Un imbucato seriale, il Forrest Gump italiano, il Paolini del nuovo millennio, il nome di Valter Tozzi è oramai sulla bocca di tutti dopo che Le Iene hanno svelato la sua presunta identità di agente segreto. Ne avevamo parlato seguendo gli aggiornamenti de Le Iene passo per passo (clicca qui per la prima parte, qui per la seconda) cercando di capire chi fosse realmente Valter Tozzi. Intercettazioni audio, video e foto che lo ritraggono praticamente insieme a tutte le personalità più importanti di Palazzo Chigi. Un uomo misterioso che vede aleggiare un'ombra di mistero sulla sua professione. E' arrivata però in questi giorni una lunga smentita sulle sue attività da parte del giornale "La Verità" che in oltre sette pagine confuta ogni tesi dell’inchiesta di Matteo Viviani a partire dal risultato della dettagliata informativa del Raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri sul fantomatico 007 italiano che ha ritenuta conclusa e da rinviare a giudizio la testimonianza di Stefano Saraceni, interpellato dall’inviato in giacca e cravatta.
Valter Tozzi infatti non sarebbe nient'altro che un ex autista di scuolabus, poi diventato geometra, da sempre circondato da smanie di protagonismo. I commissari straordinari al terremoto dell'Aquila, Piero Farabollini e Giovanni Legnini, hanno giurato di non essere mai saliti in macchina con lui. Così come Guido Bertolaso. I tentativi di intrufolarsi come giornalista accreditato di Rieti Life, rispediti al mittente, sono stati smentiti anche dal vicedirettore della testate Christian Diociaiuti. E' stata poi interpellata la famiglia di Valter Tozzi, con il fratello Salvatore, in guerra con lui da più di undici anni, ha raccontato a La Verità che il motivo scatenante della faida familiare è stata la questione economica derivante dalla morte della madre. E ancora gli episodi di violenza e percosse, le minacce con la pistola, momenti di tensione sfociati in denunce e querele.
Sostanzialmente, sempre secondo il giornale cartaceo, Valter Tozzi non ha mai avuto né un incarico ufficiale, né uno segreto e neanche agganci dall’alto che potessero permettergli di presenziare agli eventi ufficiali politici e non. Semplicemente, riusciva a sfruttare alcune falle del sistema per imboscarsi tra la folla e, ben vestito, riuscire a passare inosservato tra i ministri una volta superata la sicurezza. I richiami alle Forze dell’Ordine come le divise o i tesserini erano falsi, le onorificenze ottenute ingigantite verbalmente, stesso discorso per le medaglie di cui si vanta sui propri social. La “Verità” ha inoltre interpellato vari ex o attuali funzionari del Governo i quali hanno affermato di non conoscere Valter Tozzi e di non averlo mai visto. E ancora, monitorando i social, è stato notato come la sua attitudine al complottismo, come quello relativo alla app Immuni che “viola la privacy delle persone”, andava a contrastare la sua sfrenata smania di pubblicare dati, numeri di telefono e suoi indirizzi di residenza.
Sembrerebbe addirittura che Valter Tozzi fosse già stato schedato da Prefettura e Questura, con quest’ultima che gli aveva tolto il porto d’armi a causa degli atteggiamenti violenti e alle millanterie riguardo alla propria appartenenza a corpi militari. Quindi non avrebbe fatto altro che infiltrarsi per oltre vent’anni tra capi di stato, sindaci e generali delle forze dell’ordine di vario tipo senza avere alcuna qualifica, mansione o benemerenza direttamente da Palazzo Chigi. Le alte cariche dello stato, come l'ex ministro della Difesa Roberta Pinotti, ritratto con lui nel maggio 2016, proprio non ha idea di chi sia Valter Tozzi. Così come commissario europeo Paolo Gentiloni, anche lui ripreso a parlare con Tozzi, ha fatto sapere di non conoscere l'uomo senza sapere neanche cosa ci facesse in quella circostanza. Il solo obiettivo del geometra reatino sarebbe stato quindi solo quello di vantarsi dei suoi colpi di genio con gli amici pluripregiudicati del bar di paese.
Nei filmati pubblicati sui suoi social si vede chiaramente Tozzi ballare sulle note del Triangolo di Renato Zero sventolando la pagina di un giornale che lo riguardava in prima pagina. Il geometra indossava una maglietta dei carabinieri e un cappellino dei Corazzieri dell'Arma, risultate poi repliche e non abiti ufficiali. A danzare goliardicamente con lui vi era Diego Onofri, con numerose denunce per reati in materia di stupefacenti e contro il patrimonio che, alla Verità, dopo aver ammesso di essere sottorestrizioni ha confidato che era passato dal bar per l'asporto e, ritrovato Valter Tozzi dopo un lungo tempo, hanno insieme improvvisato il balletto. Resta il fatto che lo 007 italiano potrebbe avere qualche gancio dentro all'Arma, visti i due carabinieri in alta uniforme ad accompagnare il feretro del padre.
L'episodio chiave della vicenda Valter Tozzi è legato al suo andirivieni nell'aereo dei Marò. La Verità ha svelato retroscena legati al suo piano per intrufolarsi nella pista di atterraggio. La sera del 27 maggio sembrerebbe aver inviato una mail all'ufficio stampa del ministero della Difesa sfruttando il flusso di redazioni che in quel momento stavano facendo la stessa cosa. L'elevato numero ha di fatto abbassato il livello di controllo e così è riuscito ad attenere l'accredito come free lance nonostante fosse sprovvisto di tessera professionale fornendo soltato il numero di una tessera dell'Associazione nazionale carabinieri, ottenibile anche come simpatizzante. Una volta arrivato sul posto, grazie al vestito molto elegante e sfruttando il retro dell'aereoporto per accedere al portoncino di passaggio per le autorità, è riuscito a mimetizzarsi alle personalità presenti.
Ma allora se fosse davvero un impostore, come è possibile che una persona comune riesca ad infiltrarsi dentro l’aereo dei Marò entrando e uscendo a proprio piacimento, sempre insieme ai più alti gradi di stato e in prima linea di ogni manifestazione, il G8, il terremoto dell’Aquila, i funerali di Amatrice, la parata del 2 giugno, i 200 anni dei Carabinieri, le presenze accanto a Ciampi e Napolitano. La strada del dubbio, a questo punto, è di fronte a due vie, oltre a quella del fantomatico “personaggio dei servizi segreti”. O il sistema italiano ha davvero delle enormi falle logistiche, tanto da far infiltrare ripetutamente una persona qualsiasi, oppure Valter Tozzi è il re degli imbucati e quindi, forse, i servizi segreti dovrebbero davvero farci un pensierino.