I ciclisti sono, da sempre, la categoria più discussa, fra gli utenti della strada. Rispettati quando viaggiano sulla propria corsia comportandosi secondo le regole del codice della strada, super criticati nel momento in cui si schierano in mezzo alla carreggiata in maniera quantomeno inopportuna. Dall'esserne infastiditi al sabotarli, però, ce ne passa di acqua sotto i ponti.
Risalgono a circa due anni fa le prime produzioni di trappole artigianali anti-ciclista, realizzate con puntine in ferro, sparse sull’asfalto. Un gesto sconsiderato, dalle conseguenze potenzialmente tragiche che, fortunatamente, aveva provocato soltianto qualche foratura. Un episodio simile si è verificato nuovamente pochi giorni fa nella provincia di Como, tra Brienno e Colonno. È lungo le strade di questi due comunu che sono state seminate delle graffette nei giorni di Pasqua. “Era già successo qualche tempo fa anche se non direttamente a me, io però le ho prese in paese, a due chilometri da casa – spiega uno dei “colpiti” a La Provincia – È difficile che vengano lasciate per sbaglio. Essendo la gomma morbida, entrano facilmente. Se le prendi in curva, ti possono far sbandare, oltre che essere un gesto molto antipatico è molto pericoloso”.
Ma a far discutere sono le affermazioni del sindaco di Brienno, Francesco Cavadini, il quale ha ovviamente condannato il gesto, ponendo tuttavia l'accento sul "problema" ciclisti: "Senza fare di tutta l'erba un fascio, molti sono maleducati: sputano, vanno a velocità sostenuta facendo il “pelo “anche alle persone che camminano a margine della strada. C’è chi fa anche i propri bisogni". Secondo Cavadini è sempre difficile risalire all'identità di chi non rispetta le regole, perchè i ciclisti, oltre ad essere spesso irriconoscibili per via dell'abbigliamento tecnico che indossano (casco, occhiali coprenti, talvolta anche scaldacollo portati fin sopra la bocca) sono sprovvisti di targa, quindi irrintracciabili. "Chiunque in paese può confermare questa delicata situazione: c’è poco rispetto. Non si tratta del maleducato di turno, ma di una circostanza costante e continua, anche a mettere le telecamere è impossibile riconoscerli - ha continuato il sindaco Cavadini a La Provincia - Le bici come tutti gli altri mezzi dovrebbero avere una targa e l’assicurazione. Il gesto di buttare le puntine a terra, ovviamente, è chiaramente pericoloso e da evitare". Come la prenderanno gli habituè su due ruote di quella zona?