“Facciamo tante cose, troppe cose. Io avrei più voglia di ritagliarmi degli spazi con lei da solo. Mentre molte volte siamo attorniati da questo gruppo itinerante di persone… Non solo la famiglia, anche gli amici. Che sono suoi amici, non miei”: in apertura del primo episodio della serie The Ferragnez su Amazon Prime Video si delinea subito il dramma esistenziale di Fedez, che al cospetto dello strizzacervelli di coppia fa notare che vivere con Chiara Ferragni significa vivere sempre con qualcun altro tra i coglioni in casa (teoricamente) propria.
La moglie, come molte altre volte, prova a dare la colpa al marito: “Tu ne hai pochi [di amici], non è colpa mia. Quindi io preferisco sempre avere altre persone, così – dice al terapeuta – nel momento in cui lui vuole stare per i cavoli suoi, succede qualcosa e lui si prende male, ha bisogno del suo spazio, io non devo stare lì come una scema da sola”.
Per Fedez invece (“Chiara aspetta tutti gli eventi di aggregazione familiare. Io… riesco a farne a meno”) rimanere da solo sarebbe un sogno. Anche solo per un semplice fatto: non lo lasciano nemmeno cagare in pace.
Per “evadere” deve andare a Sanremo, ma anche lì a quanto pare non può cagare tranquillo. Lo racconta lui stesso quando torna e trova l’abitazione già occupata da parenti di vario grado della moglie, in primis le onnipresenti sorelle.
“Volevo fare la cacca in un posto in cui posso appoggiare il culo”, annuncia appena entrato.
“Ma hai il microfono”, risponde la Ferragni.
“E allora? No perché a Sanremo devo fare la cacca a mezz’asta, in autogrill pure”.
“Ma dai, per favore”.
“Vorrei fare la cacca in un posto dove posso appoggiarmi”.
“Fedez ogni tanto fa delle cose un po’ orrende”, sentenzia la moglie nel confessionale. Come se cagare fosse un vizio.
È uno dei vari momenti in cui non si può non solidarizzare con Fedez. Uno dei momenti che fanno dire “Salvate il soldato Lucia” (per i suoi non approfonditi conoscitori, sarebbe il suo cognome, di nome Federico).
Quando torna a casa o quando si alza, Fedez trova sempre una masnada di parenti e amici acquisiti (oltre a baby sitter e/o tate e/o altre figure che si intravedono ma che nella serie “ovviamente” non vengono presentate nemmeno con una piccola etichetta in sovraimpressione come nel caso di altri personaggi minori).
Ogni volta per Fedez è un trappolone. E le presenze aumentano ulteriormente sotto le feste. Dal team Ferragni dopo avergli dato il buongiorno gli chiedono un abbraccio.
“Non lo faccio coi miei genitori, figurati se lo faccio con mia suocera”, dice lui con voce fuori campo.
Ma lo fa: “Mi imbarazza. Tanto”.
E aggiunge: “Come avete notato siamo in tanti. E quindi è bello… ma è molto rumoroso”. E ridacchia, non potendo probabilmente fare altro.
Fedez passa ore a farsi truccare da Babbo Natale dopo essersi fatto fare un calco del volto che lo ha quasi soffocato.
Un secondo dopo essere entrato in casa, nonostante la voce camuffata viene scoperto da suo figlio Leone: “Papà, togli quello, papà”.
“Amore, fai finta. Cioè, ho fatto otto ore di trucco”, lo implora.
Alla fine, dopo aver fatto un set fotografico da Babbo Maniaco, Fedez viene pure buttato a terra da Leone: “Quel bambino spacca, ha appena pestato Babbo Natale. Questo vuol dire essere l’orgoglio di papà. Picchiare i vecchi estranei che vengono in casa tua a limonare tua mamma”, prova a giocarsela Fedez.
Fedez non dà l’impressione di essere (o di sentirsi) molto stimato da chi gli sta intorno: quando chiede a Leone un pezzo di brioche, lui gli dà una microbriciola.
La moglie lo giudica davanti allo strizzacervelli: “Pensando negativo come ha sempre pensato lui è strano che sia arrivato a delle cose molto positive”.
Fedez ha perennemente a che fare con il broncio pseudodisgustato costante della Ferragni, una posa del volto forse involontaria che però dice già tutto e lo dice sempre.
Interrogato dalla consorte, non sa da quanti anni stiano insieme, con prevedibili conseguenze.
“Il mio maestro di canto mi odia”, dice poi Fedez.
Chiara manda Leone a svegliare Fedez. Prima lo prova a tirare giù, poi torna con una trombetta. La madre ride e gli dice “Ma che bravo, amore!”
A quel punto il terapeuta consiglia uno scenario in cui poter stare solo loro due, a prendersi cura uno dell’altra, alternandosi nel ruolo di star e di groupie in ciascuno dei due giorni programmati. Ma anche quello per Fedez è un mezzo disastro.
Quando è Fedez (in teoria) a comandare, Chiara contesta ogni suo desiderio: mangiare in camera, riposare, non fare la passeggiata. Lo insulta per il pigiama (“Sei orrendo”), messo dopo essere rimasto per ore sul letto con gli scarponi.
All’ennesima contestazione (per il troppo relax, “ti sei rilassato tutto il pomeriggio”, per l’orario della cena), Fedez sbotta, pur mantenendo un certo timore reverenziale (del resto lo premette, “credo che emergerà il lato autoritario di mia moglie”): “Ma non ti devo dare spiegazioni. Ma non è la giornata dove facevo il cazzo che volevo? Mi stai rugando la minchia di più del solito invece”. Dopo aver incrociato lo sguardo polverizzante di lei, lui però aggiunge un forse provvidenziale “Cioè, scusami eh”. Il battibecco prosegue e lei assume un atteggiamento passivo-aggressivo: “Niente. Non fa niente”, assicura, coinvincendo e convincendoci invece sempre più del contrario. Poi entrambi si rifugiano nei rispettivi smartphone.
Dallo strizzacervelli Chiara si definisce annoiata e irritata riguardo al giorno con programma deciso da Fedez.
Quando tocca a Chiara, come prevedibile molto più incisiva, Fedez per prima viene costretto a telefonare alla suocera per dirle che le vuole tanto bene. Fedez lo fa e la moglie sorride e annuisce sadicamente.
Poi lo costringe ad andare fuori. Sono a Courmayeur d’inverno, in mezzo alla neve, e si gela: “È bello andare a fare spese insieme, vero amore? Come sei felice”, lo schernisce.
A quel punto rieccola: “Devo fare la cacca”.
“Vabbè amore, ti arrangi”.
“Ci sarà un bagno?”
“Vabbè però ma come fai a volerla fare cinque volte in una giornata?”
“Amore mi scappa la cacca”.
“Madò, dai!”
“Cosa devo fare?”
Lui scendendo dalla macchina ci riprova: “Scusate, c’è un bagno? Perché io potrei dover fare la cacca a un certo punto”.
“Sì però aspetta un attimo, Madonna, amore!”
Poi, dopo che i due hanno storpiato oltre ogni orrore immaginabile il duetto di Shallow, Fedez sussurra a Chiara “Non ne posso più”. E lei: “Sorridi”, gli ordina.
Come se non bastasse, Fedez racconta di aver avuto un dentista pedofilo, che gli metteva la protezione piombata per le radiografie non sopra i vestiti, ma sotto le mutande, e che poi costui sarebbe sparito e si sarebbe ucciso. Nella stessa puntata in cui parla del trauma che questa cosa gli ha causato, Fedez viene sottoposto a una simulazione dei dolori del parto in vista della nascita della secondogenita. Così, tanto per gradire. Perché non sia mai che dopo quella degli smalti a Fedez non tocchi provare pure in prima persona la via della gravidanza.
Gravidanza che incombe anche sugli impegni professionali del Nostro: Fedez dice di avere preparato per mesi l’obiettivo di Sanremo (che ha rischiato di far naufragare con un errore nella pubblicazione di una storia su Instagram che poteva costargli la squalifica, visto che ha spoilerato parte della canzone in gara), ma Chiara dice che dovrà lasciare l’Ariston se per caso a lei venissero le contrazioni.
Quando deve partire per Sanremo, Fedez saluta madre e figlio, dopodiché loro se ne vanno e lui rimane lì da solo: “Questo è il momento in cui mio figlio si gira e dice «No papà, non andare»”.
Non succede niente.
“Adesso arriva eh”.
No, Leone monta in macchina con la madre e non si gira.
“Non mi sta cagando mio figlio”, l’amara ammissione di Fedez, ancora una volta scatologica.
In vista di Sanremo dice: “Mi cago veramente addosso, cazzo. Cioè, mi sto cagando sotto tantissimo. Cioè non è tanto la classifica, è che se mi arrivano dei pareri che mi batostano allora è possibile che diventi veramente in modalità emo”. Qualunque cosa ciò significhi.
Ciò che è certo è che quello legato alla defecazione per il povero Federico in Ferragni è un problema ricorrente. Ricordatevelo, qualora vi venisse da mandarlo a cagare.