Un airbag In&motion lo abbiamo già usato lo scorso anno, quando Tucano Urbano ci ha gentilmente concesso il suo Airscud per la settimana del GP d’Italia al Mugello. Ora, per capire davvero tutto quello che c’è attorno a questa piccola rivoluzione della sicurezza su due ruote, abbiamo preso un volo (due, a dire la verità) verso Francoforte, dove i francesi di In&motion hanno organizzato una serie di incontri battezzati Pro Tech Days con l’obiettivo di spiegare a fondo questa tecnologia ad un piccolo gruppo di giornalisti: un’intera giornata di workshop e conferenze per capire davvero come funziona questo sistema, quanto costa, quanto aiuta e come usarlo, in modo da restituirvi una guida il più possibile completa sull’airbag per motociclisti di qualunque livello: tra gli altri infatti, ad In&motion ci si affidano piloti MotoGP, Dakar e TT dell’Isola di Man, oltre a un innumerevole quantità di altri campionati a cui, chiaramente, si aggiunge una grossa quota di piloti amatori e utenti stradali.
Come è fatto l’airbag di In&motion
Parliamo di un gilet compatto che viene venduto e implementato da diversi brand d’abbigliamento (Ixon, Held, Furygan, RST, Klim e Tucano Urbano) per coprire una gamma che va dal tragitto casa lavoro al track day. Il sistema ha tre misure (XS-S; M-L; XL-XXL) e un hardware che non cambia mai, sia che la domenica la passiate a correre in MotoGP che trottando su di una turistica con cui arrivare in cima al passo. È uguale anche il software, che può essere impostato in quattro diverse modalità (una per la strada, una per la pista e una per l’offroad e una per la bici) a cui se ne aggiungono altrettante per i piloti professionisti delle più svariate discipline. La priorità dell’airbag è proteggere torace, schiena e collo, le zone del corpo più a rischio quando siamo in moto. Durante un workshop ci dicono, parafrasando quel fotografo che sosteneva che la miglior macchina fosse quella che si porta ovunque, che “un prodotto in grado di proteggere è un prodotto che vince indossato”. Se non lo metti perché non ti piace, non è comodo o non è intuitivo è un problema, così In&motion ha lavorato moltissimo su questo. In termini pratici, l’airbag vero e proprio è costituito da una camera d’aria, una carica esplosiva per innescare il gonfiaggio e una placca rimovibile (battezzata In&box) contenente il software da cui attivare il sistema, oltre ad un paraschiena integrato.
Così inserire un airbag nella propria routine da motociclista, qualunque cosa significhi, è uno scherzo per chi sulla moto mette il navigatore o ci carica le valigie. Per chi invece - come chi scrive - prepararsi per uscire in moto significa solo ricordarsi la chiave può esultare un filo più complicato, perché l'airbag va "armato", o più banalmente acceso, e quindi di tanto in tanto è necessario ricordarsi di ricaricarlo (una volta a settimana con utilizzo intensivo). I ragazzi di In&motion ci hanno confidato che se si trovassero davanti allo specchio a parlare della propria azienda potrebbero gratificarsi con questi tre punti: Primo, il marchio è percepito in maniera seria, anzi serissima. Secondo, l’airbag è facile da indossare. In&motion in questo senso vuole essere dimenticata. Terzo, l'azienda punta moltissimo sul costumer care, ovverosia un’attenzione al cliente ai massimi livelli, un po’ perché si parla di salvare vite e un po’ perché è fondamentale per continuare a crescere, d’altronde l’algoritmo è basato su dati di utilizzo reali, che ad oggi ammontano a 100 milioni di chilometri, la stessa distanza che separa la terra e il sole. Ecco, quindi, che se chiamate l’assistenza vi risponde una tra le nove persone dedicate al servizio per un totale di sette lingue (tra cui l’italiano).
Quanto protegge un airbag per motociclisti?
In&motion ha lavorato a lungo per capire identificare le aree più a rischio in un incidente. Nei casi meno gravi, ci raccontano in uno dei tanti incontri della giornata, la caduta impatta maggiormente su gambe (32%) e braccia (24%), mentre durante impatti più violenti e rischiosi l’interessamento è soprattutto di testa (42%) e torace (34%), che sono protagonisti assoluti anche nella categoria degli incidenti fatali. Un airbag riduce in maniera significativa gli infortuni (ti saresti rotto quattro costole? con un airbag ne rompi una) abbattendo il rischio di traumi agli organi interni del 38%.
Tutte queste informazioni ci passano attraverso un impressionante numeri di statistiche sugli incidenti e le loro più svariate declinazioni, in breve un’ora di vero e proprio massacro in cui prendi davvero coscienza di quello che può succederti in moto al punto che in parte ti passa la voglia di andarci, opera in cui nessun famigliare, amico, amore, video o storia riesce a restituirci. Va dato atto ad In&motion poi che esporre queste informazioni non è marketing, è divulgazione: le autoscuole dovrebbero studiare questo sistema e raccontare davvero a chi prende la patente rischi, cause e numeri degli incidenti.
Come funziona l’airbag? Tecnica, numeri e un’esplosione simulata
Ovviamente non potevamo esimerci dal test con cui abbiamo simulato un’esplosione dell’airbag dopo aver indossato gilet e una giacca in cordura sopra: quando una ragazza dell’organizzazione fa esplodere l’airbag con una ditata sullo smartphone senti uno schiocco sordo e ti trovi abbracciato come un bimbo in fasce, in frazioni di secondo ti passa la voglia di muoverti. Diversamente da altri sistemi, questo non si sgonfia subito, perché l’obiettivo è quello di immobilizzare il più possibile il pilota dopo la caduta in modo da non peggiorare la situazione dopo la caduta. Una volta tolto l’airbag è poi possibile ricaricarlo in autonomia con una nuova cartuccia, oppure fare visita ad un punto vendita e farlo sistemare dal personale specializzato.
Il grande obiettivo di In&motion, ad oggi, è riuscire a raggiungere l’obiettivo “100 - 0”, ovvero individuare il 100% delle cadute e riscontrare zero “falsi positivi”, ovverosia attivazioni del sistema senza cadute. Nel 2022 le cadute individuate sono circa il 95% ed in costante crescita, specialmente considerando che In&motion sfrutta i dati dei propri clienti per migliorare l’algoritmo. Per attivare l’airbag invece è necessario individuare il “punto di non ritorno” nelle accelerazioni, che possono essere sull’asse longitudinale, trasversale o sagittale. Il sistema, a seconda della modalità di lavoro richiesta, andrà a considerare parametri differenti, perché - ci hanno spiegato - una normale decelerazione in MotoGP è decisamente più violenta di una brutta caduta con lo scooter. Che siate sulla griglia del motomondiale o in circonvallazione a Milano però, software e hardware sono esattamente gli stessi.
Quanto costa, chi lo offre e qualche numero in più
I brand che hanno sviluppato una collaborazione con In&motion sono diversi: oltre a Tucano Urbano, che è il principale fornitore per l’Italia, sul mercato ad avere a disposizione gli airbag - lo raccontavamo in apertura - sono diversi, il che significa anche un’offerta sufficientemente ampia da poter offrire prodotti racing, adventure, stradali o anche dedicati al casa - lavoro.
Una volta acquistato l’hardware - la giacca quindi - è necessario comprare il sistema In&box, che può essere pagato in un’unica soluzione (a 400€) o a rate annuali di 120€, con la possibilità di sospendere l’abbonamento durante i mesi invernali come fosse l’assicurazione della moto. Da segnalare che il 95% dei clienti preferisce quest’ultima formula, utile anche per aumentare il ciclo di vita del prodotto: l’abbonamento lo rende di fatto un noleggio, con tutti i vantaggi del caso.
In conclusione
A fine giornata parliamo un po’ con i ragazzi del marchio, tutti francesi di Annecy. Sono giovani, ben motivati e credono nel loro lavoro. Qualcuno dice che ancora manca un po’ la cultura, che un airbag “non devi comprarlo per lo stile, sarebbe come prendere un’auto elettrica perché ti piace il colore”. Altri raccontano di aver conosciuto piloti del TT felici di indossare uno dei loro prodotti, c'è poi chi ci assicura che la tuta di Johann Zarco in esposizione "È quella vera, fatta su misura per lui". Così, a fine giornata ce ne andiamo con qualche certezza in più: cadere in moto può essere molto più pericoloso dei nostri peggiori incubi e, per avere un occhio di riguardo in termini di prevenzione, è sufficiente conoscere i rischi che corriamo ogni volta. Ed è vero che per scegliere di utilizzare un airbag da moto occorre avere una certa forma mentis, ovverosia essere degli organizzatori, niente però che ricordi troppo da vicino il Furio di Bianco, Rosso e Verdone, perché non è così complicato. In breve, chi controlla le pressioni alle gomme prima del giro della domenica è già ad un livello superiore. Per tutti gli altri si tratta di avere un pochino di cura in più per sé stessi prima di far girare il motore: accendere il sistema (basta premere sul pulsante dedicato) e indossare il gilet, ricordandosi di ricaricare l'In&box quando lo richiede. Detto così sembra semplicissimo, e in effetti lo è. Una volta saliti sulla moto poi ci si dimentica di indossarlo, ma è come la cintura di sicurezza: alla lunga, farne a meno ci mette a disagio. E, infatti, chi scegli l'airbag difficilmente torna indietro.