Le Dolomiti sono patrimonio Unesco, ma da qualche tempo anche un “inferno delle auto”. È la denuncia del noto alpinista Reinhold Messner: “È peggio degli anni scorsi” ha accusato il re degli Ottomila mentre a passo d’uomo percorre la val Pusteria, paralizzata dai vacanzieri a caccia di un selfie sul lago di Braies, il set di Un passo dal cielo. E ha puntato il dito contro i responsabili: “La politica non ha coraggio, ma non mi candiderò più. Il mio museo in Alto Adige lotta contro la burocrazia. Ora ne aprirò uno sull’Himalaya e ho un progetto su Bonatti».
Messner, impegnato in mille presentazioni, progetti, incontri tutti dedicati alla montagna, in un attimo di sosta si è sfogato al Corriere, premettendo: “Non mi fermo mai: io non riempio il tempo, realizzo idee”. Tra un mese compirà 77 anni, ma la voglia di lottare per la sua terra non è per niente affievolita. Il suo principale nemico oggi? Il turismo di massa: “Basta uscire per vederlo: la gente va in montagna e ci va in macchina fin dove trova parcheggio altrimenti la lascia ovunque. In questo periodo sui passi dolomitici a malapena si riesce a transitare: la gente scende, fa camminatine di uno o due chilometri e poi si rimette in macchina”. E ha proseguito: “Se non riusciamo a chiudere almeno i passi più importanti nel bellunese, in Trentino e in Sudtirolo, prima o poi la gente non ci verrà più: in città aspettano le ferie per andare in montagna e poi lì non trovano quello che desiderano. Le classiche salite sulle Dolomiti, migliaia di camminate su sentieri di 5-6 ore, non vengono più battute mentre qualche hotspot — Sella, Gardena e Pordoi o il Lago di Braies — è strapieno. Dobbiamo “spalmare” gli ospiti per dare a tutte le vallate la possibilità di vivere di turismo. Il numero complessivo non è troppo alto: il problema è la concentrazione in pochi posti”.