piacerebbe essere ricordato come quello che ha divulgato gli sport da combattimento in Italia quando non se li inculava nessuno”.
Cicalone ci lascia così, dice che ha degli impegni e se ne va sul suo scooter. Franchino deve allenare due ragazzi che sono entrati in palestra mentre facevamo l’intervista.
“Sono agonisti loro, giusto?” chiedo.
Li osserviamo mentre vanno 1 minuto di vuoto e 1 minuto di corda ad alta intensità. Sono secchi, ma hanno lo sguardo determinato.
“Seeeeee, agonisti… diciamo ce stanno a provà… la strada è dura. Non te regala niente nessuno” fa Franchino, e li fissa con le mani sui fianchi.
“E daje co’ quella corda!”