La foto dell’anno l’ha fatta Gigi Soldano. Si vede la macchia gialla sullo sfondo, persone e persone a celebrare Valentino. Non si vede Vale. Ma si vedono i guanti, la tuta, il suo braccio sinistro che si poggia sul casco dello steward (col numero 46) per mettersi in piedi sulla moto e salutare quella macchia gialla. In primo piano c’è pure un altro braccio, ed è proprio quello dello steward. È tatuato. C’è il volto di Marco Simoncelli, che guarda Vale e Vale che guarda in alto, verso il Sic. E poi c’è il numero 58.
Gigi Soldano, il fotografo dei fotografi del Motomondiale, ha fatto la foto dell’anno perché in questo scatto c’è una vita, una storia. Cos’è che ti porta a tatuarti il 58 sul braccio per esempio, se non l’amore verso il motociclismo e i suoi personaggi, verso ciò che ti trasmettono e ti fanno restare dentro? Quanto significa il Sic per Vale? Tanto, tantissimo. Senza di lui non sarebbe cominciata l’avventura dell’Academy, che è la vera eredità che Valentino lascia al Motomondiale, adesso che saluta il pubblico e il pubblico impazzisce.
Quel pubblico che in una sorta di trasposizione si identifica nello steward: Vale è stato amato, criticato, seguito dalla gente, ma soprattutto è stato sorretto. Esattamente come in quella foto. E Vale a tutti noi ha regalato quel sorriso che lo steward c’ha stampato in faccia. Grazie Vale, anche per quelle rughe agli angoli degli occhi. E quel guanto sul casco? Sì, pare quasi una carezza.
Infine, chi si mette più in piedi sulla moto per salutare una tribuna? Un gesto che ricorda un motociclismo vintage, un tempo che è finito, proprio come è finita l’era Rossi, almeno quella segnata dal Valentino pilota, 25 anni di genio follia preparazione e istinto come ne abbiamo visto poco prima e ne vedremo poco dopo. Sì, la foto dell’anno l’ha fatta Gigi Soldano. E forse è la foto di una carriera. Una foto da cover di libro. Quando si ricorderà un campione, un uomo, un momento, un’epoca. Una storia. Una bellissima storia.