Alessandro Orsini, già protagonista in tv, arriva anche in teatro. Prossimo passo la politica, come Beppe Grillo (e come Zelensky)? Il titolo del monologo che il discusso professore della Luiss porterà in scena il 10 maggio al Sala Umberto di Roma potrebbe tranquillamente essere quello di un grillino dei tempi d’oro: “Ucraina, tutto quello che non ci dicono”.
A differenza di Grillo (lanciato in televisione a fine anni Settanta e passato agli spettacoli dal vivo negli anni Novanta, prima di presentarsi col suo Movimento alle elezioni e diventare il partito più votato) e di Zelensky (comedian divenuto popolare e poi presidente in Ucraina grazie alla serie tv in cui interpretava un presidente per caso, ora trasmessa da La7 con il protagonista doppiato da Luca Bizzarri), Orsini è preparato e non nasce come intrattenitore e men che meno come comico, anche se secondo i suoi critici lo starebbe per certi aspetti involontariamente diventando. Difficile che Orsini – qualora davvero lo volesse – possa riuscire pienamente in quello che hanno fatto Grillo e Zelensky (peraltro entrambi ora dopo essere arrivati al top non si trovano certo in una posizione invidiabile), ma i punti di contatto non mancano, a cominciare dall’innegabile attrazione per l’essere al centro della scena che sta facendo la fortuna mediatica (con annesse critiche) del professore. E senz’altro Orsini potrebbe contare sul sostegno, per esempio, della prorompente Paola Saulino, interessata al “pesce pallido”.
L’evento – organizzato da Seif (Società editoriale il Fatto, testata che si è assicurata gli articoli firmati dal professore, e qui ci sta un altro parallelismo con Grillo, storicamente “cavalcato” dal giornale di Travaglio) – è stato presentato così: “Alessandro Orsini è stato interrotto mille volte in televisione mentre cercava di spiegare fatti sgradevoli per i media dominanti. In questo monologo sulla guerra in Ucraina, Orsini è finalmente libero di esporre le sue tesi senza interruzioni o sovrapposizioni strumentali. Dalle cause profonde dell’invasione russa alla manipolazione dell’informazione in Occidente, Orsini svela le forze nascoste che spesso muovono il mondo in direzioni catastrofiche”.
Nel lancio del monologo inoltre si legge: “Ancorato al realismo di Machiavelli e di Pareto, ma nemico di ogni complottismo, Orsini mostra le strategie con cui le persone vengono tenute all’oscuro di ciò che il potere politico-economico non vuole far sapere”.
I critici fanno notare che non è che Orsini proprio viva lanciando messaggi cifrati da uno scantinato: ospite di Bianca Berlinguer su Rai 3, per esempio, il professore è stato protagonista in 110 minuti su 160 di trasmissione.
C’è poi chi rimprovera al professore il fatto che l’ingresso al teatro sia a pagamento (il prezzo dei biglietti vari dai 15 ai 25 euro), ma questo regge ancora meno del discorso sui compensi per andare in tv: in base a cosa dovrebbe informare (o intrattenere, a seconda dei punti di vista) gratis?
“Ho ricevuto diverse proposte di parlare in pubblico. Ma – scrive Orsini su Facebook – tra quelle che ho ricevuto, la proposta di parlare in teatro mi sembra la migliore e sto procedendo spedito in questa direzione. Dovrebbe essere un monologo basato sul mio nuovo libro, che ho iniziato a scrivere dopo la mia relazione al Senato del 4 dicembre 2018. Il titolo del libro, in uscita a maggio, è: «Ucraina. Critica della politica internazionale»”.
Tra i principali detrattori di Orsini c’è David Parenzo, coconduttore di In Onda su La7 e spalla di Giuseppe Cruciani a La Zanzara su Radio24: “Ogni volta che sento «vi racconto tutto quello che non ci dicono» – il suo commento su Twitter – tendo a farmi una grande risata. I complottisti sono così. Ma lui supera tutti perché si fa pure pagare! Come direbbe A. Sordi «Finché c’è guerra c’è speranza». Per lui”.