C’è chi sostiene che la vita possa essere un bel gioco, a volte anche d’azzardo. Ma se perdi tutte le scommesse che fai, probabilmente non sei più il giocatore che credevi di essere ma solo un baro che è stato scoperto. Questo perché l’esperienza e le esperienze passate potrebbero non essere applicabili per le scelte di oggi, e sarà quindi la conoscenza a farti scegliere, con buona probabilità, la cosa migliore da fare. Bisogna ponderare tempi, luoghi e persone, e nel biliardo la questione è evidente, sia nel breve termine, all’interno di una partita, sia nel lungo periodo, all’interno della nostra carriera biliardistica, che è sempre in movimento ed in evoluzione, in alto e in basso.
Consideriamo inoltre un fattore: qualora il nostro punto di osservazione delle cose fosse preferenziale, potremmo non avere una visione obiettiva dell’insieme. Perché qualsiasi scelta è figlia di una visione di insieme, che può essere più o meno concreta, e che va valutata in base alla conoscenza che si ha della materia sulla quale si discute, anche l’istinto è generato da impulsi ed esperienze che arrivano dal nostro imprinting. Spesso valutiamo situazioni e persone sulla base di ciò che sappiamo, non di ciò che sapeva chi ha agito in un determinato modo.
A biliardo si dice spesso che dalla panchina, da seduti, son tutti bravi. Ma è quando ci si alza, ci si rimbocca le maniche e ci si mette in gioco, ad avere poi il polso della situazione, propria e contingente. Però per alzare il culo dalla sedia non ci vogliono solo la forza e la voglia. Ci vuole il coraggio. Bisogna metterci la faccia, e a volte fa male.
Il coraggio non accetta scuse, e nemmeno aspetta la vostra migliore versione. Richiede tempismo. Le scelte richiedono tempismo. La vita richiede tempismo. Ma soprattutto è l’amore a richiedere tempismo.