Albert Valera non è l’ultimo arrivato in MotoGP. Fa il manager e ha già gestito piloti di primissimo livello, anche se adesso il suo pupillo è il giovane Pedro Acosta. Uno che è diventato campione del mondo quando era poco più che bambino e che per un pugno di giorni non ha soffiato il record a Loris Capirossi. Uno che adesso, alla sua seconda stagione in Moto2, vuole di nuovo il titolo per presentarsi in MotoGP con lo stesso passaporto dei grandissimi: quelli che hanno vinto prima tutto quello che c’era da vincere. La Classe Regina per Pedro Acosta sarebbe potuta arrivare anche prima, ma è stato proprio Albert Valera a suggerirgli di aspettare e provarci anche in Moto2, così come è stato proprio Valera, ora, a pretendere che KTM gli riservasse sin da subito la sella di una RC16, a prescindere da come andrà a finire la lotta per il titolo mondiale con l’italiano Tony Arbolino.
“Su Pedro – ha detto il manager spagnolo - tutto indica che deve passare alla MotoGP, perché una volta raggiunti determinati obiettivi devi passare al livello successivo, che in questo caso è la MotoGP. Lotteremo per questo. Penso che il giorno in cui arriverà non si accorgerà di essere un novellino. La sua testa è molto ben strutturata e mi ricorda molto Jorge Lorenzo. È un robot quando indossa il casco. Un cacciatore e un killer”.
Parole, quelle di Valera, che ricalcano quanto lo stesso Pedro Acosta ha già affermato: “Nel 2024 la Moto2 non è una opzione, voglio la MotoGP”. E, paragoni scomodi a parte con uno dei più grandi degli ultimi anni, il lavoro del manager spagnolo e di KTM procede senza intoppi, con Pol Espargarò che – se Dorna non dovesse consentire a KTM di mandare in pista una quinta moto – si ritroverebbe suo malgrado a vestire i panni del collaudatore.
Anche perché attualmente il mercato della MotoGP sembra non lasciar intendere grosse rivoluzioni, con Albert Valera che, però, lancia un messaggio chiaro a Ducati. Lo spagnolo, infatti, è anche manager di Jorge Martin. “Jorge – ha detto senza girarci minimamente intorno – è attualmente il più puro talento tra i piloti Ducati, sta tornando ad essere il Martinator che tutti conosciamo. Penso che sarebbe molto stupido se Ducati non lo inserisse nella squadra ufficiale laddove dovesse vincere o combattere per il titolo. La prima cosa che deve fare è essere davanti a Bezzecchi e Bastianini e, se può, anche davanti a Pecco e vincere il Mondiale. Spero che la Ducati non commetta lo stesso errore due volte con Martín. Correggere gli errori è per i saggi”.