Ma voi avete presente quello che avrà passato Marc Marquez negli ultimi giri del Sachnsering? Ma voi avete presente quanta fatica avrà fatto a restare concentrato mentre sapeva che Miguel Oliveira gli recuperava decimi su decimi? O cosa avrà pensato quando a tre-quattro giri dalla fine si è imbarcato rischiando di andare largo, cadere, farsi recuperare tutta la distanza da chi aveva dietro? In quei giri avrà pregato, sarà entrato in trance, manco lui saprà cosa ha fatto, troppo retorico dire che avrà rivisto tutti i momenti più difficili da quando si è operato al braccio, troppo retorico dire che avrà risentito tutte quelle voci che gli dicevano: non tornerai mai più come prima, troppo retorico dire che avrà rivissuto tutta quella sofferenza e quella fatica che ha dovuto patire per tornare a dimostrare a tutti, a chiunque, che lui è ancora Marc Marquez, che non è cambiato, che è tornato, che vuole solo vincere, soltanto questo.
Che vi stia sulle palle o meno, anche se non avete mai dimenticato ciò che ha combinato nel 2015 facendo perdere il decimo mondiale a Valentino, che siate o no dei rosiconi, non potete non fare una cosa oggi e sempre: prendere esempio da Marc Marquez. Ha sofferto in silenzio, ha lavorato duramente ogni santo giorno, ha messo da parte tutto per un obiettivo, la vittoria, e come ha esultato all’arrivo ha raccontato molto di più di tante parole. Marc si è chiuso in se stesso, ha abbassato la testa dietro il cruscotto, lui e solo lui, poi si è tirato su con il busto, ha lasciato il manubrio, e piangendo sotto il casco ha alzato appena le braccia per poi riabbassarle subito e tornare a richiudersi dentro di lui, solo lui. Anche suo padre non aveva quasi la forza di abbracciare i ragazzi del tema, tanto era esausto, anche i meccanici erano increduli che era successo ciò che tutti abbiamo visto, anche Alberto Puig, il team principal della Honda HRC, dal muretto, sembrava svenire a ogni passaggio di Marquez dal rettilineo.
È difficile imparare che la vittoria è dentro anche in ogni sconfitta, in ogni fatica, in ogni rinuncia. Marc non solo lo ha imparato ma oggi lo ha insegnato al mondo. C’era chi diceva che al GP di Germania non avrebbe mai vinto perché in questa pista si sta troppo in piega e lui avrebbe provato troppa sofferenza a stare sempre giù, che il braccio non avrebbe retto a tutte queste sollecitazioni, e invece… E invece questo era il suo circuito, suo per dieci anni di fila, quindi era pure la location ideale per mandare un messaggio a tutti, chiaro, diretto, forte, immediato: Marc è tornato. Ché tornare si può, ed è qui l’insegnamento principale: in un mondo dove tutto è velocissimo, tutto si consuma in 24 ore, tutto è fluido, il lavoro, la determinazione, la passione non hanno comunque eguali. Vincono. Prima ancora di Marc Marquez a vincere sono queste caratteristiche, questi comportamenti. Oggi, prima di tutto, a vincere è stata la cultura dell’amore verso ciò che si fa. Prendete, prendiamo, esempio da Marc Marquez.