Si torna a parlare in questi giorni di un caso inquietante, quello della morte di David Rossi, allora capo della comunicazione di Mps, precipitato il 6 marzo 2013 dalla finestra dell’ufficio del palazzo della banca senese. Si è buttato (come da versione fin qui ufficiale), è caduto o è stato lanciato?
Sono passati 8 anni e 9 mesi abbondanti da quel giorno eppure ancora oggi (o per meglio dire solo oggi) spuntano delle novità. C’è il colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco che, convocato dalla commissione parlamentare di inchiesta che nei mesi scorsi ha cominciato a occuparsi della vicenda, ha detto tra le varie cose una cosa incredibile, sconvolgente: che il telefono di David Rossi, che era appoggiato sulla sua scrivania, nelle ore successive alla morte ha squillato e qualcuno ha risposto. A chiamare era Daniela Santanché.
Chi rispose? “Mi sembra di ricordare il dottor Nastasi”, ha detto Aglieco davanti alla commissione facendo il nome del pm. E cosa si sono detti? “Le avrà detto sono il pubblico ministero, richiami”. È normale che si risponda? “Non so se sia normale, perché non è previsto da nessuna parte né sì né no. Se sia opportuno forse… non lo so”.
Si parla in verità di una telefonata di 38 secondi della Santanché: “E quindi vuol dire che ci ha parlato il dottor Nastasi”. Peccato che – secondo i componenti della commissione – in nessuna relazione sia stato specificato.
Poi, al di là dei dubbi storicamente legati al caso, ci sono altri aspetti che sono stati fatti notare da Massimo Giletti a Non è l’Arena, dove il conduttore ha ospitato la figlia di David Rossi, Carolina Orlandi, e Antonino Monteleone, che si è occupato della faccenda per Le Iene.
“Ma la prima regola in un caso del genere – le parole di Giletti – non dovrebbe essere quella di non toccare nulla? Nastasi (che ora alla Procura di Firenze sta indagano sulla Fondazione Open di Matteo Renzi, ndr) ha negato di aver risposto al telefono. O non è credibile Aglieco, o c’è qualcosa che non torna”.
Per Monteleone in tutta questa vicenda “non c’è nulla di credibile. È tutto incredibile […] Basta fare le domande giuste per capire che in questa storia non torna niente dall’inizio. […] Non si provano a vedere le telecamere di videosorveglianza, ne vediamo una sola. C’è un uomo in fondo al vicolo che entra con il telefono all’orecchio, vede il corpo di David, alza i tacchi e se ne va prima dei suoi due colleghi, e nessuno prova a capire di chi si tratta finché non possano due anni da quel momento”.
I pm salgono in tre. Il colonello Aglieco in commissione ha detto un’altra cosa pesante: “Il procuratore Nastasi si è seduto sulla sedia che era di Rossi”. Poi si parla di attivazione del computer con il mouse (ma toccato con una penna) e di cestino rovesciato. Lo sappiamo per la prima volta otto anni dopo in commissione, dice il parlamentare che interroga il colonnello.
“Mi fa ribollire il sangue – il commento di Carolina Orlandi – Non è possibile che dopo tutti gli appelli lo veniamo dopo otto anni e con questo atteggiamento come a dire «ma che problema c’è, è la prassi». Ma stiamo scherzando?”
Ci sarebbero poi delle incongruenze tra la scena del crimine ripresa dal viceispettore Marini (il primo poliziotto a entrare nella stanza dov’è successo il fatto, che ha avuto l’idea di girare con il telefonino delle immagini) e quella immortalata dei successivi scatti della scientifica: “Qualcuno – dice Giletti – ha contaminato la scena. Probabilmente in maniera irreparabile? […] È tutto cambiato. La giacca è sistemata [sulla sedia], mentre nel filmato era quasi buttata sopra, la finestra è chiusa, e invece era aperta”. E poi ci sono dei reperti buttati lì a terra, probabilmente quelli del cestino: “Dovevano già stare all’interno di quella che si chiama catena di custodia – sostiene Monteleone – Dovevano già essere già stati isolati, dovevano già essere spediti per le analisi”.
Arriva poi una nuova rivelazione da parte di Giletti: "Una persona a me vicina […] mi ha chiamato e mi ha detto «guarda che nel fascicolo dei magistrati la polizia aveva portato altre 61 fotografie e altri due filmati di cui non c’è più traccia. È chiarco che quello che sto dicendo è di una gravità inaudita, ma la persona che me lo ha detto ha una certezza matematica e mi assumo le responsabilità”. E ancora “Perché sono spariti? È una notizia scioccante, una notizia molto grave”.
“Nel faldone della procura, chiuso come «suicidio» - riferisce al riguardo il Corriere – risultavano già 60 fotografie, realizzate da una operatrice della scientifica, Federica Romano, intervenuta la notte della tragedia scattando e filmando sequenze sullo stato dei luoghi all’interno della stanza in cui lavorava Rossi. Il materiale inedito, la cui esistenza era emersa il 25 novembre durante l’audizione alla Camera della medesima Romano, è stato adesso acquisito dalla commissione parlamentare istituita nel marzo scorso per indagare sui troppi punti oscuri riguardanti la morte del dirigente di Mps. «Queste foto e questi video non sono stati distrutti, ma erano custoditi negli archivi della questura di Siena, così abbiamo chiesto di acquisire il tutto — spiegano fonti interne alla commissione —. Si tratta di un atto doveroso. Dobbiamo appurare i motivi per cui i pm senesi non allegarono questo materiale: erano doppioni? Erano immagini giudicate non rilevanti? E perché?». Il tutto mentre, a fronte delle ultime rivelazioni emerse dai testi davanti alla commissione, la procura di Genova, competente a giudicare l’operato dei magistrati toscani, sta per aprire una nuova inchiesta (la terza) sulla morte di Rossi”.
“Questa cosa – aggiunge Monteleone riferendosi al presunto suicidio – succede due giorni dopo che David Rossi dice «voglio andare a parlare con i magistrati»”.
E a non credere al suicidio di Rossi apparentemente è anche una persona molto vicina all’allora presidente di Mps Giuseppe Mussari, l’avvocato ed ex parlamentare Giancarlo Pittelli, finito nell’inchiesta Rinascita Scott: “Se riaprono le indagini sulla morte di Rossi – dice a un interlocutore anonimo nel suo studio, in un audio del 2018 – succederà un casino grosso. Se si sa chi l’ha ammazzato […] Non si è suicidato, Rossi non si è suicidato. Rossi è stato ucciso”.
Per Carolina Orlandi si tratta di “parole che non possono passare inosservate. Non si può far passare che era solo un’opinione […] Questa persona non è un passante”.
Monteleone dice che quando viene arrestato Pittelli, Mussari, tornato a fare l’avvocato, è collaboratore del suo studio: “Lui dà per scontato che sia stato ucciso. E che figura rappresenta all’interno di questa indagine Rinascita Scott del procuratore Gratteri? Rappresenterebbe, nell’ipotesi accusatoria (poi ci sarà il processo) l’anello di congiunzione tra la nuova ndrangheta, la massoneria deviata e le istituzioni”.
Le Iene hanno anche scoperto una serie di festini gay nella zona di Siena, dove c’erano professionisti, dirigenti, uomini di banca. Secondo quanto dice un escort, anche magistrati e uomini appartenenti alle forze dell’ordine: “Un clima del genere – si chiede Monteleone – era in grado di alterare anche le indagini, visto che la banca è finita come è finita?”