Irene Saderini è stata tra gli ospiti del Garage Stories con CUPRA Garage Milano, in Corso Como 1. Una lunga intervista in diretta con Moreno Pisto, direttore di MOW, in cui Irene ha raccontato sé stessa, il suo punto di vista sul mondo delle corse e altro, a partire dagli episodi di Drive Me Crazy, di cui sta preparando la terza stagione: “Chiariamo una cosa, che c’è mia mamma Silvana che guarda: è tutto finto! Non sono mai io davvero, è tutto finto! Non è vero, non abbiamo soldi per una controfigura. Però dai, non rischio più la vita, ultimamente ho rischiato più facendo surf che altro, anche perché non sono capace a surfare. Per rilassarmi? Faccio le stesse cose, ma senza riprendermi in video. Perché quelle cose lì a me rilassano. Adesso per natale sarà fuori - come direbbe Emis Killa - la nuova serie di Drive Me Crazy con un nuovo nome, sia su Red Bull TV che su YouTube”.
La sfida più dura è stata, contro ogni previsione, quella con le altezze, oltretutto a telecamere spente: “Non l’avevo messo in conto, invece la settimana scorsa ero con degli amici a Fuerteventura - fa tutto molto figo, ma ero lì a lavorare anche se sembra una frase da influencer - mi hanno convinto ad arrampicare. Io non l’ho mai fatto prima, ho paura dell’altezza. Invece mi hanno appesa come un salame ed è stato un momento veramente brutto: non devo mai più fare quella cosa. Poi son salita, mi sembrava brutto non farcela, però mai più”.
In tema MotoGP invece, il discorso non può che partire dal ritiro di Valentino Rossi: “Volete sapere la verità? Speravo che non me ne fregasse niente. Non è finita la MotoGP, la continueremo a guardare ed è tutto fighissimo. Però io sono cresciuta con quella cosa lì, con Valentino Rossi. Per carità, lo abbiamo visto tutti, per lui quest’anno la top 10 era un buon risultato. Solo che ha una personalità per cui qualunque cosa faccia vale il prezzo del biglietto. È il gusto di quella cosa lì, di quello che fa, anche perché ci dà ancora del gran gas. Ora non riesco a non voler bene, anche se tra loro non si vogliono bene, a tutti i ‘bimbini’ che erano in Moto3 che nel frattempo sono uomini con la barba. Pecco in primis, poi Morbido, Bastianini, Diggia! Mi dispiace che a parte forse Aleix Espargarò non ci sia un Cal Crutchlow, un pazzoide. Sono tutti molto poco spontanei, ormai non puoi più dire niente: dici merda ed è un problema. Marc Marquez? So che dovrebbe starmi sul cazzo, ma io proprio non ce la faccio. Mi dispiace e basta che stia così”.
Ad Eicma si è consumato ancora una volta il dibattito sulle ragazze immagine. C’è chi ne vorrebbe di più, chi le vorrebbe più vestite, chi ancora mescolate con uomini che fanno lo stesso mestiere. Per Irene, “Non è una domanda banale. Da una parte mi va benissimo essere la bacchettona che sono, quindi dico che un po’ mi dispiace che ci siano. Non è una questione morale, ma penso se un domani dovessi avere una figlia, un’amica o una sorella preferirei altro piuttosto che vederla a cavalcioni sulla sella di una moto in mutandine. Per rispetto di mia nonna che nel ’68 c’era potremmo provare a fare qualcosa di meglio. Poi per carità, in Formula 1 o in Formula E ci sono le ombrelline, ma sono vestite. Per carità, se hai il corpo fai vedere quello, ma magari hai anche una laurea. Un aneddoto divertente? Ero nel box di un pilota romano che fa la Moto2 e che adesso ha anche un bambino (Simone Corsi, ndr.). C’è la fidanzata nel retrobox, arriva l’ombrellina che si era appena rifatta il seno. Tutti i meccanici contenti e lei “tra l’altro adesso lavoro tantissimo” e da dietro ho sentito la moglie in romanaccio: ‘dipende che lavoro fai! Che lavoro faccio io? Vorrei tantissimo incontrare un uomo molto ricco che mi compri un sacco di moto e auto e non fare più niente nella mia vita. Sto scherzando, ho una casa di produzione video - Ininfluencer Video - in cui produco cose mie per Red Bull o Discovery. Ora sto lavorando a un documentario per Sea Shepard”.
Poi si parla di vaccino, a partire dal fatto che il Governo ha recentemente introdotto il Super green pass per differenziare i vaccinati da chi invece richiede il tampone: “Di no-vax ce ne sono tanti tra gli sportivi, hanno paura che il vaccino dia problemi al fisico. Io il vaccino l’ho dovuto fare per lavoro. Non ho un’opinione sul Green Pass, subisco come tutti le decisioni altrui. Magari avrei preferito non vaccinarmi, ma vivo in una società e questo bisogna fare, non è che posso scegliere. Il super green pass? C’è anche il turbo, poi il biturbo e il Deltone del green pass!”.
Irene racconta anche cosa significhi, a volte, essere una donna in un ambiente prevalentemente maschile: “Mi metto in un club di superfighe, tra cui le mie colleghe, amiche ed ex colleghe di Sky: ti fai il culo per essere credibile e fai un po’ più fatica se sei donna, soprattutto se parli di temi maschili come il motorsport. Quindi quando ti trovi davanti a determinate situazioni resti un po’ più toccato. Faccio un esempio, io dovevo produrre un documentario sulla vita di Kiara ed ero felicissima di raccontare la sua storia. È diventata mamma, è tornata e ha vinto, cosa c’era di più figo di una storia come questa nel 2020? Invece c’è chi ha pensato che non fosse interessante”.
Non manca, infine, una battuta sulla svolta erotica di Arisa per il lancio del nuovo disco: “Arisa, il soft porno, Adele che è dimagrita… Il mio pensiero? Non me ne frega niente! Anche io nella mia vita sono dimagrita, sarà una fase che tutti abbiamo, sulle donne si vede un po’ di più. Si fa i selfoni con le tette di fuori? Pazienza!”.