Se non altro serve per selezionare e per mettere ordine e rivedere un attimo l'importanza da dare alle persone. Non c'è giudizio, eh, nel mio ragionamento. Ma almeno ognuno si rivela per quel che è e sappiamo come definirlo. E non sbagliamo più a credere che i nuovi comici possano rappresentare qualcosa di più o possano trasmetterci qualcosa di più di un sorriso (e a volte manco quello, che ci vuoi fare). Prendete Michela Giraud, quella che in LOL ha tirato fuori Il Mignottone pazzo e che ha fatto battute sul sesso, sul maschilismo, sul corpo della donna. Brava, mi ero detto. Ma quando è andato in onda LOL la scure del perbenismo non si era ancora calata del tutto coprendo ogni campo, ogni frase, ogni parola, ogni settore della nostra società. Questione di settimane, mannaggia. Così anche lei, dopo una battuta su Demi Lovato che si era definita no binary, è stata costretta a scusarsi. La Giraud aveva scritto: "E così Demi Lovato vuole le sia data il loro come Mago Otelma". Una battuta fantastica tra l'altro: il Mago Otelma mi ha sempre fatto ridere. Invece no, insulti, offese, accuse di mancanze di rispetto. La Giraud invece di dire "a cari miei, non rompete, ho detto una roba per far ridere, rilassatevi" si è prostata. Ma sei matta, le avranno consigliato manager televisivi o pseudo tali, così non vai più in tv, ti giochi una fetta di pubblico. E lei, zac, fa saltare il post.
Prendete Saverio Raimondo, altro nuovo comico (ecco a me lui proprio non fa ridere). Su Rai Quattro ha fatto una battuta sulla mancanza dell'Armenia all'Eurovision2021. Raimondo è stato subito additato di scherzare sulle vittime di una guerra. Su Twitter ha dovuto precisare: "Temo di essere stato frainteso, e per questo mi dispiaccio". Anche qui, era davvero troppo difficile scrivere: "Signori l'intento era chiaro, se non avete capito pazienza ma la satira funziona così". Prendiamo un altro nuovo comico, Luca Ravenna. Nel suo podcast fa capire che a Lol si è sentito fuori posto, su MOW ci scriviamo un pezzo, e lui smentisce: "Non ho mai detto quelle parole". È vero che non le ha dette, ma le ha fatte capire con una battuta, l'audio era chiaro. Insomma, l'attenzione è massima: dire qualcosa che vada oltre le righe non si può, pena la gogna social, pena la difficoltà di lavorare in futuro. Non vorrei essere un rapper/trapper per esempio in questo periodo.
Ebbene, a me tutto questo mi ha fatto venire in mente un po' di cose. Tipo che la libertà non viene data ma che si guadagna. È sempre stato così. Per i popoli e per le persone, per grandi o piccole conquiste. E fin quando le Giraud, i Raimondo, ma anche molti altri in altri campi non protesteranno invece di inginocchiarsi, la situazione sarà sempre più irrespirabile. Voglio dire: noi parliamo di cancel culture applicata a un tweet e nessuno, nessuno (tranne Piero Pelù e un altro di cui non ricordo il nome, ma era un altro agé, non certo uno di nuova generazione), parla di Israele e Palestina, per esempio, o di mafia o dei paradossi della politica. Ecco perché non ci sono gli eredi di Celentano, del primo Grillo, di Benigni. E allargando il discorso di Pasolini, tanto per restare sul pop, ma anche di Labranca o di Pier Vittorio Tondelli, di Arbasino, di Eco, Gianni Minà, Monicelli (e anche di Luttazzi, esiliato al Fatto). Ovunque ci giriamo, al di sotto dei 45 anni, non c'è nessuno che regga il confronto e che tenga la posizione. Non c'è. In Mai dire mai di Willie Peyote la canzone viene introdotta con questa frase: "Questa è l'Italia del futuro, un Paese di musichette mentre fuori... c'è la morte!". Una prospettiva piuttosto probabile.
Enrico Mentana su fb ha scritto: "Sei anni fa eravamo tutti Charlie: e non esiste che si difenda chi fa satira sui simboli religiosi e si attacchi chi la fa sulle scelte di genere. La libertà è una sola, permette di prendere in giro i leghisti e gli ebrei, i gay e i magistrati, i machisti, i giornalisti, le femministe e così via". La libertà, dice e sottoscrivo, è precisamente questa, che piaccia o no. Lo dice pure l'articolo 21 della nostra Costituzione, sottolinea Mentana, "e non dimentichiamo mai che ribaltò le proibizioni del fascismo". E non dimentichiamoci mai che libertà, lo ripeto, non ci è data per diritto divino, ma anche nelle piccole cose, spesso, te la devi guadagnare.