Don Mauro Leonardi è il moderno “pescatore di uomini”, è il saper cogliere alla perfezione l’ultima frase del Vangelo con Gesù “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”. Lo ha fatto. La sua rete sono i social ed è così che avvicina migliaia di giovani e non solo al mondo della Chiesa. “Il Vangelo secondo TikTok. Usare i social e restare liberi” il suo ultimo libro, non è un caso. Guardare ai giovani sì, ma soprattutto dare consigli ai grandi: “Spero di comunicare anche agli adulti che magari non sanno cosa siano i social come comportarsi con i giovani di oggi – ci ha detto Mauro Leonardi – La finalità è quella di divertirsi con loro, come io faccio seguendo i trend”. I numeri dei followers sono da capogiro, oltre 150mila, segno che la strada presa è davvero quella giusta. Mauro Leonardi è l’inno alla gioia moderna, è non aver paura di affrontare un mondo sempre più tecnologico, è il non porre barriere davanti a niente e nessuno. Padre Mauro Leonardi ci insegna che su TikTok non ci sono soltanto balletti e cose strane di vario genere, ma tante opportunità di confronto. E sicuramente ha capito più lui i giovani che noi giovani stessi.
Domanda subito secca, che ci fa un prete su TikTok?
Il Vangelo termina con Gesù che dice agli apostoli andate in tutto il mondo e portate il vangelo ad ogni creatura. Il cristiano deve porsi il problema di come arrivare a tutti, una persona non può ignorare il mondo di TikTok. I missionari andavano dall’altra parte del mondo e tu non vai su TikTok? Mi fai ridere. Io sono li per imparare, mi diverto e mi sorprendo positivamente. Quello che faccio è usare i trend più di moda per dare un mio messaggio, è bellissima questa cosa. Scoprire come quei trend pongono in maniera molto essenziale delle domande che sono quelle che mi interessano. Adesso sto lavorando su “Lo voglio/Non voglio”, vediamo che succede.
Padre, è un bel balzo verso la modernità che dice?
Il libro è il frutto del lavoro che stiamo facendo, nel mondo dei social ci sono entrato nel 2011 semplicemente perché volevo diffondere le mie cose. Oggi come oggi il passaparola serve farlo via web, mi sono reso conto che invece c’era tutto un mondo da scoprire e dove essere presenti. L’ultimo step è stato rivoluzionario questo passaggio su TikTok, avvenuto meno di un anno fa. Non è che sono lì per evangelizzare, non do il messaggio. Cerco di imparare dai giovani questa dimensione di divertimento, leggerezza ironia e soprattutto il loro linguaggio. Questo modo di scherzare mi permette di parlare anche con gli adulti, perché quando uno riesce a relazionarsi con i giovani lo fa anche con gli adulti, viceversa non si può fare.
Quale è lo scopo della sua pubblicazione?
Questo libro in realtà è un manuale con due finalità, la prima è quella di aiutare gli adulti che magari non sanno neanche cosa sia TikTok a stare accanto ai figli, ai giovani in questa loro vita sapendo che tutti sono sui social. E poi do anche qualche suggerimento su come diventare una star di TikTok, effettivamente mi sembra di essere tra i più seguiti in Italia con 150mila followers, qualche consiglio tecnico su come vivere questa cosa. Ci sono molti trend carini anche padre-figli, nipoti e nonni che fanno cose insieme. Un’occasione per vivere questa particolare avventura, ecco. I temi non sono soltanto TikTok ma è anche la vita quotidiana, perché non ha senso dire come vivere in maniera equilibrata il rapporto con i social. Sono la parte essenziale della nostra vita ma deve essere la vita stessa. È chiaro che un ragazzo che guarda i gol di Totti non vorrà andare su TikTok.
Lei ha detto che attraverso i social cerca di imparare dai giovani, cosa le hanno insegnato?
Una cosa che erroneamente si crede è che ai giovani non interessi la religione. Sono interessatissimi al tema religioso, anche se magari scrivono che sono atei o satanisti. In realtà la domanda religiosa (che poi è quella del bene e del male, del cosa c’è dopo la morte, basti pensare anche ad Avengers) è molto molto presente dentro il giovane. Il problema è che da una parte il giovane tende ad esprimerlo in maniera molto rozza. All’inizio, ora non più, entravano nelle mie live e bestemmiavano. Evidentemente hai voglia di chiamare su di te l’attenzione di un prete, certo il modo è grezzo però tu prete devi saperlo leggere. Noi uomini di chiesa moltissime volte non sappiamo adattarci e decifrare questi bisogni. Se ti do risposte di tipo dottrinale e moralistico non ti serve a niente, la domanda del giovane è di tipo esistenziale. Nella chiesa esistono interlocutori, non dobbiamo essere estranei ai loro bisogni.
Come è stata vista questa novità da chi è di stampo classico?
Da un punto di vista ufficiale qualche sito importante ne ha parlato, poi purtroppo quello che penso è che moltissimi preti e cattolici classici, come li chiami tu, non sanno che esista TikTok. Vivo con persone che non sanno nulla di quello che faccio, anche molti giornalisti che mi intervistano cominciano dicendo “Premesso che io non ho TikTok e non lo uso” è una cosa paradossale è come se tu andassi da Cristiano Ronaldo e gli dicessi “Premesso che io non guardo una partita, come si battono i rigori?”. Non è carino. Io non sono Ronaldo ma per far capire, il Covid ha sdoganato YouTube e Facebook molti preti hanno iniziato a fare le live con le messe ma non sono sui social. Mettono una telecamera davanti alla messa e si riprendono, certo è un modo ma non è interattivo. Molti manco se ne sono accorti, poi ce ne sono alcuni e fanno un lavoro diverso dal mio, tu puoi anche decidere di spiegare una cosa cattolica ai cattolici in un minuto, puoi farlo, ma arriverai soltanto a quelli che già lo sono. Che magari possono essere decine di migliaia di persone, ma sono comunque pochissimi, se vado in Cina devo arrivare a tutti i cinesi.
La risposta positiva è stata enorme, c’è qualcuno che l’ha ringraziata?
Tantissimi, poi loro lo fanno con quel linguaggio Ti amo/Ti adoro. Su Tik TOk è impossibile usare la messaggistica, la usano su Instagram io rispondo sempre ma se diventa tutto molto personale o li indirizzi ai sacerdoti o li inviti a trovare. Il messaggio più importante è che uno dica “Caspita, nella chiesa cattolica esiste qualcuno con cui parlare”.
Parlando nel linguaggio dei social, come ci si rapporta con haters e adulti?
Gli haters vanno semplicemente ignorati, la cosa che li fa felici è che tu gli risponda. Gli adulti dobbiamo cercare di capirli, lo scopo di questo libro è proprio per gli adulti, sono loro che devono essere presi per mano e inseriti in questo mondo. La vita è molto su TikTok. La domanda è come mai un prete di 62 anni abbia un tale successo su questo social.
Cambiamo argomento, il tema ricorrente in questi giorni è il ddl Zan, quale è la sua posizione?
Posso solo dire che come si vede anche nei miei video, il tema dell’omofobia è urgente. C’è stato quell’episodio bruttissimo in Toscana della ragazza che fece outing e la famiglia le disse cose bruttissime. L’omofobia è una realtà esistente e che va presa sul serio.
E invece di molti esponenti politici che si sono esposti?
Non mi far parlare di politica. In realtà ai politici non gliene frega niente, vogliono andare a prendere dei voti che sanno che sono da una certa parte e fanno loro certe battaglie, ma figurati se a Matteo Salvini gli importa di una cosa o dell’altra. La miglior risposta è quella dei The Jackal con il Benaltrismo, buttarla in caciara per insabbiare tutto. Viva i The Jackal.
Un altro tema molto chiacchierato è quello delle chiese aperte durante il lockdown, che ne pensa?
Io penso che alla fine si debba fare quello che decidono le istituzioni, da un punto di vista di principio si possa sostenere sia una posizione che l’altra, poi alla chi comanda decide. La Libia con Gheddafi era meglio di quella con la guerra civile, ma per forza bisogna seguire le regole dei governanti. Io sono sempre a favore di quello che dice chi "comanda", poi alla fine è un problema delle forze in gioco.
E i vaccini invece?
Noi cattolici abbiamo avuto questa cosa del Papa che è stato il primo a farlo. La spinta è stata verso il sì, poi è lecito dire di no, uno moralmente può dire sono obiettore di coscienza. Se sei un primario ospedaliero e non lo vuoi fare, non ti posso mica obbligare.
Anche Papa Francesco ha dato una bella spinta verso la modernità non crede?
Io ho cominciato due anni prima, però sicuramente siamo stati fin da subito molto in sintonia, ho trovato in lui le cose che pensavo da tempo. Sono molto contento che seguiamo gli stessi principi. Se l’ho incontrato? No, magari qualcuno glielo dicesse (ride nda).
Spesso si tende ad associare la chiesa a molti casi di pedofilia emersi negli ultimi anni.
Figuriamoci, io addirittura ho promosso una petizione popolare perché si introduca la parola pedofilia nel catechismo della chiesa cattolica. C’è l’elenco dei peccati contro il sesto comandamento stupro, prostituzione, pornografia ma non c’è quella. Io credo che questo dipenda dal fatto che, nel 1992, quando venne scritto quel catechismo non esisteva questa parola. Sto così portando avanti una piccola petizione affinchè sia fatta un'importante revisione e venga aggiunta. Lodo il lavoro che sta facendo il Papa per estirpare questo problema della chiesa, sarebbe bello che tutte le realtà facessero la stessa cosa, probabilmente lo fanno ma io guardo in casa mia e vedo che il Papa lo fa in maniera molto energica.
Che consiglio diamo a chi vorrebbe approcciarsi a questo mondo dei social?
La risposta è semplice: comprare il mio libro e leggerlo!