Nell’ultima settimana la separazione fra i Ferragnez, da semplici rumors e voci di corridoio, è diventa una realtà incontrovertibile. Chiara Ferragni e Fedez non stanno più insieme. Lo si è visto al compleanno dei figli, prima di Leone e poi anche della piccola Vittoria, dato che il rapper e l’influencer, non solo non sono mai stata immortalati insieme, ma si è parlato anche di un presunto litigio. Se lui è ora impegnato a ricostruirsi una nuova vita da single, fra casa e macchina nuova e forse qualche progetto musicale, lei si gode invece le vacanze a Dubai. Un dettaglio però non è sfuggito a nessuno: il fatto che hanno smesso di fotografare i figli in volto. Se prima eravamo abituati a selfie quasi quotidiani, soprattutto della Ferragni, con Leone e Vittoria in primo piano, proprio dal compleanno dei piccoli, sia Fedez che la – ormai ex – consorte hanno iniziato a riprenderli solo di spalle, cosa che ha acceso proprio i dubbi sulla separazione. Più volte si è infatti detto che questo sarebbe un indizio, dato che, in una coppia in fase di separazione, due coniugi non possono pubblicare e divulgare sul web foto dei figli minori, senza il consenso dell’altro. Ma cosa dice davvero la legge a proposito? Lo abbiamo chiesto all’avvocato Marina Mirabella, che si occupa di assistenza in ambito civile e penale, e in particolar modo di diritto di famiglia.
Avvocato Mirabella, secondo lei, potrebbero essere vere le voci che dicono che, in caso di separazione fra due coniugi, non si deve esporre foto dei figli minori sul web senza consenso?
Il fatto che tutti a un tratto siano interessantissimi alla privacy dei loro figli, tanto che dopo averli mostrati tristi, felici, assonnati, malati, sorridenti, adesso li fotografano di spalle effettivamente può essere un indicatore del fatto che le loro vicende legali stanno proseguendo ed entrando nel vivo. L'esposizione dei minori sui media, infatti, può avvenire solo se entrambi i genitori sono d'accordo. L'età del consenso digitale in Italia è stata fissata a 14 anni e al di sotto di questa soglia è necessario il consenso dell'esercente della responsabilità genitoriale. Anzi, per evitare liti e diatribe fra genitori separati o divorziati, la giurisprudenza ha ideato una tutela rafforzata: la necessità del consenso di entrambi. In caso di mancato consenso di entrambi alla pubblicazione di foto, i diritti all’immagine e alla riservatezza del minore si ritengono violati. Non solo: la pubblicazione deve rispettare il decoro, la reputazione e l’immagine del minore.
E in caso di diffide?
Se uno ha diffidato l'altro alla pubblicazione di foto, immagini, stories, o se questa scelta di riservatezza è dettata dalla volontà di entrambi di non esporre i bambini in questo momento particolarmente delicato, in attesa di una futura regolamentazione sul punto negli accordi di separazione, non è dato saperlo. Quello che si può dire è che clausole del genere ormai sono diffusissime anche fra persone non famose e che la giurisprudenza si occupa sempre più spesso di questioni relative all'esposizione dei minori sui media. Tutto questo anche tenendo in considerazione che in questi giorni è in discussione la proposta di legge sullo sharenting presentata alla Camera che è orientata alla tutela dei minori.
Pensa che gli eventuali accordi legati al divorzio potrebbero anche coinvolgere la rimozione retroattiva delle foto dei figli? E che tipo di danno economico può essere per una coppia come i Ferragnez?
La rimozione retroattiva delle fotografie dei figli dai loro contenuti social non so quale senso possa avere considerato che le immagini non cesserebbero di circolare. Per quello che riguarda il lato commerciale: chiunque oggi si serva del commercial sharenting e utilizzi l'immagine dei figli per ottenere interazioni sui profili social - e a cascata contratti commerciali derivanti dalle loro metriche - se tutto ad un tratto limita l'esposizione dei figli, ne avrà un danno in termini di mancati contratti o comunque di opportunità commerciali mancate. Ma frenare lo sharenting in questo momento potrebbe non avere quegli effetti negativi dirompenti che si dicono: condividere le paure, i problemi e i rischi che l'esposizione dei minori sui media, da parte di persone “influenti” potrebbe aiutare il dibattito pubblico su questi temi e magari instillare nelle persone meno consce delle dinamiche social quel pizzico di consapevolezza riguardo i contenuti che si condividono e in particolare sul fatto che una volta diffusa l'immagine dei propri figli, se ne perde il controllo. Una specie di effetto emulativo al contrario.
Che tipo di effetto potrà avere su profili come quello della Ferragni la proposta di legge legata alla tutela dei minori sui social? Ce la puoi spiegare?
Il testo di legge proposto si intitola “Disposizioni in materia di diritto all’immagine dei minorenni” ed è stato presentato da Alleanza Verdi Sinistra a firma degli onorevoli Angelo Bonelli, Luana Zanella, Elisabetta Piccolotti e Nicola Fratoianni. Il testo si compone di tre articoli e va nella direzione della protezione dei minori. Il primo, al contrario di quello che è avvenuto finora, rende obbligatoria la notifica all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) da parte dei genitori o dei tutori di bambini e ragazzi da 0 a 14 anni, nel caso di diffusione di loro video o foto su qualsiasi piattaforma. In questa notifica il genitore dovrà dichiarare se riceve o non riceve ricavi da questo genere di condivisioni. La novità più interessante di questo primo articolo è che si prevede che i guadagni derivanti da soggetti di età inferiore ai 18 anni siano versati dagli esercenti la responsabilità genitoriale, in un conto bancario a nome del minore, che rimanga “congelato” fino alla maggiore età, in modo che il bambino/ragazzo possa poi godere di questi proventi. I prelievi prima del compimento del diciottesimo anno di età dovranno essere autorizzati da un giudice tutelare che potrà anche decidere che una parte dei fondi rimanga a disposizione dei genitori o dei tutori legali, se necessario.
E per quanto riguarda l’uso dell’immagine per campagne di marketing?
In quel caso le aziende dovranno ottenere un'autorizzazione esplicita da parte di chi esercita la responsabilità genitoriale e informare l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, se sceglieranno soggetti minori di 14 anni per le proprie campagne di influencer marketing. Il secondo articolo si propone l'introduzione del diritto all'oblio per i soggetti minori: una volta compiuti i 14 anni di età, il minorenne potrà richiedere e ottenere la rimozione e cancellazione/deindicizzazione dal web e dai motori di ricerca di tutte le immagini, contenuti e dati personali precedentemente diffusi senza il suo consenso. L'articolo 3 stabilisce inoltre che il Codice di autoregolamentazione tv e minorenni, recepito dalla legge n.112 del 2004, venga aggiornato conformemente alle disposizioni di questa nuova proposta di legge. Inoltre, il testo prevede l'emanazione di un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) contenente disposizioni e linee guida per i servizi delle piattaforme di condivisione foto e/o video finalizzato a sensibilizzare circa l'importanza di comprendere i rischi legati alla diffusione delle immagini dei minori.
Quanto le vicende degli influencer vanno a impattare sull’esigenza di creare leggi apposta? Il “Ddl Ferragni” e la proposta sulla regolamentazione delle immagini dei bambini sono esempi che ci fanno riflettere sull’impatto che hanno alcuni personaggi sulla legislazione
Su questo mi permetto di esternare un po' di scetticismo: esistono già una miriade di disposizioni che disegnano la cornice normativa che garantisce i diritti e fornisce protezione ai minori in merito alla diffusione della loro immagine e dei loro dati personali e che assicura il rispetto della loro privacy, della dignità e dell'integrità morale e fisica. Senza la pretesa di essere esaustiva posso citare:
1. L'articolo 10 del Codice Civile, che disciplina la tutela dell'immagine.
2. Il Codice della privacy e il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati Personali (Reg. UE 679/2016, il famoso GDPR), che considerano l'immagine del minore come dato personale e stabiliscono norme per la sua protezione.
3. L'articolo 96 della legge 633/1941 sul diritto d'autore, il quale stabilisce che il ritratto di una persona non può essere esposto senza il suo consenso.
4. La Convenzione di New York per i diritti del fanciullo del 1989, che all'articolo 16 afferma il diritto del fanciullo alla protezione dalla violazione della sua vita privata, della sua famiglia, del suo domicilio, della sua corrispondenza, dell'onore e della reputazione, nonché il diritto alla protezione legale contro tali interferenze o affronti illegali.
Serviva una nuova proposta di legge? Forse su alcuni aspetti specifici sì, ma quello che manca è una solida educazione digitale.