Alberto Genovese è stato scarcerato. Lascia San Vittore per trasferirsi in una casa di cura per il recupero dei tossicodipendenti a Cuveglio, in provincia di Varese. La decisione è stata notificata all’avvocato Ivano Chiesa, difensore di Ylenia Demeo e Martina Facchini, due delle presunte vittime dell’imprenditore accusato di violenza sessuale aggravata dall’uso della droga, sequestro di persone e lesioni gravissime. Chiesa che commenta per MOW la notizia.
“Ovviamente – dice l’avvocato – come difensore sono sempre contento quando un cittadino riacquista la libertà, ma come legale delle due ragazze non posso tacere e come avvocato non posso non notare il doppiopesismo evidente. Prendiamo un altro mio cliente come Fabrizio Corona e pensiamo a quello che ho dovuto fare nel suo caso: per Genovese la Procura della Repubblica ha dato parere favorevole, mentre con Fabrizio ha impugnato qualunque cosa. Prendiamo poi il caso di Francesca Persi (collaboratrice di Corona, ndr), che si è fatta nove mesi di custodia cautelare per un reato estremamente meno grave di quello contestato a Genovese e per il quale poi è stata assolta. Prendiamo poi tutte le istanze che io e i miei colleghi abbiamo fatto durante la carriera che sono state respinte con motivazioni esattamente opposte rispetto a quelle che ho appena letto in relazione a un reato molto grave, perché non dimentichiamo che si parla di violenza nei confronti di ragazze che hanno subito dei danni fisici. Se penso a tutto questo, non posso che rimanere basito.
Ciò detto, terrò questa ordinanza come cimelio, me la metterò in studio perché mi servirà in futuro per tutti i casi che mi capiteranno: vedremo se d’ora in poi mi diranno di sì e la Procura della Repubblica darà parere favorevole. Per casi meno gravi nella mia carriera mi avranno detto di no almeno cento volte. Otto mesi di custodia cautelare per un caso del genere? Per carità, prendo atto, ma faccio il confronto mentale per casi analoghi ma meno gravi nei quali mi è stato sempre detto di no”.
Che dire di Ylenia Demeo e Martina Facchini? “Non le ho ancora sentite, ma immagino che non ne siano molto felici. Viviamo nel Paese del politically correct, dove tutti si indignano per tutto. Qui ci sono state delle ragazze danneggiate fisicamente… Qualcuno dirà qualcosa? Secondo me chiaramente loro ci rimarranno male. Poi auguro a Genovese tutto il bene possibile e che faccia il suo percorso di riabilitazione. Quel che è certo però è che in galera non ci andrà più. La gente non lo sa. Ma se lui sta lì in clinica, lui sconta pena, pena che verrà detratta dalla pena a cui verrà condannato. Se il processo durerà due-tre-quattro anni, quand’anche dovesse prendere una pena di dieci anni, non rientrerà più in carcere, perché molto probabilmente la pena residua sarà sotto i sei e avendo lui un problema di tossicodipendenza in carcere non tornerà mai più e andrà in comunità. Una cosa su cui credo sia il caso di riflettere.