Un grandissimo. Una delle voci degli italiani. Non ci sono dubbi. Enorme. In tutti i sensi. In questi giorni saranno tanti, tantissimi i ricordi che verranno menzionati da sportivi, colleghi, personaggi dello spettacolo sul miticoooo Giampiero Galeazzi. Ce n’è uno però che in pochi, pochissimi, sanno è che ha a che fare con le auto. Anzi, con un’auto in particolare: la Renault Espace. L’aneddoto si conosce tra i giornalisti auto e per tanti anni è stato tramandato di bocca in bocca ogni volta aggiungendo dettagli fino a renderlo inverosimile. Ma la base di verità c’è e ci fu raccontata da uno degli uomini che formavano l’ufficio stampa di Renault all’epoca.
L’episodio è buffo, ve lo diciamo subito, e ci fa piacere raccontarlo perché di solito quando uno muore chiunque è portato a descrivere il defunto come un santo, invece santi non siamo, e alcuni aneddoti sono capaci di strapparci una risata anche se i dettagli non rendono onore al protagonista, o meglio: non rendono onore nel modo in cui comunemente si intende. Per noi, un episodio del gente rende onore eccome al Giampiero Galeazzi uomo. Ce lo fa ancora più umano, ancora più vicino, ancora più peccatore. Migliore insomma. Più imperfetto e quindi ancora più perfetto. Più Galeazzi. Un mito.
L’episodio è questo. Renault dà, come spesso capita, un’auto in uso a Galeazzi. L’auto in questione è una Espace, a quanto pare. Il comodato doveva durare un mese ma alla fine del periodo stabilito l’auto non rientra. A questo punto l’ufficio stampa comincia a chiamare ripetutamente Galeazzi che, in modo innocente, si nega. Non risponde. Piccolo inciso: dovremmo essere intorno agli anni Novanta. Forse, proprio nel 1990, nei mesi del mondiale italiano e delle notti magiche. Va precisato perché Galeazzi in quel periodo era oberato di impegni. Infatti continua a non rispondere. E va avanti così per mesi e mesi. Fino a quando a un certo punto, miracolosamente, risponde. Il contenuto di questa telefonata si può riassumere così (immaginatevela con il tono di Galeazzi):
- pronto?
- salve, avevamo dato a lei in uso un’auto Renault.
- un’auto Renault?
- sì, una Espace…
- ah sì
- ma non è più stata riconsegnata e volevamo…
- ah sì, la trovate lì.
Galeazzi avrebbe fornito un indirizzo approssimativo. La macchina era effettivamente li? Sì era lì… peccato che fosse con le ruote sgonfie e sotto una coltre di foglie autunnali. Era stata abbandonata. Questo aneddoto viene raccontata di cene in cene ancora oggi, e come dicevamo non è nostra intenzione raccontarlo con malizia e giudizio. Anzi, lo raccontiamo solo per ricordare quell’immenso di Galeazzi. Che per il troppo da fare si era dimenticato anche di avere avuto un’auto. A onore del vero, molti anni dopo questa storia è stata attribuita quando ad altri brand e quando ad altri giornalisti. Quindi ha il carattere della leggenda. Ma a noi ci piace pensare che il protagonista di questa leggenda era lui, Giampiero Galeazzi, perché era lui stesso leggenda. Ciao Giampiero. Ti rimpiangeremo tutti.