“Negare il destino è arroganza”, scriveva anni fa l’indimenticabile e immensa Oriana Fallaci. Perché il “destino” è quella roba lì che scombina, determina, allontana, poi ricompone e, alla fine, riporta sempre un ordine. Quell’ordine che chiamiamo “disegni del destino”; apparentemente astratti, ma sempre pieni di significato. E viene da scomodare il destino, a volte, anche quando si racconta la MotoGp, soprattutto dentro settimane intense come è stato intenso questo agosto. Valentino Rossi che decide di appendere il casco al chiodo e che, poco dopo, annuncia che diventerà babbo, mentre il Venerdì di Repubblica pubblica un’intervista in cui il Dottore dice qualcosa che sapevamo tutti da tanti anni, ma che non aveva mai ammesso così chiaramente: “Dopo la morte di Marco Simoncelli è cambiato tutto”. Poche parole, per dire tanto e ammettere ancora di più: il dolore, la mancanza, il senso di impotenza nonostante un nome che è leggenda e un carattere che è piuttosto freddo e distaccato. Chi non c’è più non va tirato in mezzo ed è vero che tanti riferimenti, tante immagini che circolano sui social, tante ipotesi di interventi divini sono stati spesso stucchevoli e fuori luogo. Bastano poche parole per ricordare, basta un “niente è stato più lo stesso”.
Ma che c’entra il destino?
C’entra poco fin qui, ma c’entra tanto alla luce di un’altra notizia del giorno: la MotoGp correrà un secondo gran premio a Misano dopo la cancellazione del Gp di Sepang. Le date? Dal 21 al 24 ottobre 2021. Ecco, ora proviamo a togliere 2021 e scriviamo 2011, vi ricorda qualcosa? Sono stati i giorni più brutti della storia del motociclismo italiano, quelli in cui abbiamo detto addio a Marco Simoncelli, il pilota scanzonato, l’unico erede designato, quello che “dopo di lui è cambiato tutto”. La vita l’aveva persa in quel maledetto incidente proprio a Sepang, il circuito in cui non si correrà quest’anno in favore di Misano Adriatico, il circuito che, invece, di Marco Simoncelli porta proprio il nome. Un caso? Certo! Ma niente è mai veramente per caso se si accetta che “negare il destino è arroganza”. Perché quella gara a Misano sarà anche l’ultima volta in cui vedremo in pista in Italia Valentino Rossi, perché saranno probabilmente i giorni più emozionanti per chi ha amato il 46 e la MotoGp, perché è meraviglioso pensare che il destino c’abbia messo una mano scegliendo di farla andare così. Con Valentino Rossi ancora pilota e quasi papà – pronto a cambiare approccio alla vita nel nome della vita dieci anni esatti dopo aver cambiato approccio alla vita nel segno della morte (“dopo Marco Simoncelli è cambiato tutto”) – per l’ultima volta sull’asfalto italiano, davanti alla sua gente e nel circuito che di Marco Simoncelli porta il nome.
Ehi destino, oggi c’hai fatto godere, perché ’sto disegno t’è venuto bello un bel po’!