Matteo Salvini si schiera a favore del nucleare e contro lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel (ma anche gpl e ibride) dal 2035, provando al contempo a ridimensionare l’aura green che avvolge le auto elettriche.
Il leader della Lega ne ha parlato su La7, a Non è l’Arena, dialogando con il conduttore Massimo Giletti. Salvini è partito dal caro bollette e ha fatto l’esempio di una piccola azienda che a giugno pagava 15 mila euro di corrente, mentre a dicembre con lo stesso consumo ne deve pagare oltre 30 mila, il doppio.
“Qual è la soluzione? Importare più gas (e smetterla di litigare con la Russia) e, secondo, fare quello che fa la Francia. Stasera mentre noi siamo in onda la Francia quanti reattori ha in azione? 56. L’Italia ne ha zero”.
Per Salvini ciò non è in contraddizione con il fatto che voglia “un’Italia pulita e green”.
Ma perché è così difficile? “Perché c’è l’ideologia. Qualcuno che a sinistra dice “no”. No tav, no tap, no triv, no nucleare, no al ponte sullo stretto. Noi dobbiamo viaggiare. E il nucleare di ultima generazione è l’energia più sicura: non produce scorie, non è Chernobyl. Se non facciamo scelte coraggiose adesso… Noi vogliamo un ambiente pulito e un’energia sostenibile? Sì, ma se tu ad esempio metti fuorilegge le auto a benzina e diesel nel 2035, metti a rischio un milione di posti di lavoro e chi avvantaggi? La Cina”.
Quindi la stoccata ai sostenitori delle auto elettriche: “Per produrre una batteria tu inquini, perché consumi energia. La Cina come produce le batterie che poi dovremmo usare noi in Italia? Con le centrali a carbone. Con le centrali a carbone”.