A Nuova Delhi, capitale dell’India, il fumo in arrivo dai cosiddetti “incendi controllati” dei vasti campi di coltivazione si muove per chilometri, fino a creare una densa foschia gialla nelle aree centrali e più affollate della città. Una scena familiare per il Paese: la preparazione della terra al raccolto è uno dei principali elementi che caratterizzano la stagione autunnale, tendenzialmente stagione del picco di inquinamento, tra emissioni dei veicoli, centrali elettriche e cantieri pronti a dare vita a enormi nubi tossiche, che indugiano di solito fino a tarda primavera.
Ormai da anni le autorità locali cercano di combattere questo grave rischio per la salute pubblica, ma quest'anno la minaccia è raddoppiata: l'inquinamento può aggravare l’estensione dei contagi da coronavirus. Contagi che toccano quota 9 milioni in India, con oltre 127mila decessi, vale a dire il secondo maggior numero di infezioni a livello globale dopo gli Stati Uniti. Quotidianamente, i nuovi positivi oscillano tra i 50.000 e gli 80.000.
A uno scenario simile si aggiunga il diffuso business legato alle discariche: sono migliaia di persone, la maggior parte proprio a Nuova Dehli, a scavare tra le montagne di rifiuti per meno di cinque euro al giorno. Lo scopo è quello di selezionare oggetti e materiali dai quali ricavare profitto. Inevitabilmente a contatto con il moltiplicarsi di scarti sanitari come mascherine, guanti e simili, si espongono a un rischio di contagio elevatissimo e rimettono in circolazione oggetti potenzialmente contaminanti, per un ciclo infinito del virus e dei suoi effetti devastanti.
L'India affronta da tempo il problema dell'inquinamento; secondo il World Air Quality Report del 2019, 21 delle 30 città più inquinate al mondo si trovano in India. Nuova Delhi è stata etichettata come la città più inquinata su scala globale, con la qualità dell'aria che lo scorso anno ha raggiunto un livello 20 volte superiore rispetto a quello che l'Organizzazione Mondiale della Sanità considera sicuro.
Ora però con la pandemia che colpisce in tutto il mondo, e il livello di inquinamento che cresce simultaneamente, aumenta il rischio di estensione dei contagi e di una gravità maggiore delle infezioni da Covid-19 secondo molti medici locali:
“La combinazione di inquinamento atmosferico e coronavirus, soprattutto durante i mesi invernali, è qualcosa di cui dobbiamo essere veramente preoccupati, e che deve spingerci a prendere misure adeguate, così da non andare incontro a una moltiplicazione insostenibile nel numero di casi”, ha affermato di recente il dottor Randeep Guleria, direttore dell’All India Institute of Medical Sciences (AIIMS), istituto che rappresenta l’insieme delle strutture mediche nel Paese.
Ma già oggi, mentre esperti e politici provano a mettere la popolazione in guardia rispetto alla doppia minaccia in essere, aumenta con costanza la pressione sui servizi sanitari pubblici.
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