No, non può finire così. Quindi che non vi venga in mente di parlare di ritiro, che già i soliti hanno cominciato a digitare sulle tastiere degli smartphone il giorno di Pasqua, a conclusioni di lunghi pranzi, scavando una fossa sui divani, con la pancia piena e il sapere in testa. E poi messaggi inoltrati e inoltrati. Domande che cadono nel vuoto. Cosa ha Vale? Si ritira? Perché non va? E le risposte sempre la stessa: Non si sa. Non si sa. Non si sa. Ma una cosa è certa. Non può finire così.
Perché una carriera come quella di Vale non può finire con lui che arriva sedicesimo o quel che è. Sia per motivi sportivi, sia per motivi biografici. Immaginatevi una eventuale serie tv su Vale. Ultima puntata e lui arriva sedicesimo? Dai non scherziamo. O un romanzo. Ultimo capitolo e lui, dopo che ha risolto gare partendo esimo e problemi la domenica mattina nel warm up, che scuote la testa e non sa cosa sta succedendo? Impossibile.
Questi titoli di coda non si addicono a lui, a noi, al motociclismo. Questo è lampante. Petronas doveva essere come il Brescia e il Bologna per Baggio. Lo abbiamo scritto anche noi. Un amico ieri teorizzava una ipotesi assurda. Ché oramai i complottisti sono ovunque, ché il negazionismo ha preso pieghe assurde, derivazioni pure motociclistiche, è evidente. L’ipotesi era questa: “E se lo stessero accompagnando?”. Cioè? “E se ci fosse una strategia per lui e per il pubblico?”. Spiegati meglio.
La spiegazione era la seguente: i poteri forti del Motomondiale vogliono da una parte convincere Vale a dire basta e dall’altra abituare il pubblico che senza Vale si può, e la cosa migliore è fare tutto questo con Vale ancora in pista, che c’è ma non c’è. “Guarda” mi diceva indicando la classifica. “Vale è in pista ma, essendo in fondo, il suo nome non appare nella parte sinistra dello schermo dove vengono indicate le posizioni e nessuna telecamera lo inquadra. A pensar male si fa peccato ma...”. E chi sarebbero i poteri forti? La Dorna, Michelin, la complicità di Petronas. Petronas, addirittura? E allora mettiamoci dentro anche Bill Gates (pronunciato come si legge: GATES), i Rotschild, il 5G E Huawei.
Ti prego Vale, vi prego Petronas: zittiteli. Noi che seguiamo bene il Motomondiale, che guardiamo i tempi, lo sappiamo che c’è da lavorare e che si può rimediare e zittire i complottisti e far riappassionare chi si sta rassegnando. Ma ci dovete pensare voi. Perché si ritorna al principio, all’attacco di questo pezzo. Se c’è un motivo valido è questo: Vale ha recuperato l’irrecuperabile, ha unito una nazione non vincendo un Mondiale di calcio ma vincendone nove di moto, ha superato Stoner andando sulla sabbia a Laguna Seca, ha battuto Lorenzo all’ultima curva con una scalata a vita persa, ha tagliato la chicane e fregato Marquez. Adesso, quest’anno, proprio quest’anno ancora senza pubblico, ancora col Covid tra le palle no, non può finire così. Non può inteso in senso categorico: non deve finire così.