Non c’è pace per Michael Jackson, nemmeno da morto. Nonostante da quel fatale 29 giugno 2009, data della sua inaspettata scomparsa, siano passati ormai quasi 15 anni, il “Re del pop”, come molti ancora oggi lo ricordano, è tornato infelice protagonista dei tabloid di gossip proprio in questi giorni dopo che Wade Robson and James Safechuck, che avevano accusato l’artista di molestie sessuali nei propri confronti quando erano bambini, recentemente hanno preteso di accedere a documenti e file riservati su Michael, fra cui delle foto che lo ritraggono nudo. Ma a che proposito tutto ciò? Facciamo un passo indietro. I nomi di Wade Robson e James Safechuck non sono, probabilmente, molto noti nella cronaca nostrana, ma lo sono al contrario in quella statunitense, dato che da anni sono in ballo fra processi e accuse nei confronti di Michael Jackson. I due ebbero infatti a che fare con l’artista negli anni Novanta (come dimostrano diverse fotografie) quando erano ancora bambini e sono anche i principali protagonisti del discusso documentario Leaving Neverland (Dan Reed, 2019) in cui si raccontano in dettaglio le storie dietro ai presunti abusi del cantante nei loro confronti. Eppure, Michael Jackson è morto da diversi anni, dunque, com’è possibile accusarlo di molestie post mortem? Viene automaticamente da chiedersi. Le rimostranze tardive sono una costante del MeToo, ma perlomeno le persone chiamate in causa, per quanto magari avanti con gli anni, sono.ancora vive. Qui invece...
Già nel 2017, non potendo rivolgersi direttamente al cantante da tempo deceduto, Robson e Sefchuck hanno deciso di denunciare direttamente la Michael Jackson Corporation che gestisce i diritti sulla sua immagine e i proventi derivanti dalle sue attività musicali e non, dal punto di vista legale. Sebbene la questione si trascini dunque già da diversi anni, negli ultimi tempi è emersa l’insistente richiesta alla corte da parte di Robson e Safechuk di accedere a delle vecchie fotografie di un’indagine nei confronti di Michael risalente al 1993, in cui il cantante venne indagato e fotografato completamente nudo, e dunque anche nella zona dei genitali, a scopo investigativo.
La Michael Jackson Corporation si è ovviamente fermamente opposta di fronte all’assurda richiesta, che sarebbe una violazione della privacy, nonché un calpestare la memoria del cantante, per cui sta cercando in tutti i modi di bloccare l’accesso ai file dei due accusatori. Robson e Safechuk però, pare non siano affatto intenzionati a fermarsi, ma anzi, hanno anche accusato diverse persone dello staff e vicine a Michael Jackson di essere “corresponsabili” perché, a loro dire, avrebbero consapevolmente permesso gli abusi. La questione rimane dunque ancora aperta, ma le gravi accuse sono tutte da verificare. Del resto, è difficile capire chi abbia ragione in una storia così torbida, ma se sugli interessi di Robson e Safechuck, a ottenere - se dovessero spuntarla - consistenti risarcimenti, non ci sono dubbi, d’altra parte vien da chiedersi se non sarebbe meglio seppellire la questione, dato che Michael, ormai morto, non può replicare né difendersi in alcun modo.