Roberto Benigni ritira il Leone d'Oro alla carriera durante la cerimonia inaugurale della 78a Mostra del Cinema di Venezia e gli occhi sono tutti su di lei, su Nicoletta Braschi, protagonista assoluta della vita del marito, musa delle sue opere, ispiratrice di un mondo. Benigni le dedica così tutto il discorso di ringraziamento, facendo emozionare la platea: "Non posso dedicare il Leone alla carriera a Nicoletta: è suo - racconta l'attore sul palco di Venezia - Io mi prendo la coda, le ali sono le tue, talento, mistero, fascino e femminilità. Emani luce, amore a prima vista, anzi eterna vista".
Una dichiarazione che fa il giro del mondo e rimette in luce un sodalizio, privato e professionale, iniziato nel 1983 con Tu mi turbi, continuato con l'indimenticabile La vita e bella e proseguito fino al 2005, con La tigre e la neve. Nel mezzo una vita intera fatta di film, successi, riconoscimenti e, soprattutto, amore.
Il tempo, misura che Benigni a Venezia divide in "prima di te e con te" non li ha allontanati o divisi ma nel 2012 un terribile incidente stradale ha rischiato di separarli per sempre.
La Braschi viaggiava su un auto come passeggera quando il conducente, svoltando a una curva, è stato accecato da un raggio di sole improvviso: spaventato dall'imprevisto l'uomo ha sterzato, schiantandosi contro un palo della luce. Nonostante l'auto stesse viaggiando a una velocità moderata, nei limiti del codice della strada, l'attrice riportò un pesante trauma facciale. A salvarle la vita l'attivazione degli airbag presenti sulla vettura.
"Come mi ha detto il chirurgo che mi ha operata, ce l’ho fatta perché sono una pellaccia - spiegò successivamente la Braschi - Orgogliosissima di esserlo. Mi sento come un marinaio che porta in volto i segni delle sue imprese. Ho capito che le cicatrici che ancora porto sono come una carta geografica, sono come le rughe: i segni della vita di cui andare fieri".