Tutti al sol pensiero di Cannes polemizzano o sognano lo sfarzo, le paillettes, le serate offerte (per pochissimi) dalla città più figa del Sud della Francia (perlomeno nei dieci giorni del Festival). Ma chi è che pensa davvero ai film che ogni anno vengono proposti fuori e dentro il concorso? Beh, quasi nessuno. Spesso neppure gli addetti ai lavori. Registi, produttori, attori vengono al Festival (se non hanno opere in concorso) soprattutto per fare networking. Del resto Cannes è il Festival che più punta sull'aspetto commerciale, dando ampia attenzione alla distribuzione cinematografica attraverso un vero e proprio mercato. Ogni Paese che fa richiesta possiede un proprio padiglione con uno stand nell'area "Marché du Festival". Si tratta di una vera e propria Fiera, niente di più, niente di meno. Si perché a Cannes, vengono soprattutto i veri lavoratori del cinema. Differentemente dal Festival di Venezia in cui, ad esempio, un mercato vero e proprio non esiste. Da qui l'impressione che al Lido ci sia una presenza maggiore di tizi e tizie che c'entrano poco o nulla con la settima arte e che tuttavia si aggirano indisturbati nell'isoletta.
Chi è che va davvero a vedere i film?
Se a Cannes da un lato ci sono lavoratori (anche moltissimi giovani) che cercano di farsi strada nella complessa istituzione chiamata industria cinematografica, dall’altro però c’è anche qualcuno che, probabilmente al culmine di una carriera segnata da incredibili successi, arriva in città solo per fare “serata”. Dove? Al Martinez, Majestic, Carlton, Gray d'Albion, sono questi i posti dove le cose accadono. Non mancano inoltre i professionisti che preferiscono di gran lunga starsene a casa, ovunque essa sia perché, citando alcune persone che abbiamo sentito in questi giorni: “Che ci devo venire a fare?”. Ma allora se è vero tutto questo discorso, come è possibile che le sale cinematografiche che circondano il Palais des Festivals e il circuito Cineum sono sempre piene? Chi è che va davvero a vedere i film? Beh, persone “normali”, turisti, recensionisti, cinefili affamati (tantissimi ragazzi) che all’alba di ogni mattina cercano di “arrabattare” proiezioni su proiezioni nella speranza di tornare poi a casa, a fine Festival, con tante storie in più da raccontare. E se va male e la proiezione non la trovano, si mettono diligentemente in coda disposti ad attendere quasi un’ora nella speranza che una persona prenotata non venga e lasci così un posto vuoto per lui/lei.
E gli squattrinati, che fanno?
Se non avete voglia di chiudervi nelle sale cinematografiche e neppure di mettervi in coda per le feste super esclusive perché non conoscete nessuno oppure perché siete semplicemente dei comuni mortali senza una lira (e avete paura della security), non temete, una soluzione per voi c'è e si chiama: "scroccare aperitivi gratuiti in giro per i padiglioni e i micro eventi collaterali del Festival". Alla fine lì, in quella circostanza, tutto si fonde, tra chiacchiere con producer di tutto il mondo, finger food e prosecco omaggio, avrete l'occasione anche di scattare selfie da condividere sui social per far invidia ai vostri amici. Del resto, diciamocelo, basta mettersi in tiro per avere più chances, un bel completo in poliestere da Zara è il must have, unico Credo.