Ma cento femminicidi sono più importanti di tre mila morti sulle strade? Negli ultimi giorni l’Italia intera è stata scossa dalla tragedia di Giulia Cecchettin, la giovane ventiduenne uccisa da Filippo Turetta, suo ex fidanzato, e gettata in un canalone nei pressi del lago di Barcis (Pordenone). Dal momento in cui è stato rinvenuto il corpo senza vita della ragazza, nella mattina di sabato 18 novembre, l'attenzione dell'intero Paese si è concentrata ancora una volta sul dramma dei femminicidi. Tra campagne di sensibilizzazione via social, appelli in tv e promesse politiche, solamente nel 2023 in Italia si contano addirittura 106 casi, dato riportato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza aggiornato in data 19 novembre 2023. Un dramma che anno dopo anno non accenna ad attenuarsi, eppure ecco che si accendono le polemiche, alcune delle quali sembrano voler minimizzare questo problema. Inoltre, nelle ultime ore tra critiche e vere e proprie offese, sono stati molti gli indici puntati nei confronti della sorella della Cecchettin, Elena, della quale vengono ora messe in discussione dichiarazioni, messaggi e interviste rilasciate a stampa e TV. Ma in tutto questo frastuono, ecco una domanda che cerca di fare luce su un dilemma tutto italiano: "Caro Dago, se poco più di 100 femminicidi sono 'un massacro', 'una strage', che cosa sono 3.159 morti sulle strade nel 2022?", firmato Tom.
La domanda, rivolta a Roberto D'Agostino, è presente nella posta settimanale pubblicata sul sito Dagospia (Lettera 4). Bisogna dire che il dubbio è sempre legittimo, soprattutto in un momento come questo, e la domanda del lettore non è poi così provocatoria quanto rischia di sembrare. In effetti, anche le morti sulle strade, così come i femminicidi, qui in Italia si rivelano essere dei drammi che non accennano minimamente a placarsi. Numeri alla mano: nel 2022, così come sottolineato nel messaggio, sono stati appunto 3.159 i decessi causati da incidenti stradali, mentre nei soli primi sei mesi del 2023 si contano ben 1.384 morti (dati presentati da ACI-ISTAT), episodi in forte crescita dalla fine della pandemia. Bene, secondo Tom per questi 4.543 cadaveri l’opinione pubblica non si è mai pronunciata, o perlomeno non l’ha fatto con la stessa verve che utilizza nel denunciare i casi di femminicidio. Ma questo perché? Eppure, la strage sulle strade italiane continua imperterrita (e in silenzio) …