Tra i benpensanti, quando si tratta di tv, c’è una frase ricorrente: “Ma è Rete 4, di cosa ci meravigliamo?”, o una variazione sul tema. Il benpensante nella migliore delle ipotesi ritiene Rete 4 spazzatura, e il più delle volte vorrebbe chiuderla (il benpensante, per quanto di solito sostenga di non guardare la televisione, crede di poter decidere cosa vada o meno in onda, e spesso purtroppo i fatti gli danno ragione, perché spesso a decidere cosa va in onda sono altri benpensanti). Il benpensante non è disposto ad ascoltare o a leggere nulla che si discosti dal canovaccio che altri benpensanti hanno delineato per lui. Il benpensante da una trasmissione tv non pretende altro che la conferma del trovarsi dalla parte giusta e virtuosa della storia. Si aspetta la liturgia politicamente corretta declamata dall’alfiere del conformismo di turno. Brama la noia. Per questo il benpensante non sopporta Rete 4. E per questo, dunque, lunga vita a Rete 4.
Rete 4 è un posto magnifico in cui quasi ogni sera si può volare (tra alto e basso, ovviamente). Il lunedì c’è Quarta Repubblica di Nicola Porro. Porro che nel condurre il programma veste i panni del dottor Jekyll, mentre al mattino sui propri canali social con la sua Zuppa si scatena a colpi di “Toc toc!” in versione mister Hyde.
Il martedì c’è l’incredibile Fuori dal Coro di Mario Giordano, protagonista assoluto di volta in volta di uno spettacolo teatrale con messe in scena clamorose al grido di “Donatooooo!” (il regista), accompagnato anche da una band che storpia grandi classici della canzone in base alla polemica del giorno (sconfinando in zona Crozza, ma con il pregio della scorrettezza politica). Tra i cavalli di battaglia, l’ampio segmento ricorrente sui “ladri di case”, ossia gli occupanti abusivi di proprietà altrui che gli inviati del programma (che è pure uno dei pochi in cui si dà voce ai non del tutto allineati al sanitariamente corretto su vaccini e dintorni) provano a far sloggiare.
Il mercoledì c’è Zona Bianca con Giuseppe Brindisi, il giovedì Diritto e Rovescio del rampante Paolo Del Debbio, con ospite fisso Giuseppe Cruciani. Tutte trasmissioni con le quali si fa l’una di notte. Ma con acuti (o perlomeno urla) che ti tengono sveglio.
Il venerdì Quarto Grado con il mastino Gianluigi Nuzzi. Il sabato e la domenica Controcorrente con l’ex antiberlusconiana Veronica Gentili. Durante la settimana la prima serata è introdotta da Stasera Italia della compassata Barbara Palombelli, che conduce anche lo storico Forum. Ma, nonostante sia compassata e nonostante si trattasse di Forum, la Palombelli è finita in una tempesta fecale associata allo slogan benpensante “Ovvio, è Rete 4”.
Barbara Palombelli (a proposito di tutela delle donne) è stata massacrata a tastiere unificate per una frase sui femminicidi: “Questi uomini erano completamente fuori di testa oppure c'è stato un comportamento esasperante anche da parte delle donne? È una domanda che dobbiamo farci”, ha detto a Forum, all’interno di un discorso più ampio, la conduttrice. Troppo facile attaccarla (e infatti…), troppo improbo invitare a contestualizzare (cosa che lei ha provato a fare, invano). Ospitata a Quarto Grado per chiarire, la Palombelli ha provato ad articolare la propria posizione, ricordando anche le proprie battaglie: “Chiedo scusa se qualcuno sentendo solo quella frase ha capito che io sono passata dall’altra parte, cioè a giustificare i femminicidi. Non c’è niente di più lontano da me, dalla mia storia, da quello che ho scritto e detto nella mia vita professionale. Quello era un altro discorso che si inseriva in una storia di rabbia particolare nella causa di Forum. Forum è un tribunale e ha una sua autonomia”. E ancora: “Chi vedrà la puntata dall’inizio alla fine capirà. Io voglio ribadire che non c’è nessuna giustificazione al femminicidio. Dobbiamo fare un grande passo in avanti e capire come disinnescare tutto dal primo momento. Il mio intento è quello di prevenire, di capire dal primo gesto, l’escalation, il comportamento di qualcuno che, poi, può degenerare. Dobbiamo prevenire, parlarne perché non accada più”. Non è bastato, perché i benpensanti pretendono le scuse (non si sa a quale titolo, non essendo loro vittime di alcunché), ma ai benpensanti le scuse non bastano mai (per questo non vanno fatte, anche se quelle della Palombelli erano scuse un po’ anomale, perché “mi scuso se non avete capito” è un po’ un controsenso). E allora la Palombelli ha preannunciato querele a pioggia per chi l’ha insolentita, dunque, tanto per cominciare, per buona parte degli utenti italiani di Twitter.
Tra i pochi che hanno deciso di immolarsi abbozzando argomentazioni a favore (o perlomeno non del tutto contro) Barbara Palombelli si segnalano Giampiero Mughini (“A mio giudizio Barbara Palombelli ha avuto molto coraggio – lei donna – durante una trasmissione collettiva da lei condotta a “porsi delle domande” quanto alle atrocità di cui leggiamo ogni giorno di uomini che maneggiano revolver e coltelli contro donne di cui erano stati gli amanti o i mariti, ovvero di cercare delle spiegazioni che vadano oltre la fin troppo facile rappresentazione degli uomini come di un genere inesorabilmente portato alla violenza contro le donne, allo stupro, al femminicidio”), l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace (“Barbara Palombelli non ha giustificato il femminicidio, ma ha opportunamente ricordato un principio giuridico incontestabile. E cioè che, in sede giudiziaria, non si può non valutare sotto il profilo istruttorio il possibile elemento della «provocazione»”. Chi ha denigrato la Palombelli sono gli interpreti di quella dittatura del pensiero unico che crede di avere la verità in tasca: gente abituata a giudicare dall’alto di una inesistente «superiorità morale». Sono loro i veri fascisti”, e uno abituato a farsi insultare come Mario Adinolfi (“Ha ragione Palombelli. Se vuoi capire un fenomeno devi descriverne tutte le dinamiche. Poi la vittima resta vittima e il carnefice carnefice. Ma non capisco questa paura di analizzare le cause di un gesto. Si scoprirà che alimentare la guerra dei sessi può solo generare disastri”).
Per Maria Giovanna Maglie, “la cosa fantastica è che tra gli indignati contro Barbara Palombelli ci sono quelli che normalmente cominciano un articolo sull’omicidio di una donna con «in un raptus di follia», «i vicini sentivano liti furibonde», «lo descrivono come un uomo tranquillo»”.
Anche qualche impavido singolo che fino al prossimo grado di giudizio siede dalla parte giusta ha formulato delle osservazioni: “La violenza con cui è stata attaccata Barbara Palombelli definita «misogina» – la posizione di Anna Maria Concia – è la stessa violenza alla radice dei femminicidi. Possiamo essere tutti d’accordo su questo? Questa volta sono io a chiedere «interroghiamoci»”.
Anche da Forum sono intervenuti in difesa della conduttrice: “Da ieri la nostra conduttrice Barbara Palombelli è stata oggetto di un attacco mediatico violento, strumentale e immotivato in merito a una frase, estrapolata e decontestualizzata, detta nel corso di una puntata de Lo Sportello di Forum. Chi, come noi, conosce Barbara e la sua storia professionale e familiare sa che non c’è niente di più lontano dalle intenzioni che le sono state addebitate. Da 9 anni abbiamo l’onore e il piacere di lavorare con lei e insieme abbiamo affrontato i temi più delicati e scottanti. Da lei abbiamo imparato a vedere oltre, ad analizzare tutti gli aspetti di una vicenda ma soprattutto a porci delle domande. L’abbiamo seguita in tutte le sue battaglie contro la violenza, l’ingiustizia, la prevaricazione. Semplificare a volte equivale a mistificare. Un pensiero, una storia, un percorso. Barbara Palombelli e Forum sono uniti nella battaglia contro gli uomini che uccidono le donne. E continueranno insieme a cercare i perché”.
E noi, tanto più se riesce a rendere relativissimamente esuberanti pure Forum e la Palombelli, continueremo ad augurare lunga vita a Rete 4. A patto che, ovviamente, non si azzardi a cambiare come i benpensanti vorrebbero. Altrimenti cambieremo anche quel canale e, in mancanza d’altro, spegneremo.