Stella de Il Collegio, vincitrice di Pechino Express, influencer da 600 mila follower su Instagram, scrittrice e anche podcaster. Nicole Rossi è un fiume in piena, mentre ti parla non sai dove finisce un’idea e dove ne sta iniziando un’altra. Ma non è forse questo il bello del parlare con chi ha venti anni meno di te?
Partiamo da Famiglia Rossi, come nasce il podcast per Audible?
Direi per caso. Sono andata a Milano per partecipare come ospite alla registrazione di un altro podcast, mi ricordo che si parlò di tecnologia e io raccontai di mia nonna Rosalba che mi difendeva dagli haters su Instagram. Questo aneddoto colpì la produzione Audible che mi propose un format per mettere a confronto le varie generazioni della mia famiglia.
E tu?
Vedi, quando senti parlare gli adulti la mia sembra sempre una generazione scapestrata fatta di scansafatiche allergici al lavoro. Poi parlano i miei coetanei ed è tutto un gli adulti non ci capiscono, non sanno che significa essere giovani e allora ho pensato che sarebbe stato bello trovare una chiave per sdoganare alcuni miti generazionali.
Cosa pensi dei podcast come strumenti di comunicazione?
Li ascolto, anche se preferisco la versione accompagnata dai video che si trovano ad esempio su Twitch. Devo dire che in generale in un’epoca che ci vede andare sempre a mille i podcast ci danno l’opportunità di adeguare le storie alle nostre vite. Ed ecco che possiamo usufruirne mentre corriamo, guidiamo…insomma mentre viviamo.
Con Famiglia Rossi hai dato il via a un nuovo format, il Reality Podcast?
In effetti il mio podcast è una specie di Reality. Abbiamo cercato di renderlo il più possibile “reale” a volte anche andando a sporcare i suoni usciti troppo puliti, una decisione presa insieme alla regista Joanna de Freitas Ginori per avvicinare l’ascoltatore alla realtà delle situazioni che trattiamo. Sembra veramente di entrare dentro la casa di una delle mie nonne.
I temi che tratti sono tanti, dalla questione ambientale alla sessualità passando per il cibo e le nuove tecnologie. La famiglia è ancora il luogo dove si parla di tutto?
Per me lo è stato, ma per tanti non è così. In casa si parla ancora troppo poco. Spero che questo podcast possa in qualche modo stimolare un dialogo. Per l’educazione di un ragazzo è fondamentale la parte familiare. Se ti senti libero in famiglia è molto probabile che poi ti sentirai libero anche nella società.
A quale personaggio della Famiglia Rossi sei più affezionata?
Le mie due nonne. Nonna Imma e nonna Rosalba che durante la registrazione del podcast (tutta la serie ha richiesto circa un anno di lavori ndr) è stata ricoverata e quindi in alcune puntate compare solo tramite WhatsApp audio. E poi Riccardo, il mio ragazzo, che mi ha aiutato a chiarirmi le idee e a mettere le basi per poter iniziare.
Il podcast, Il Collegio, Pechino Express… dov’è che ti senti più te stessa?
Domandona (ride ndr). Io mi sento me stessa quando posso comunicare e credo di riuscirci pienamente scrivendo e recitando alcuni miei monologhi che cerco di portare sulle varie piattaforme con cui collaboro.
Ci regali un ricordo di queste tre avventure? Partiamo dal podcast.
Di Famiglia Rossi ricordo la registrazione della puntata pilota in cui i miei nonni si sono messi a cantare Ansia no degli FSK e poi i fuori onda con nonna Imma che litigava con nonno Dino perché non capiva bene cosa stavamo facendo e ci interrompeva chiedendo se era pronto il pranzo o se doveva dare da magiare al gatto. Alcune di queste incursioni le abbiamo anche lasciate nella versione definitiva.
Del Collegio?
Ti dico due cose: ricordo come se fosse ieri l’odore che ho sentito appena sono entrata. Era lo stesso odore di casa di mia zia e poi forse la cosa che più mi ha formata di quell’esperienza e cioè l’isolamento. Perché sono stata senza telefono e da sola ed è lì che è nata l’idea del libro e di tante altre cose che poi hanno cambiato la mia vita.
Pechino Express…
Pechino è una valanga di ricordi. Forse il momento della vittoria, in cui ho abbracciato mia madre dopo una vita che non lo facevo. È stata una cosa intensa.
Hai detto di non voler fare il Grande Fratello perché già vivi a Cinecittà… per te la TV è quindi un viaggio, un’avventura e non una semplice opportunità?
Ti dico la verità: la proposta per fare il casting del GF Vip mi è arrivata, ma non ho voluto proseguire perché non la sentivo - come dici tu - un’avventura. La TV deve farmi evadere dalla realtà e deve trasportarmi in un’altra dimensione. Il GF non mi ha mai stimolato, invece. Stare così tanto in una casa con 20 persone non mi appassiona, mi crea piuttosto claustrofobia.
In un’intervista di qualche tempo fa hai dichiarato che sei troppo egocentrica per poter fare la giornalista. Ma ce li hai presente i giornalisti?
Hai ragione… nel mentre ho avuto modo di conoscerne meglio più di uno e devo dire di essermi ricreduta sulla questione egocentrismo.
In quella stessa intervista dicevi che piuttosto avresti voluto fare la Presidentessa del Consiglio.
Quando ero piccola mi infastidiva l’idea che non ci fosse mai stata una presidentessa del consiglio e per questo volevo esserlo. Poi ho capito quanti cazzi ci sono dietro la politica e ho pensato che fosse meglio concentrarmi su altro.
Ma quindi da grande che vuoi fare?
L’attrice, anche se non l’ho mai detto esplicitamente perché ho sempre avuto paura di passare per la nuova influencer che vuole recitare per guadagnare. Io in realtà faccio teatro da quando sono bambina e credo che sia quello il mio posto, a nascondermi dietro alle maschere.
Nasconderti?
È quello che mi piace di più. Ogni tanto vorrei spogliarmi di Nicole, sono ingombrante come persona.
Sei Giuseppe Conte: cosa metti dentro il prossimo DPCM?
Riaprirei i cinema e i teatri. C’è bisogno di evasione e quelli sono posti dove si può davvero garantire la distanza. È quasi un’ovvietà la sicurezza in questi luoghi. Spero che possano riaprire presto.
Come sta vivendo la crisi sanitaria la tua generazione?
Credo che non si sia resa ancora conto delle conseguenze che ci troveremo ad affrontare. Lo vedo nelle mie sorelline che stanno di fatto perdendo i primi due anni delle scuole superiori. Gli anni più belli. Pensi che non puoi uscire e ti dispiace ma anche che DAD da una parte è pure comoda… è tutta una confusione. Tra qualche anno ci renderemo conto della gravità di questi giorni, quando dovremo raccogliere i cocci di tutto quello che si è rotto e abbiamo perso.
Programmi per il futuro?
Non abbiamo ancora parlato di un nuovo podcast ma vorrei fare altre puntare perché ho ancora tanti temi da affrontare. E poi mi piacerebbe trasformare il mio ultimo libro in un audiolibro. All’orizzonte c’è anche qualcosa di grosso che bolle in pentola, ma per adesso non posso ancora parlarne.