Il tempo passa e i preti in bicicletta sono ormai démodé. No, non parliamo di Don Camillo e Peppone, bensì di un altro dei preti più amati dagli italiani, ovvero Don Matteo che, arrivato alla tredicesima stagione, lascia il passo a Don Massimo, una specie di prete 2.0 che fa il proprio debutto nella serie in sella a una moto.
Possiamo dire che il trait d’union siano comunque le due ruote: Terence Hill, infatti, a 83 anni suonati, associa la sua immagine di prete di montagna a quella di una bicicletta (nemmeno assistita), secondo la più tradizionale delle iconografie del classico prete di provincia. Ma siamo nel 2022, i preti non si possono ancora sposare, ma possono andare in moto e così nella quinta puntata della stagione in corso ecco che il suo prossimo sostituto, Don Massimo, arriva in sella a una bella Triumph. A impersonarlo è Raoul Bova: un prete moderno, pronto a prendere le redini della fiction che nel 2016 è arrivata a contare oltre 15 milioni di telespettatori.
In una recente intervista, Raoul Bova ha parlato della sua nuova compagna di riprese, spiegando che la produzione ha optato per una moto vissuta e non particolarmente appariscente: una Triumph Thunderbird 900 un po’ customizzata - giusto per aggiungere quel tocco trasandato che fa tanto bad boy del Vaticano. Vernice nera a coprire le parti cromate, come collettori e scarichi, e una mano di verde opaco invecchiato sul serbatoio. Uscita di produzione troppo presto per godere della ventata di hype che ha colpito le special e tutto il segmento neo classic circa una decina di anni fa, la Thunderbirth era tutto sommato una moto tranquilla, ma assolutamente godibile forte dei suoi 70 CV, chiamati a spostare circa 220 kg di peso.
Un umile servitore di Dio, d’altronde, non può mica muoversi su una fiammante supersportiva! Ma è proprio lo stesso Raoul Bova a spiegare il retroscena: il personaggio ha alle spalle molti conflitti, è una persona abituata a stare da sola e ad affrontare i propri pensieri interiori, serviva quindi una moto che avesse una storia, rovinata dal tempo, andando così a richiamare un passato difficile ma che comunque ha radici profonde capaci di conferire quell'esperienza necessaria ad affrontare al meglio (o al peggio) il presente.
Insomma, il Don 2.0 arriva con una moto che, effettivamente, è tutto fuorché scelta a caso. La 900 della serie, d'altra parte, è stata prodotta dal 1995 al 2001, ma le sue radici affondano ben più in là nel tempo e non è nuova al cinema. Nel 1953 una Thunderbird (il modello a cui è ispirata la versione moderna) era stata utilizzata da un grandissimo Marlon Brando ne Il Selvaggio. Se a guidarla era allora Johnny, il membro di una banda di motociclisti dedita a scorribande denominata Black Rebel Motorcycle Club, in questo caso l’inglese ha l'occasione per redimersi ospitando per le sue "scorribande" il nuovo temibilissimo prete del paese.