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La Murgia lancia una nuova categoria erotica, il PornoSchwa.
Protagonista… la Murgia

  • di Matteo Cassol Matteo Cassol

15 giugno 2021

La Murgia lancia una nuova categoria erotica, il PornoSchwa. Protagonista… la Murgia
L’ultrafemminista ha reagito in modo inatteso e imprevedibile alle critiche ricevute per aver cominciato a utilizzare nei propri pezzi l’illeggibile simbolo “ə” (lo “schwa”, appunto): l’autrice di “Ave Mary” ha pubblicato su Instagram una serie di contenuti ammiccanti che inneggiano alla trasgressione e al piacere sessuale legati all’impiego della (presunta) desinenza neutra al posto di quella maschile

di Matteo Cassol Matteo Cassol

Svolta sexy per Michela Murgia. Sì, c’è proprio scritto così, “Svolta sexy per Michela Murgia”. Una svolta autoironica, verrebbe da dire, ma in ogni caso divertente (altro attributo che non capita tutti i giorni di vedere accostato al nome dell’ultrafemminista cattolica).
Tutto è partito dalle reazioni nei confronti di un articolo della Murgia pubblicato sulla Stampa. Un pezzo che, oltre ad avere dei contenuti non necessariamente condivisibili, era ricolmo di “ə”, ossia di quei simboli chiamati “schwa” che alcuni (quasi sempre alcune) hanno cominciato a utilizzare come alternativa all’asterisco o alla “u” come declinazione al neutro dei plurali misti (ossia, per esempio, “tuttə”, “tutt*” o “tuttu” al posto di “tutti”). Uno dei problemi di questa neolingua è l’essere impronunciabile e dunque illeggibile: se n’era accorta la povera Flavia Fratello, che non aveva lesinato critiche dopo che nell’ambito della rassegna stampa di Radio Radicale si era trovata in difficoltà nel rendere la pronuncia di “quel segno grafico […] che ci è stato spiegato dovrebbe essere letto come una troncatura della parola, che però dà un’intonazione a metà tra il calabrese e il campano […] che rende devo dire veramente un po’ complicata la lettura”. 

Libero aveva parlato di “oscene acrobazie sessuali della Murgia con l’italiano” e proprio questo sembra aver scatenato la reazione eroticheggiante della scrittrice sarda. Sui contenuti in evidenza del profilo Instagram della Murgia, quelli accorpati sotto l’etichetta “pornoSchwa”, si vede la Murgia con un collare borchiato che a occhi chiusi si morde languidamente il labbro inferiore pensando “Mmmh… La schwa…” (che peraltro risulterebbe essere lo schwa, ma…).

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Dopo aver ringraziato gli amici di Libero (con un’emoticon con lingua passata sulle labbra) “per aver fatto sembrare la schwa una cosa trasgressiva che tuttə vorrebbero fare”, Murgia con volto estasiato lancia dei “Saluti dalla vostra pornodiva lessicale” e annuncia “Torno a praticare la cunnilinguistica”.

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Preso atto che nemmeno al Fatto la questione schwa l’hanno presa benissimo, si vede quindi la Murgia con generoso décolleté ben in evidenza in un’anteprima di un finto video di PornHub intitolato “Donna trasgressiva sculaccia il linguaggio tradizionale”.

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Dopodiché la Murgia pubblica una conversazione con il pornoattore Francesco Malcom in cui esordisce con “Sono ufficialmente una pornostar della lingua, ti avviso”. Seguono poi altri spezzoni tra cui “Sesso, droga e schwa” e “Dimmelo ancora” con una mano che tocca un libro a forma di vulva piazzato tra le gambe.
E ancora, tra gli altri, “Tira più un pelo di schwa…”, posizioni del Kamasutra a forma di “ə”, peli intirizziti “quando lui mi sussurra all’orecchio la parola con la S”, un gatto che si lecca con la dicitura “Io che consegno un pezzo pieno di schwa per il prossimo numero di Donna Moderna”.

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E poi la Murgia in versione Cicciolina con l’audio di qualcuno che spiega come pronunciare “ə” (che in tale contesto assume le sembianze di gemito).

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Chissà se durerà e come si evolverà. E chissà che in tutto questo non si possa intravvedere una possibile risposta all’atavico quesito posto da Massimiliano Parente: “come si riproduce una Murgia?”

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