Il personaggio dell’anno è lei. Sotooda Forotan, 15 anni, afghana di Herat. Perché il 21 ottobre, nella sua città governata dai talebani, è salita sul palco e invece di recitare la poesia in scaletta ha fatto un appello. Semplice. “Sappiamo tutti che Herat è una città della conoscenza, e allora come mai le scuole devono restare chiuse per le studentesse?”. Ieri le classi secondarie e superiori sono state riaperte.
15 anni, come Greta quando cominciò a diventare famosa parlando di clima. Eppure Sotooda è salita su quel palco e ha rischiato la vita per una frase, una parola, in un momento in cui qui, invece, da una parte c’è chi trova like pure se dice la più grande puttanata del secolo e dall’altra c’è chi ha paura di esprimersi perché la sua opinione è contro quella benpensante e comune, anche se al massimo rischia solo qualche defollow. Facciamoci ispirare da lei, quindi.
Sotooda è uno schiaffo morale agli scettici, a quelli che reputano che i giovani sono tutti rincoglioniti, pigri, svogliati o che le loro battaglie sono ideologiche. Mandateli a cagare. Non esiste epoca storica in cui questo, dalle generazioni più anziane, non sia stato creduto. Volete dirmi che le battaglie del 1968 non si sono rivelate corrette? Volete dirmi che non erano corrette le battaglie portate a Genova nel 2001 dai pacifisti in piazza? A distanza di 20 anni una risposta ce la siamo data.
E non ho mai visto, mai nella Storia, un cambiamento sociale portato avanti dagli anziani. Mai. Le rivoluzioni, di qualsiasi tipo, le fanno i ragazzi. Chiaro, quello che ha ottenuto Sotooda è solo un primo passo, ma non è ciò che ha ottenuto, è il coraggio che ha avuto. È questo che ci deve ispirare ed è per questo che è lei il personaggio (no, non la donna) dell’anno.