La premessa è: io sono fan di Libero, o meglio, sono fan di Vittorio Feltri. È un cazzaro intelligente, imprevedibile, sanguigno, sa scrivere come pochi, ha sempre una visione laterale sulle cose. Può stare sulle palle, ma è innegabile: è un talento. La domanda invece è: ma perché Libero deve scrivere di MotoGP se non sa quello di cui sta scrivendo? Che parli di Salvini, della Azzolina, di Travaglio, non deve per forza parlare di MotoGP. Nel caso specifico di Rossi. Mi riferisco a un articolo firmato da Federico Strumolo post Barcellona (e post caduta di Rossi) e ripreso da Dagospia. Attacca così, Strumolo: "Nemmeno l'annuncio della firma del contratto con il team Petronas per la prossima stagione sembra aver restituito la serenità a Valentino Rossi. Anzi, la caduta a nove giri dal traguardo del Gran Premio di Barcellona mentre si trovava in seconda posizione, certifica una volta di più l'esistenza di una crisi di risultati per il nove volte campione del mondo".
Vaglielo a spiegare, che la caduta certifica esattamente il contrario. Viene in mente il film di Nanni Moretti, di lui in auto con due amici che dice: "Tutti si sentono in diritto di parlare di cinema. Ma parlo mai di algebra, io? Di botanica? Di cardiologia? Di radiologia?". E poi urla: "Io non parlo di cose che non conosco, io non parlo di cose non conosco!". Libero, invece, un giornale che - attraverso qualche suo inviato - non si è mai visto non dico in un paddock, ma nemmeno nella piadineria di Riccione nei weekend di un gran premio a Misano, questo problema non se lo pone e si sente in diritto di parlare di Rossi e del fatto che sia caduto perché ormai è vecchio o bollito.
Continua Strumolo/Libero: "Il quarantasei della Yamaha ha ottenuto un solo successo dal 2017 ad oggi (ad Assen il 25/6/2017) e solamente tre secondi posti negli ultimi tre campionati. Numeri impietosi, soprattutto se comparati alle sette vittorie conquistate dal compagno di squadra Maverick Vinales (che è senza dubbio un ottimo pilota, ma non certamente un campionissimo) nello stesso lasso di tempo".
Vaglielo a spiegare che invece i tempi di Rossi di Barcellona erano al pari di quelli di Mir, Morbidelli e Quartararo e che è caduto, mentre era secondo, proprio perché vittima di un atteggiamento molto "giovanile" ("Me la sentivo bene e non mi sono accontentato", ha detto).
Vaglielo a spiegare che anche negli anni precedenti, spesso, i suoi tempi erano tra i migliori.
Vaglielo a spiegare che se guardi i dati della telemetria (tele che, vero?) sono molte le curve dove Rossi va più forte di quando aveva 20 anni.
Vagli a spiegare pure che per vincere in MotoGP non conta il nome né quanto hai vinto in passato, ma che le variabili per conquistare una gara o un campionato sono così tante che nemmeno i giornalisti che seguono ogni gara le saprebbero elencare.
E vagli a spiegare soprattutto che Vale è arrivato secondo per soli cinque punti nel 2015, secondo nel 2016 e terzo nel 2018, risultati tutt'altro che infami considerando il livello degli avversari (e di uno in particolare) e le difficoltà della Yamaha. Ma è più facile fare come fa Libero: buttarla lì come se si fosse al bar.
Viviamo nell'epoca dell'opinionismo più estremo e del populismo, anche giornalistico. A volte, però, questo atteggiamento risulta un filo esagerato. Ma vagli a spiegare pure questo...