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Si allarga “la corte dei miracoli”
di Antonello Montante, così
come i capi di accusa

  • di Filippo Ciapini Filippo Ciapini

15 aprile 2021

Si allarga “la corte dei miracoli” di Antonello Montante, così come i capi di accusa
Chiunque avanzasse dubbi sulla sua credibilità veniva spiato illegalmente o peggio riceveva misteriose lettere anonime. Più le indagini su di lui entravano nel profondo più Antonello Montante intensificava la sua campagna per vendere positivamente la sua immagine esterna. Ecco come un simbolo antimafia in realtà era legato ai boss

di Filippo Ciapini Filippo Ciapini

Monopolio della comunicazione e tecniche di spionaggio. Si profilano nuove accuse per associazione a delinquere nei confronti di Antonello Montante. Secondo quanto riporta l’edizione cartacea del quotidiano “Domani”, l’ex vicepresidente di Confindustria con un’abile strategia riusciva a presentarsi come un simbolo dell’Antimafia, mentre in realtà era legato ai boss mafiosi. L’obiettivo era quello di guadagnare consensi nell’opinione pubblica non solo arginando ogni accenno di critica grazie alla sua cospicua macchina della propaganda, ma riuscendo a costruire sotto di sé una piramide di devoti chiamata “la corte dei miracoli”. Una lunga lista di difensore che vede, come riportato da Attilio Bolzoni su “Domani”, tra gli altri anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il governatore Rosario Crocetta, il sindaco di Catania Enzo Bianco e il presidente della Federazione Italiana Antiracket Tano Grasso.

Chiunque avanzasse dubbi sulla sua credibilità veniva spiato illegalmente dalla banca dati del Viminale o peggio riceveva misteriose lettere anonime. Più le indagini su di lui entravano nel profondo più Antonello Montante intensificava la sua campagna per vendere positivamente la sua immagine. Sarebbe così finito nel registro degli indagati sotto lo pseudonimo di Mauro Cavalieri, nome molto comune nelle province interne della Sicilia. La magistratura indaga, i giornali scrivono e, intanto, la macchina di Montante lavora.

Qualche settimana fa, nel frattempo, la procura di Caltanissetta aveva notificato un avviso di conclusioni indagini, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio, a 13 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a commettere reati contro la pubblica amministrazione e accesso abusivo al sistema informatico. Tra gli indagati proprio l’ex leader di Confindustria e di Eicma Antonello Montante, ma anche l'ex presidente della Regione Rosario Crocetta, gli ex assessori regionali della sua giunta Maria Lo Bello e Linda Vancheri, l'ex capo centro della Dia di Palermo Giuseppe D'Agata, l'ex capo della Dia Arturo De Felice, il vice questore in servizio allo scalo di Fiumicino, Vincenzo Savastano e l'ex capo centro della Dia di Caltanissetta Gaetano Scillia.

Per Montante, già condannato per gli stessi reati, si profilano nuove accuse di corruzione. Crocetta è invece indagato per corruzione in atti contrari a un dovere d'ufficio: avrebbe asservito agli interessi di Montante e dei soggetti a lui legati "gli apparati dell'amministrazione regionale sottoposti, direttamente indirettamente ai suoi poteri di indirizzo vigilanza e coordinamento". Crocetta avrebbe scelto per la sua giunta gli assessori Lo Bello e Vancheri a lui indicati da Montante. Il leader di Confindustria avrebbe ricambiato finanziando la campagna elettorale 2012 della lista dell'ex governatore Il Megafono.

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