A salutare Valentino Rossi per il suo One More Lap ad Eicma c’era anche Alessandro Borghese, con cui siamo stati al CUPRA Garage Milano in Corso Como 1 per una lunga intervista in diretta. Lo chef di Quattro Ristoranti ha raccontato la sua enorme passione per i motori e per le corse, a partire da una giornata che, nonostante la pioggia - e le decine di persone che lo hanno fermato per una foto - è stata speciale anche per lui: “È stato come un concerto rock, ma spinto, tipo Metallica: eravamo sotto la pioggia ma con un grande sorriso sulla faccia - ha esordito Borghese nell’intervista con Moreno Pisto e Alberto Capra - Tutti appassionati di questo ragazzo che ci ha emozionato per 26 anni. Il mio primo ricordo di Valentino Rossi è legato a mio papà, appassionato di motociclette e pilota", ricorda lo chef. "Quando Valentino cominciò a correre lui era solito raccontarmi sempre di aver prestato la moto a Graziano. Correvano insieme, la sua moto si era rotta e mio padre, Luigi, ne aveva tre. Quel giorno Graziano vinse con la moto di mio padre. Da lì sono stati anni di divertimento, ho qualcosa di sentimentale nei suoi confronti e mi ha fatto piacere esserci. Non mi piace chiamarlo addio questo, anche perché penso che ci darà tante altre gioie. Oggi hanno fatto vedere alcuni dei suoi momenti salienti della sua carriera, ho un aneddoto su Laguna Seca 2008: ero a casa Roma e lui correva contro Casey Stoner, lo supera al cavatappi andando sullo sterrato. Io salto sul divano, atterro male e mi scasso una caviglia! Ora che ci penso, ogni volta che lo incontro mi faccio mai: l’altra volta eravamo entrambi a Parma per la Partita del Cuore… ma io non ero capace e mi misero in porta, lui attaccante. Ad un certo punto Valentino Rossi tira per segnare nella mia porta, e io per orgoglio mi sono lanciato, paro la palla… ma cado come un sacco di patate e mi distruggo completamente! Ho fatto finta di nulla. Oggi sono contento come un bambino piccolo! La pioggia, l’atmosfera… Ci stava!”.
Ora che Valentino è un po’ più libero, Alessandro Borghese si è già organizzato per andare a cucinare per lui, magari in una giornata al Ranch di Tavullia: “Ci siamo messi d’accordo con Vale e Uccio, col bel tempo, in primavera, farò una bella cacio e pepe al Ranch, magari mi scappano anche un paio di giri in pista… anche se mi hanno detto che è abbastanza impegnativo. Io sono un prudente corridore, in pista. Vado ancora con le auto da corsa, ma non più con le moto… Ho due figlie femmine e mia moglie non è tanto per la quale, anche se non è che io mi prenda a sportellate coi ventenni. Se continuerò a vedere le corse? Certo, probabilmente punteremo su Pecco e Ducati, sta andando forte! Io vengo ancora dalla vecchia guardia delle 500 due tempi del buon Kevin Schwantz, lì se la davano di santa ragione.”
Durante One More Lap, che è stato anche un modo per celebrare i 16 anni di Rossi e Yamaha, è stata anche fatta ascoltare la lettera della moto, la M1 a Valentino. Lo chef, scherzosamente, ha immaginato a sua volta di ricevere una lettera dal fornello: “Alessandro, per quanti anni abbiamo hai portato in ebollizione, quante volte abbiamo mantecato insieme! C’era tutta questa cosa romantica, vedevo Valentino che si raccontava con la M1 e ho pensato che quando sei lì, in cucina, finisci per instaurare una sorta di rapporto molto intimo con il fornello”.
Parlando di cucina quindi, Borghese spiega che spesso la chiave è nelle cose semplici (il suo ristorante a Milano, d'altronde, si chiama ‘Il lusso della semplicità’) perché è con la semplicità che si apprezzano meglio ingredienti e sapori: “Quando i ragazzi vengono in cucina da me per lavorare gli faccio fare piatti semplici, è lì che capisci se c’è competenza tecnica: con 2-3 ingredienti devi essere capace. Quando inizi a mettere tante cose dentro un piatto il palato si confonde, potrebbe sembrare buono e magari non lo è. Un piatto che non cucino bene come vorrei? Non ce n’è! Diciamo che me la cavo un po’ su tutto, magari devo lavorare un po’ sulla cucina etinica, ultimamente mi sto interessando ai piatti della cultura gastronomica coreana. Ancora non sono ferrato su tutto e sto facendo pratica, un cuoco deve sempre sperimentare anche cucine estere per quanto io sia appassionato di cucina italiana. I sapori che mi ricordano di quand’ero bambino sono l’acciuga, il parmigiano, l’extravergine, l’aglio… mio padre, napoletano, era il cuoco casalingo: dallo spaghetto alla Nerano, l’aglio olio e peperoncino di domenica sera… sono un po’ le basi della cucina mediterranea, se hai quegli ingredienti in frigo ci puoi fare una marea di cose”.
Sulla televisione invece, lo chef romano racconta di essere reduce dal suo primo programma lontano dal mondo della cucina, Game of Talents, in onda su TV8: “Qualcosa relativo alla cucina ce l’ho infilato lo stesso, mi sono tanto divertito a condurre un programma così, con Frank Matano e Mara Maionchi. Rimango un cuoco prestato alla televisione, ma non dico no alle opportunità della vita. Sanremo? Non mi darebbe nessun problema, non ho l’ansia dell’Ariston! Sono uno dei primi che ha cominciato a fare cucina in televisione. Ho avuto anch’io un secondo di timore per Game of Talents, poi ho visto una puntata e ho detto ma sì, si può fare! Detto questo io sono un grande appassionato di Top Gear!”.
A un anno esatto dalla morte di Diego Armando Maradona poi, Borghese ricorda i tempi del pibe de oro, spiegando anche di essere particolarmente affezionato al Napoli: “È un anno oggi senza Maradona e anche lui è sempre stato un legame molto familiare, papà era napoletano e quindi ogni tanto si vedeva anche il Napoli. Il calcio non è il mio sport, non lo seguo, quando potevo preferivo guardare gare di moto o Formula 1. Se dovessi tifare una squadra però sarebbe il Napoli… Ai tempi di Maradona rircordo Careca, Alemão, Bagni, Giordano… loro si, li ricordo”.
Un'ultima battuta - dopo aver intonato un pezzo di Sympathy for the Devil - è sul mondo dell’auto elettrica: “Sono rimasto piacevolmente sorpreso, ho bisogno di fare altri test però. Io sono il classico petrolhead, come si dice in inglese. Voglio sentire una macchina fino ad 8.000 - 9.000 giri, cambi meccanici, carburatori… Da ragazzino smontavo tutte le moto. Ho solo auto a benzina, e lo so che in questo momento non è etico, però io sono così. L’elettrico arriverà e mi conquisterà”.