Spesso i lettori tendono a pensare a un magazine come un’insieme compatto di teste sulla stessa lunghezza d’onda. Niente di più lontano dalla realtà. Ho appena letto su MOW un pezzo che mi ha fatto irritare. Nel pezzo si parla dell’edizione tedesca di LOL e di una battuta sui napoletani associati ai mafiosi.
In questo pezzo ci si chiede perché nessuno si indigna, perché nessuno ne parla.
Beh, perchè non c’è niente per cui indignarsi.
Abbiamo passato la vita a forgiare barzellette sui tedeschi, li abbiamo sempre presi in giro in malo modo. A loro associamo le peggiori mode come il sandalo col calzino o l’ignoranza gastronomica di mangiare pizza e cappuccino assieme. Pensi tedesco e subito dopo pensi alla parola “sfiga”. Non abbiamo mai mancato di farglielo notare. E poi diciamocelo francamente: noi siamo qui a far le pulci ai bacchettoni, ai moralisti, agli indignati perenni, e ci mettiamo dalla parte dei lagnosi bullizzati dai razzistoni tedeschi per una battuta?
D’altra parte è pure un po’ vero che Napoli è quel che è. Non sarà tutta camorra e malavita ma di sicuro c’è un motivo per cui il mondo associa la città a quel tremendo fenomeno. Non si può certo dire che tutta Napoli è camorra, ma sarebbe anche sbagliato parlare di Napoli come di una città “normale”. Moralisti, non rompete le palle: Napoli non è un posto normale.
Lo scriveva Malaparte settant’anni fa in La Pelle: «Napoli non è una città: è un mondo. Il mondo antico, precristiano, rimasto intatto alla superficie del mondo moderno». Un mondo in cui le leggi del giusto e dello sbagliato sono sospese, un mondo in cui un numero elevatissimo di case restano sfitte perché sono infestate da fantasmi (lo scrisse Enzo Biagi). Giorgio Bocca in una delle ultime interviste in tv da Fazio diceva: «Napoli è una città decomposta, da migliaia di anni. Nascere lì è una enorme sfortuna, Napoli è senza speranza».
Parole forti di sicuro ma che necessitano di una lettura più profonda. È chiaro che Bocca, Biagi etc non siano dei razzisti, ma che stanno parlando con spirito critico? È chiaro che la loro lettura è mirata a sostenere delle tesi?
Tornando a LOL... Ma di che parliamo? Primo: è un programma moscio che non fa ridere. Secondo: cercano comunque di fare comicità, satira. Nonostante non siano in grado di riuscirci noi non siamo nessuno per impedirglielo o per giudicarne la qualità. Altrimenti finiamo a vivere sulla barricata perenne e a rispondere con quel tono da indignato social, murgiano, scanziano, lucarelliano, quella lamentela da pretini che sinceramente non porta niente di nuovo nel dibattito culturale.