Tutti si ricordano il giorno della morte di Ayrton Senna. Tutti, anche chi la Formula 1 non l'ha mai amata. Tutti hanno qualcosa da dire, tutti parlano di uno spartiacque assoluto, raccontando di un dopo che non assomigliò mai più al prima. Dicono che "si ricordano esattamente dov'erano e che cosa stavano facendo, il giorno in cui morì Ayrton Senna".
E allora anche chi il weekend nero del 1 maggio 1994 non l'ha vissuto, perché ancora non era nato o troppo piccolo per ricordarlo, quasi sembra averlo impresso in una memoria lontana. La perdita, l'assurdo, il dolore di una morte che si sarebbe potuta evitare, sommata alla tragedia di un'altra perdita: quella di Roland Ratzenberger, il giorno precedente.
Perché comprenderne la densità di un dolore enorme, mondiale, va oltre la narrazione di una tragedia umana. Va oltre l'esserci stati o non esserci stati, dal vivo, a Imola, davanti alla televisione, o semplicemente abbastanza grandi da poterlo ricordare.
C'è una cosa però che - chi non c'era - non può capire. Ed è la magia.
Chi Ayrton Senna non l'ha mai visto correre, quella cosa lì, quella che aveva solo lui, non la conosce davvero, e mai la conoscerà.
Non conta aver recuperato i filmati di tutte le gare, aver letto le biografie, visto i film, amato le sue danze sotto la pioggia. Senna aveva qualcosa di catartico, di feroce in pista, ma di fragile fuori. Lo chiamavano "the magic" ma non era solo la magia della velocità, del talento. Quella che stregava, era anche la magia dell'uomo. "L'umanità che lo avvicinava a tutti - ha spiegato più volte il giornalista Giorgio Terruzzi - era il suo amuleto. La sua spiritualità brasiliana, la sua dolcezza contrapposta al carattere, graffiante, che un pilota è costretto ad avere".
E non è la morte, che si celebra oggi. Oggi che Ayrton Senna avrebbe compiuto 61 anni. Ma la vita.
L'anima che lo ha reso immortale, eternamente vicino a chi ha cercato di comprenderlo, senza riuscirci davvero. Più dei mondiali vinti in Formula 1, delle pole position, delle classifiche. Oggi si celebra la magia.
Per chi l'ha vissuta, e per chi non l'ha vista mai.