Troppo spesso si tende a utilizzare termini o parole senza badare alle conseguenze. Troppo spesso pecchiamo di superficialità, perdiamo di vista le giuste coordinate. Il clamore mediatico del ddl Zan non ci ha insegnato a rispettare il prossimo, ma (s)fortunatamente ci ha fatto capire ulteriormente, se ancora non lo avessimo compreso, quante persone sfidino la modernità con un solo neurone che fa da cortocircuito. Il tema dei diritti degli omosessuali fa infatti da ago della bilancia tra chi vive nel Medioevo e chi capisce dell’esistenza di altre vie. Ne abbiamo parlato con Federico Boni, caporedattore di Gay.it, con il quale sono stati toccati tantissimi argomenti, dalla politica alla riluttanza dei coming out nel mondo del calcio, passando per i buoni e i cattivi esempi da seguire. Ancora orbita uno spropositato eccesso di bigottismo intorno alla comunità LGBT: la famiglia, i figli, i matrimoni, la fede e altre ca**ate varie. Dogmi che non accennano ad essere estirpati. A far riflettere sull’arretratezza dell’Italia su questi temi sono poi le forti dichiarazioni di personaggi più o meno noti che hanno aumentato, di fatto, la percezione del pericolo nei confronti di queste persone vittime costanti di odio e denigrazioni ingiustificate.
Perché è importante la legge Zan?
Partiamo dal presupposto che parliamo di una legge di pura e semplice civiltà che nella stragrande maggioranza dei paesi europei è stata approvata da decenni, in Francia fu approvata dal governo di destra di Chirac. Noi la aspettiamo da 30 anni, è necessaria perché l’omotransfobia e la misoginia sono aspetti che quotidianamente colpiscono migliaia di persone, il fatto che non tutti denuncino quanto avviene non significhi che ciò non avvenga. È importante non solo sul piano penale ma soprattutto su quello educativo, l’omofobia deve essere combattuta guardando in prospettiva futura.
Tanti episodi di molestie e aggressioni, è inaccettabile, non trovi sia primitivo?
Purtroppo viviamo in un paese dove fino a quando non compare un video non ci si crede o si depotenzia il fenomeno. La violenza omotransfobica è qualcosa che avviene quotidianamente da nord a sud, isole comprese. È certamente brutale e insensata perché stai andando a picchiare un ragazzo che non ha fatto nulla, magari ha dato un bacio al suo compagno. Non è normale che debbano esserci dei video esemplificativi, ma fortunatamente vengono alla luce perché fanno capire a chi tende a sgonfiare il problema quanto sia reale e inammissibile, è fuori dal mondo. Difficile pensare ad una coppia eterosessuale picchiata per un bacio. Si fa fatica a credere che nel 2021 ci siano situazioni simili ma purtroppo questa è la realtà, e anche se non vieni aggredito, spesso prima di scambiarti un gesto d’affetto con il tuo compagno implicitamente ti guardi attorno, controlli la situazione. Te l’assicuro perché è capitato anche a me, ed è una realtà dolorosa che molti eterosessuali faticano a comprendere.
Vittorio Feltri dice che le aggressioni ci sono tutti i giorni ai pensionati e ai chierichetti, che ne pensi?
Questa è una risposta che mi ricorda quella di Adinolfi che disse “Se picchiano me perché sono grasso, perché non fare una legge anche contro chi picchia i grassi?”. Il punto è che oggi come oggi un giudice può applicare le aggravanti per futili motivi nei confronti di una persona LGBT aggredita, ma è anche vero che non è obbligato a farlo. Con il ddl Zan il giudice sarebbe obbligato. Altra cosa, questa è una legge che va a contrastare i crimini d’odio contro le persone vulnerabili, stiamo parlando di una legge già esistente, la Legge Mancino, che il ddl Zan non fa altro che estendere. Gli oppositori l’hanno definita liberticida e discriminatoria, ma in trent’anni nessuno è andato ad alzare la manina per accusare la legge Mancino di essere liberticida, lo si fa soltanto in questo momento. E il motivo è ovvio.
Ci sono altri fermi oppositori del ddl Zan?
Sì, ad esempio a parole Matteo Salvini continua a voler legiferare in favore dei diritti dei disabili, ma il ddl Zan contempla anche l’abilismo. Si crea un cortocircuito fantastico perché la Lega ha votato a favore dell’abilismo all’interno del ddl Zan ma è contraria al ddl Zan perché contempla l’omotransfobia. Il problema allora è quello, questo è il fatto. Loro sono contrari alla tutela delle persone LGBT. Ci sono una serie di contraddizioni enormi, gli esponenti della destra sono estremamente bravi nell’andare a testuggine nel riportare le stesse identiche dichiarazioni, continuamente tutti i giorni portano avanti questo quadro battendo sullo stesso punto, e alla fine finiscono per fare breccia con delle fake news, tra l’altro sempre ampiamente smentite.
Vi fa piacere che tutti questi personaggi siano pro legge Zan?
Assolutissimamente si, l’ondata social è stata fondamentale proprio per abbattere certe redazioni in cui il ddl Zan non faceva inspiegabilmente notizia. Profili di personaggi celebri con milioni di follower che hanno smontato fake news sul DDL Zan, neanche ai tempi delle Unioni Civili c’era stata una simile mobilitazione. Segno che parte del Paese si sta rendendo conto quanto leggi di questo tipo siano soltanto leggi di civiltà, non è che le Unioni Civili hanno portato alla fine dell’umanità, non è successo nulla se non ampliare diritti a chi non li aveva. In questo caso si tutelano soltanto persone che sono vittime di odio quotidiano, non si toglie niente a nessuno.
Fedez diciamo è stato il vip per eccellenza, te lo aspettavi?
Fedez è stato straordinario, onestamente mi ha sorpreso. Non mi aspettavo di vederlo cosi interessato alla causa, nel continuare a portarla avanti anche sui social, ha risposto anche a Ostellari della Lega, ha intervistato Alessandro Zan, ha portato avanti il dibattito sulla legge replicando a muso duro alla Lega che puntualmente cercava di buttarla in caciara, è stato sicuramente fondamentale, ha smosso le acque come Elodie, la prima ad aver gettato il sasso nello stagno.
Delle dichiarazione del senatore Ostellari alla Zanzara cosa ne pensi?
È un personaggio atipico, fino a due mesi fa nessuno lo conosceva, nessuno sapeva chi fosse, nessuno sapeva che in Commissione Giustizia al Senato ci fosse un presidente leghista. Ma in realtà così è da anni, dal primo Governo Conte. Poi nelle ultime settimane è andato incontro ad una vera escalation di reazioni ostili nei confronti al ddl Zan. Inizialmente è apparso apparentemente distaccato, super partes, perché di fatto è l’arbitro dell’incontro, quello che il suo ruolo richiederebbe. Poi ha rotto gli argini, si è messo la maglietta della Lega e ha esplicitato il proprio dissenso. E non è accettabile anche perché si è autoproclamato relatore, l’ennesima provocazione leghista che spero si possa trasformare in boomerang, perché la maggioranza potrebbe decidere di sfiduciarlo. Il problema è che la Lega, grazie a Ostellari, potrebbe fare ostruzionismo e dilatare i tempi portando il ddl in una zona morta. Stiamo parlando di un senatore che ha detto alla Zanzara che il termine froc*o può essere definito accettabile in determinati contesti, è una roba folle, costui è relatore della legge contro l’omotransfobia, non è normale. In America verrebbe travolto dalle polemiche e costretto alle dimissioni e invece non ne ha parlato praticamente nessuno a parte i siti LGBT ed il vostro, la stampa mainstream se ne è disinteressata. È un peccato perché un senatore della Repubblica che dice cose del genere è inammissibile.
Ecco anche Vittorio Feltri ha detto: “Possiamo dire che Berlusconi è un delinquente, ma non la parola frocio”
Berlusconi è stato condannato, se si dice è perché ci sono dei processi che hanno sentenziato. Detto ciò la parola froc*o è offensiva, soprattutto se la si utilizza nel modo in cui nella stragrande maggioranza dei casi la utilizza Feltri, il fatto che non voglia dire gay perché è un termine inglese allora dica omosessuale, da anni porta avanti questa battaglia, è fuori dal tempo e dalla realtà e non c’entra nulla il politicamente corretto. Si nascondono sotto questo ombrello, ma non ti autorizza a dire quello che ti pare perché ci sono delle sensibilità che un minimo vanno rispettate. Se Froc*o lo dice un senatore della Repubblica poi il ragazzino delle medie lo dirà al compagno e quest’ultimo ci starà male, perché il tredicenne che si becca il froc*o a scuola ne paga spesso le conseguenze. Feltri lo andasse a spiegare a lui che non è un’offesa, noi lo sappiamo, lo abbiamo vissuto. Non è che ti dicono “Ciao come stai”, è come urlare a una bella donna incrociata per strada “Sei una mignotta”, è la stessa identica cosa.
Un altro tema è i gay nello sport, nel calcio perché è difficile fare coming out?
È un muro che da anni aspettiamo che cada, è chiaro che a livello statistico ci siano calciatori gay, ma in tutti i campionati di Europa non ne esiste uno dichiarato. È evidente che sia fuori dal mondo, hanno paura perché basterebbe andare allo stadio e rischiare di andare incontro ad un certo tipo di clima, io sono tifoso della Roma, per 7 anni sono stato abbonato in distinti sud, conosco l’ambiente. Credo che se qualcuno avesse il coraggio di fare coming out faremo passi da giganti. Il calcio è ancora oggi uno sport omofobo, è consideratoun tabù. Ben vengano i coming out a fine carriera, ma se a farlo in attività fosse un calciatore di grido sarebbe un colpo clamoroso, farebbe fare passi da giganti a tutto l’ambiente sportivo.
Citando l’esempio di Megan Rapinoe, perché per le donne nel calcio è più facile?
Lei è la Cristiano Ronaldo delle calciatrici, ha vinto tutto quello che c’era da vincere, è un’icona in America, dove il calcio femminile è più seguito di quello maschile, ma nel resto del mondo non è ancora visto con tanta passione. Ed evidentemente il coming out per le calciatrici è considerato meno tabù perché ad oggi hanno meno pressione addosso, un po’ come avviene nel tennis. Diverse tenniste hanno fatto coming out mentre tennisti uomini gay dichiarati non esistono, almeno in attività. Il calcio viene comunque considerato uno sport da machi, ma pure il rugby lo è e l’omofobia non esiste. C’è stato il caso del rugbista australiano Israel Folau, ripetutamente caduto in dichiarazioni omofobe, ed è stato cacciato.
Tu hai il sospetto di calciatori gay, se tu ce lo avessi davanti che gli diresti?
Mah sospetti ne ho, ne ho visti tanti, tante voci attorno a diversi calciatori. Se potessi affrontare l’argomento chiederei loro soltanto come stanno, come vivono questa situazione perché immagino quanto non sia facile neanche per loro, è inutile nascondersi. Vivere in un ambiente simile perennemente con una maschera, credo non sia affatto semplice, anche per loro è un peso di non poco conto. Chiederei poi se il gioco vale la candela, anche perché potrebbe non accadere nulla, non essendoci un precedente nessuno sa come potrebbero reagire tutti, stiamo soltanto considerando la peggiore delle ipotesi, in un mondo del calcio che non ha quasi mai affrontato nulla di simile.
Ti ha stupito il coming out di Gabriel Garko, dopo anni di storie d’amore finte per fare carriera poi si è dichiarato, che ne pensi?
In realtà era il segreto di Pulcinella, ce lo aspettavamo da tempo. Si vociferava, molte storie di pseudo-amore erano visibilmente fasulle. Sentiva la necessità di dire la verità e uscire da questa menzogna perenne, credo che tutti abbiano il diritto di avere i propri tempi. Lui stesso ha sottolineato quanto sia stata una liberazione, sono sicuro che adesso starò sicuramente vivendo meglio la sua vita.
Abbiamo intervistato anche il vicepresidente ArciGay Roma Pietro Turano e quando gli abbiamo chiesto se esista davvero la lobby gay ci ha risposto: “Magari esistesse”. Che ne pensi?
Ha ragione, magari esistesse! Questa è un’altra fregnaccia di chi è ossessionato dalla nostra comunità, penso a Pillon, ad Adinolfi, non vogliono darci diritti ma non fanno altro che parlare di noi, campano sulle nostre spalle. Se esistesse come giustamente ha detto Pietro Turano non avremmo aspettato trent’anni per avere un ddl Zan che ancora non è stato approvato o le Unioni Civili del 2016, private della stepchild adoption all’ultimo minuto. Semplicemente ci sono professionisti bravi che hanno fatto carriera e sono omosessuali, ci sono conduttori omosessuali, scrittori omosessuali, cantanti e attori omosessuali che portano avanti le loro carriere ed esprimono opinioni così come fanno gli eterosessuali. Ma poi vedi, sul ddl Zan ci sono stati anche omosessuali dichiarati che hanno espresso contrarietà o chiesto modifiche. Sono molto più uniti i contrari al DDL rispetto alla nostra stessa comunità, che da sempre è composta da mille anime diverse al suo interno, come i colori della bandiera che la rappresenta.
Lo stesso Pietro Turano ci ha detto che Achille Lauro non è un modello da seguire, tu come lo giudichi?
Non sono d’accordo, ritengo che Lauro come qualunque cantante non necessariamente LGBT, per quanto Achille si definisca ‘fluido’, possa e debba perorare la nostra causa. Ben vengano. Chiunque creda realmente nelle nostre battaglie e voglia utilizzare la propria fama per aiutarci a portare a casa i nostri diritti è il benvenuto. Onestamente negli ultimi due anni Achille Lauro ha più volte messo la sua faccia, il suo co-direttore e stylist Nicolò Cerioni non solo è un’attivista LGBT, non solo è omosessuale dichiarato ma è sposato e ha due splendidi gemelli, quindi è una causa che Achille conosce perfettamente. Se la sta portando avanti è perché ci crede.
Vi aspettavate magari di più da Papa Francesco, che aveva detto che l’amore tra omosessuali non doveva essere giudicato e che avrebbe aperto i matrimoni gay, siete rimasti con l’amaro in bocca?
Papa Francesco ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte. Spesso si è contraddetto nelle sue dichiarazioni, perché in più occasioni ha fatto credere di voler dare una svolta all’interno del Vaticano nei confronti delle persone LGBT ma in altre ha dimostrato tutt’altro, è stato lui a firmare l’ultimo documento del Vaticano in cui la chiesa ha ribadito che le coppie gay non possono ricevere la benedizione, non è arrivato da chissà dove. In questi giorni la CEI ha nuovamente ribadito la propria contrarietà al ddl Zan dicendo cose che nulla hanno a che vedere con la legge, come il discorso che esisterebbe una sola famiglia formata da uomo e donna, ma non è così. La Costituzione dice altro e precisa anche libera chiesa e libero Stato, non dovrebbero metterci bocca, ma soprattutto nel ddl Zan non c’è assolutamente nulla che riguardi la famiglia. Sembra quasi che la chiesa cattolica ad ogni legge che riguarda la comunità LGBT inserisca una sorta di nastro automatico che ripete le stesse identiche cose, anche quando non c’entrano niente con quanto trattato. C’è da ridere.
Visto che siete un sito di comunicazione, perché ha ancora senso un sito di genere, quando è che finirà l’utilità di gay.it? Quando non ci sarà più bisogno delle vostre battaglie?
Quando le avremo vinte e conquistate tutte, dalla prima all’ultima, ma credo che ci vorrà ancora parecchio tempo. Credo che siti che raccontino comunità come la nostra continueranno ad esistere fino a quando non ci sarà una parità assoluta a livello globale, ma continueranno ad esistere anche dopo tutti questi traguardi raggiunti, perché serviranno a raccontare il passato, la memoria storica è tutto. Noi se siamo qui a parlare di ddl Zan è grazie a chi nel 1969 a New York battagliava con la polizia in strada, tirando tacchi e bottiglie di birra, e chi parla di diritti LGBT oggi non può dimenticare quanto accaduto sessant’anni fa. Tra sessant’anni sarà la stessa cosa, qualcuno si ricorderà di chi andava sotto palazzo Madama a protestare contro Ostellari perché non voleva calendarizzare il ddl Zan già approvato in tutta Europa. La storia si vive, si fa, si ricorda, si celebra, si racconta.