Il 2020 si sta avviando finalmente verso una conclusione, facendo segnare un passaggio che, mai come nelle circostanze che stiamo vivendo, sembra coincidere con una vera e propria rinascita. Un anno estremamente difficile che ha rappresentato, tuttavia, anche un'occasione di cambiamento, permettendo a tutti di rallentare e, a qualcuno, di elaborare nuovi e innovativi approcci al futuro che ci attende.
È il caso di Garmin e dei milioni di sportivi che utilizzano i suoi prodotti, in giro per il mondo. Numerosi sono stati, infatti, i progetti e le imprese che è stato necessario posticipate a tempi migliori: un modo per feramrsi e pianificare in maniera ancor più accurata le proprie attività, ma anche un ottimo spunto per ribaltare completamente l'approccio ai Beat Yesterday Awards, i premi che, ogni anno, Garmin consegna agli atleti che più di tutti sono stati in grado di migliorare sé stessi, nel corso dei dodici mesi precedenti.
Un premio giunto oramai alla sua quinta edizione e che, in questo 2020, ha visto un completo stravolgimento del suo format. Ad essere premiati, quest'anno, non sono stati, così, gli atleti che hanno saputo battere il proprio "ieri", il proprio passato, nella maniera più entusiasmante, ma coloro che, nei mesi scorsi, hanno saputo sottoporre a una giuria di esperti, i progetti più interessanti, la cui realizzazione è prevista per l'anno a venire.
I progetti selezionati da Garmin sono frutto di un lavoro di scouting iniziato lo scorso luglio e che ha visto la candidatura di oltre 240 profili. Tra questi, sono stati selezionati i sei che al incarnano meglio lo spirito della competizione: persone comuni in grado di compiere imprese fuori dal proprio ordinario, secondo il concetto attorno a cui è stato costruito in origine il significato dei Beat Yesterday Awards, cinque anni fa. Un riconoscimento che non vuole eleggere il migliore, ma elevare chi è forte della volontà di non fermarsi a ciò che si è, per scoprire chi si vuole essere veramente e raggiungere il proprio obiettivo andando contro ogni difficoltà.
I sei protagonisti che hanno ricevuto il riconoscimento Beat Yesterday Awards 2020 potranno contare sul supporto di Garmin in tutte le fasi di avvicinamento e di preparazione della loro impresa: l’azienda offrirà loro strumenti e formazione tecnica, ma soprattutto la possibilità di potersi confrontare con grandi nomi dello sport e avere da loro consigli, utili per raggiungere il loro sogno.
Tra gli Ambassador Garmin che hanno messo a disposizione la propria esperienza nel mondo del ciclismo troviamo Davide Cassani, a fianco di un protagonista trentennale della multidisciplina come il triatleta Daniel Fontana. Per chi punta letteralmente in alto, non poteva mancare la preparazione dell’alpinista bergamasco Simone Moro, fresco dell’annuncio della nuova spedizione invernale. E proprio perché il mondo lo si può scoprire anche viaggiando in motocicletta su strade infinite o veleggiando per mari, ecco a completare questo esclusivo team di “tutor” anche Alessandro Botturi e Giovanni Soldini.
«Vogliamo essere compagni della passione sportiva di ogni atleta, qualsiasi sia il suo livello, e per fare questo, con i Beat Yesterday Award 2020 forniremo ai sei vincitori tutto il nostro supporto per vivere e, soprattutto, realizzare i loro sogni», ha affermato Stefano Viganò, AD Garmin Italia, che ha continuato dicendo che «l’anno che sta per chiudersi si è caratterizzato per i grandi cambiamenti che hanno lasciato una traccia nel vissuto di tutti noi, ma anche le situazioni più difficili possono dare grandi motivazioni, permettendo di guardare al futuro con ancora più ambizione ed è così che in questa edizione dei Beat Yesterday Awards abbiamo voluto premiare le imprese sportive “di domani”, selezionando sei progetti che vedranno la propria realizzazione nel 2021, che ci auguriamo sia più sereno per tutti».
Tra le numerose candidature giunte a Garmin, ad essere selezionate sono stati Alessio, Erica, Nicolò, Paolo, Nicola e Samuele. Sei persone. Sei storie diverse. Sei sfide importanti, raccontate, per la consegna dei Beat Yesterday Awards 2020 dal giornalista Daniele Piervincenzi.
Samuele Meucci, da Firenze a Pejo in bici e a piedi
Samuele Meucci, farà un tuffo nei ricordi, raggiungendo Pejo, in Trentino, con partenza da Firenze e muovendosi esclusivamente in bici e a piedi. Fiorentino doc di 39 anni, Samuele è amante del trail running sulle lunghe distanze e alle spalle ha due Tor Des Geants completati:
«Sono nato a Firenze ma fin dalla tenera età, i miei genitori mi facevano trascorrere le vacanze estive in Trentino, a Pejo, in Val di Sole. Ogni anno, sempre nel solito luogo. Sempre nello stesso campeggio, dove ho dei ricordi bellissimi. Mio padre mi ha fatto innamorare delle montagne della valle e i primi passi, anche in alta quota, li ho mossi proprio con lui. Adesso purtroppo loro non ci sono più ma continuo ad andarci ogni anno, nella mia roulotte, dove spero di poter far nascere l'amore per le montagne anche ai miei figli. E forse ci sto già riuscendo. Per ringraziare i miei genitori per tutto quello che hanno fatto per me, di avermi fatto come sono, è nata questa idea: partire da Firenze e arrivare a Pejo solo con le mie forze, alternando tratti a piedi alla bicicletta. La bicicletta di mio papà. Non sono un ciclista, non ho nemmeno il casco per la bici, ma sono sicuro che ce la farò».
Durante la premiazione, Samuele è stato affiancato da Daniele Piervincenzi, narratore del progetto Garmin Beat Yesterday 2020: «Credo che questa sia la dimensione più pura della passione per lo sport: sogni, fatica ed emozione»
Paolo Cazzaro e il record dell'ora di paraciclismo
Paolo Cazzaro ha un unico obiettivo: il record dell’ora di paraciclismo. Una storia di sport e rinascita: «Mi chiamo Paolo Cazzaro, ho cinquant’anni e da sei anni sono un paratleta». La seconda vita di Paolo è iniziata nel 2004, dopo aver capito che lo sport, e in particolar modo il ciclismo, è il miglior medicinale che può “assumere” per trovare sollievo ai problemi fisici riportati a seguito del suo gravissimo incidente:
«Non ho scelto di fare sport per lo spirito di competizione o di sfida che contraddistingue la maggior parte delle persone. Ho deciso di intraprendere un’attività sportiva per curarmi dal dolore neuropatico alle pelvi e alla gamba sinistra, esito di un grave incidente in moto nel 2004. Dopo mesi di ospedale mi trattarono per dodici anni con farmaci anti epilettici e antidepressivi. Pesavo 100 kg e fumavo quaranta sigarette al giorno. La mia vita era al collasso. Avevo solo 44 anni», dice Paolo. «Ricominciai quindi a praticare sport. Prima la BMX poi la bici, finché un giorno notai che le endorfine prodotte dall’attività sportiva - in parte - riuscivano a farmi tollerare quel dolore martellante alla gamba. Da lì la strada è stata tutta in discesa. Talmente in discesa che ora voglio fare il record dell'ora di paraciclismo».
Dopo aver raggiunto già importanti riconoscimenti sportivi, un obiettivo davvero ambizioso, che sottolinea la sua grande determinazione. In occasione dei Garmin Beat Yesterday Awards 2020, Paolo ha avuto la possibilità di chiacchierare a lungo con il CT della nazionale italiana di ciclismo Davide Cassani. «Paolo ha tutte le qualità che cerco in ogni atleta: determinazione, concentrazione e anche un tocco di sana ambizione. Sono certo che riuscirà a raggiungere anche questo grande traguardo».
Nicolò Pancini, in moto intorno al Mediterraneo
L’emozione traspare dai suoi 29 anni, ma Nicolò Pancini, della provincia di Savona, ha le idee ben chiare, così come la rotta da seguire per “circumnavigare” il Mediterraneo, tenendosi sempre il mare alla sinistra, partendo dal suo paese di origine, Cairo Montenotte. Lui e il padre viaggeranno in sella a due splendide motociclette BMW R80G/S del 1986:
«La resilienza e la caparbietà mi contraddistinguono particolarmente. Penso sia anche dovuto al fatto che per 10 anni ho praticato lo sport della mia vita, partecipando al Campionato Italiano e Regionale di Enduro. È uno sport che insegna molto, soprattutto ad essere forti con sé stessi, a conoscersi, a conoscere i propri limiti, a contare sulle proprie capacità e a non cedere, sia mentalmente che fisicamente. È lo sport che mi ha tramandato mio papà. L’amore del viaggio unito a quello delle moto d’epoca sta continuamente alimentando il sogno di mio padre. Un sogno che io vorrei riuscire a realizzare. Si tratterebbe di partire dal nostro paesino di origine, Cairo Montenotte, e tenendosi sempre il mare a sinistra costeggiare tutto il Mar Mediterraneo. Ad oggi, non sono nelle condizioni di immedesimarmi in mio papà nel sapere che il suo sogno potrà essere realizzato, ma al solo pensiero vengo travolto da un turbinio di emozioni. Un sogno che potrebbe segnare di gioia eterna l’esistenza di mio papà, la mia e quella dei miei futuri figli».
«Non potevano che scegliere mezzi migliori per questo progetto!» ha commentato Alessandro Botturi, vincitore delle ultime due edizioni dell’Africa Eco Race, con cui Nicolò ha avuto modo di confrontarsi per la messa a punto degli ultimi dettagli del suo itinerario.
Erica Fre’: il coraggio di ricostruirsi e riprendere in mano la propria vita
Una donna che non si è mai fatta abbattere dalle sfide. Una mamma che, dopo aver dedicato la propria vita alla sua famiglia, ora vuole raggiungere un traguardo solo per sé stessa. Una maratona corsa in 8 ore è stata il suo re-start:
«Sono stata una sportiva per un bel pezzo della mia vita, poi ho mollato tutto. Ho attraversato momenti di buio e sono arrivata a pesare 134 kg. Poi sono entrata in un progetto che si chiama Run To Feel Better. Mi sono allenata, ho faticato, ma non ero ancora pronta ad affrontare un cambiamento fisico reale. Un anno fa sono arrivata a correre la maratona in 8 ore esatte. Per me resta il giorno 0. Da lì toccava di ricominciare. La prossima estate l’obiettivo è fare da Biella ad Assisi in bici, per poter raccontare alle persone che se anche la vita ci abbatte, se ci sembra di essere costantemente inadeguati, e anche se siamo fisicamente poco preparati, con impegno, fatica, e la giusta guida, i sogni si possono realizzare».
Il triatleta Daniel Fontana ha avuto modo di dare a Erika preziosi suggerimenti su come approcciare nel modo migliore questo suo grande viaggio: «Quando dico che anche noi atleti, in realtà, siamo persone comuni mi riferisco proprio a questo: il modo di vivere di Erica è esattamente quello che spinge me a cercare sempre un nuovo traguardo e superare i miei limiti».
Alessio Alfier: nuoto, bici e scalata (quasi) senza respiro
Alessio è uno sportivo a 360 gradi, appassionato di più discipline. La sua grande voglia di mettersi in gioco e buttarsi in una avventura sempre nuova, ad un certo punto della sua vita, incontra però un ostacolo imprevisto: l’asma. Un impedimento per molti, ma non per lui. Originario di Genova Voltri, si sta preparando per riuscire a percorrere 7 km a nuoto, dopo i quali pedalerà ben 300 km in sella ad una bicicletta per raggiungere Pont in Valsavarenche, e affrontare quindi una vera e propria ultima fatica: scalare il Gran Paradiso e arrivare a Cogne, la sua seconda casa:
«Ho scoperto di essere asmatico a 35 anni, proprio mentre accompagnavo un mio amico disabile sulla cima del Gran Paradiso. Inutile dire che per me, preparatore atletico di professione e grandissimo sportivo, una patologia come l’asma poteva significare anche la fine di tutto. Da quel momento ho iniziato un nuovo lavoro su me stesso, per riscoprire i miei limiti e imparare a ri-conoscere me stesso. Sto lavorando per costruire un progetto che lega il mio essere un asmatico alla possibilità di sfidare le profondità e l’alta quota in un modo unico. Vorrei sfidare le profondità in apnea, fare a nuoto 7 km, inforcare la bici e dopo 300 km arrivare a Pont in Valsavarenche per scalare il Gran Paradiso e arrivare a Cogne. Unico minimo comun denominatore: il mio respiro»
Ad “assistere” Alessio durante le premiazioni dei Garmin Beat Yesterday Awards 2020 uno che di imprese estreme ne sa qualcosa: Simone Moro, fresco dell’annuncio della sua nuova spedizione invernale sul Manaslu. «Per me sarà il terzo tentativo su questa montagna – dichiara l’alpinista bergamasco – Questo è il mio Beat Yesterday: accettare un fallimento senza identificarlo come la fine, ma come l’inizio di una nuova avventura».
Nicola Livadoti e sua moglie diventano "green"
A dire la verità, Nicola e sua moglie hanno già realizzato, almeno in parte, il loro sogno. Nel 2016 hanno deciso di cambiare completamente vita, lasciando le loro occupazioni e comprando una barca di 37 anni, un Azimut 28. L’hanno completamente restaurata, dagli impianti ai motori, al sottocoperta, per trasformarla in una barca che offre experience di cucina e sunset spritz tra le Cinque Terre e Portovenere. Un grande successo che ha portato tante soddisfazioni. Ora è arrivato il momento di realizzare la metà mancante del loro Beat Yesterday: «L’obiettivo adesso è quello di rendere la nostra barca totalmente ibrida – dicono afferma Nicola – Il mare ci regala grandi emozioni, ed è per questo che vogliamo poterlo ringraziare offrendo ai nostri ospiti un servizio ecosostenibile e rispettoso dell’ambiente che ci ospita».
E per due amanti del mare, non poteva esserci sostenitore migliore di Giovanni Soldini: «La tutela ambientale sarà senza dubbio un tema centrale dei prossimi anni» – afferma il velista – «Per chi vive il mare, il cui richiamo è sempre forte, il futuro non può non passare dal suo rispetto e dalla sua tutela».
Le sfide sono davvero tante per i sei premiati, ma con la giusta determinazione e i consigli giusti, arrivare al traguardo e raggiungere il proprio obiettivo regalerà emozioni impagabili.
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