Ducati ha presentato il nuovo Monster 2021: motore da 937cc derivato dalla Supersport, telaio Front Frame d’ispirazione Panigale e 111 cavalli di potenza massima, ma soprattutto 18 chili in meno di peso nonostante l’omologazione Euro 5. E sarà bella da guidare come ogni Ducati moderna, svelta e precisa al punto da potersi togliere ben più di una soddisfazione, anche in pista. Nonostante finiture ricercate ed elevata qualità costruttiva, però, per molti non è più IL Monster, quello con il serbatoio a goccia ed il telaio tubolare a traliccio che più di venticinque anni fa (nel 1993) inventò un nuovo segmento.
Ecco, venticinque. Si chiama così anche la moto presentata da Mr. Martini nel 2019 per festeggiare il quarto di secolo d’attività, un’avventura che lo ha portato nell’olimpo dei preparatori più eccentrici e capaci d’Italia. Era una Ducati anche lei, la Venticinque. Così come lo sono tante delle creazioni del genio veronese, amante del motociclismo romantico e analogico, quello raccontato da sellerie in pelle e carene in alluminio. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per parlare dell’evoluzione di Ducati Monster: “Ma certo, richiamami tra cinque minuti che ora ho il casco, il motore acceso e tutto, tra poco però arrivo”.
Ciao Nicola! guidi la moto anche d’inverno, dove andavi?
"Guarda, ti dirò la verità… ero in scooter! Perché avevo delle commissioni da sbrigare e così per fare un salto fuori è comodo, si fa prima (ride)".
Hai visto la nuova Ducati Monster 2021? È completamente nuova rispetto al passato.
"Ah, una domanda a bruciapelo! Io l’ho vista stamattina con un po’ di foto sui social, non l’ho ancora focalizzata bene però di primo acchito non mi ha entusiasmato. Mi riservo sempre di guardarla attentamente, ma sai che c’è? Il Monster è una moto così iconica, così unica nella sua forma che era sicuramente difficile riproporre qualcosa di con tale carattere”.
Secondi i puristi ha perso un po’ della sua indole.
"La vedo ‘leggermente’ giapponesizzata, ma la verità, sinceramente, è che le moto moderne si assomigliano un po’ tutte e non mi entusiasmano. Poi per carità, vorrei anche guardarla dal vivo, ma così di primo acchito non mi è venuto da dire ‘wow’. Che poi ti dirò, ultimamente il wow fa fatica a venir fuori perché mi sembra che a livello stilistico si stia unificando un po’ tutto, come le automobili. Se ci pensi una volta anche le forme delle auto erano completamente diverse l’una dall’altra".
È vero, potevi riconoscere il modello dai fari nel buio, ora è più difficile.
"Esatto, e mi sembra che anche nel mondo motociclistico ci si sia un po’ appiattiti a livello di personalità. Non so, forse è dovuto anche a concetti tecnico-strutturali che in qualche modo, con le nuove normative, obbligano ad assumere certe forme".
Il nuovo corso Ducati sembra improntato alla modernità. Hanno anche tolto il telaio a traliccio e probabilmente si guiderà meglio, ma non tutti sono d’accordo.
"Eh, vedi… anche togliere un elemento iconico come il telaio a traliccio, classico di Ducati insomma… fa sparire un po’ di poesia, della storicità del brand e del modello. Mi sembra che non abbiano ripreso quasi niente di quello era una volta. Che poi magari hanno ragione loro perché ti dico, io alla fine sono un uomo di bottega e ho certe idee. Magari le industrie vedono in maniera un pochino diversa le cose".
Tu l’avresti fatta diversamente?
“Sai, io ormai ho la mia età, la mia testa… è più facile subire di più il fascino delle cose che ci hanno coinvolto quando eravamo giovani rispetto a queste cose troppo moderne. Anche se ci sono certamente delle eccezioni, io due anni fa ho visto ad Eicma la Superveloce (MV Agusta, ndr.), quando era ancora un prototipo, e per me è una delle moto più belle degli ultimi vent’anni”.
In effetti la Superveloce 800 ha un che dei tuoi lavori: posteriore rastremato, cupolino heritage…
"Beh, in quel caso secondo me passato e futuro sono stati perfettamente amalgamati, così la moto si distingue dal resto. Quello mi affascina molto. Ma tutte queste cose che si assomigliano faccio veramente fatica a digerirle. Poi io chiaramente parlo per me, a livello personale. Ognuno ha il suo gusto”.
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